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venerdì 31 agosto 2012

CARASSIUS AURATUS : PESCE ROSSO PER GLI AMICI!!!!

Nel nostro biolaghetto, un angolo di giardino davvero speciale, non possono mancare i pesci che oltre rendere l'ambiente ricco e diversificato, concorrono per il suo equilibrio.
I pesci rossi sono uno splendido ornamento in un biolaghetto, convivono pacificamente con gambusie, carpe koi, gasteropodi e bivalvi d'acqua dolce (vedi post dedicati).


i miei carassius nella ninfea

impossibile fotografarli: imprigionati in una ciotola solo per pochi scatti



Il Carassius auratus o pesce rosso comune ha incontrato l'uomo più di 1000 anni fa in Estremo Oriente, da allora ha percorso moltissime strade, le selezioni sono state così numerose da ottenere varietà molto diverse dall'antico pesciolino dorato.
Vive in fiumi, acque lente o stagnanti fino ad una profondità massima di 20 m.

Pesce rosso comune


L'aspetto fisico di un Carassius è molto simile a quello di una carpa, il corpo è affusolato, coda bilobata, pinne ben proporzionate, bocca piccola priva di barbigli.
Un pesce rosso in laghetto raggiunge una lunghezza massima di 40 cm., mediamente un adulto è lungo 15-20 cm., se ben nutrito può sopravvivere 15-20 anni con alcune eccezioni fino a 40!
I carassidi sono animali estremamente facili da allevare, si adattano a climi temperati e temperature molto basse, tollerano diversi tipi di acqua, sono perfetti per laghetti esterni, basta seguire qualche piccolo accorgimento.

Vi sono varietà di pesci rossi più "adatti" a biolaghetti perchè molto resistenti all'ambiente esterno come i Cometa, Shubunkin, Moor, Fantail, Oranda, Ryukin.

I pesci rossi, oltre ad essere molto economici, sopportano le basse temperature dell'inverno anche se l'acqua ghiaccia.
Sul fondo del biolaghetto è consigliato posizionare un coppo da tetti che i Carassidi utilizzano come casa in ogni stagione, si rivela molto utile durante gli inverni particolarmente rigidi (i pesci rossi resistono a -35°C.!) e come
riparo dallo spietato sole estivo.

Prima di introdurre i pesci nel biolaghetto è sempre utile attendere almeno due mesi dall'inserimento delle piante acquatiche perchè anche quest'ultime devono adattarsi al nuovo ambiente ed iniziare l'accrescimento.
Solo in questo momento nascerà un "rapporto" tra mondo animale e vegetale:
le piante producono ossigeno che i pesci utilizzeranno, in cambio l'anidride carbonica da loro prodotta verrà ritrasformata dalle piante in ossigeno in un ciclo senza soluzione di continuo.
Le piante inoltre offrono ottimi rifugi che danno sicurezza e benessere al pesce oltre a fornire il cibo che può trovarsi  all'interno (ad esempio piccoli crostacei).

Importante rispettare la giusta quantità di pesci da introdurre nel laghetto, l'ideale sarebbe 30 litri di acqua per ogni pesce di medie dimensioni, il triplo per un pesce molto grande. Il carasside ama molto la compagnia di altri pesci, soffre di solitudine, ma anche se è un'animale  mansueto e socievole non si devono immettere nel biolaghetto specie con cui pùò entrare in competizione.


chi la dura la vince!

Per quanto riguarda l'alimentazione, i pesci dei biolaghetti sono autonomi: si nutrono di insetti, larve, microalghe, piccoli crostacei rendendo così pulita l'acqua soprattutto dalle fastidiose zanzare.
Per aumentare l'apporto proteico una volta alla settimana circa si può integrare la loro dieta con un mangime secco per pesci rossi facilmente reperibile in qualunque supermercato. (Somministrarlo sempre dopo il "risveglio" dall'inverno e prima dell'inizio di una nuova stagione fredda come riserva).
Non bisogna aver timore che i pesci mangino poco, anche se sembrano sempre affamati è meglio limitare la somministrazione di cibo, li potremmo uccidere dandone loro troppo!

Acquistando i pesci rossi per il biolaghetto in un vivaio che attua l'allevamento in vasche all'esterno, si ha una maggior garanzia di una sopravvivenza perchè questi esemplari sono maggiomente acclimatati rispetto ad altri allevati con temperature controllate o in acquari.

Se i nostri pesci rossi vivranno in una condizione di benessere si riprodurranno facilmente.


Carassius auratus Cometa


I Carassius auratus della varietà Cometa hanno il corpo più allungato rispetto al pesce rosso comune, la pinna caudale è biforcuta e lunga quasi quanto il corpo (da qui il nome Cometa). Hanno svariate colorazioni dal giallo-oro, argento,rosso; il tipo Sarasa sembra abbia un buffo cappello rosso in testa.


Fantail

Carassius auratus Fantail

L'Orifiamma a coda doppia o Fantail ha un corpo tondeggiante e le pinne molto sviluppate (la caudale è doppia). Le colorazioni sono varie, dal rosso, arancio, bronzo, calicò con varie combinazioni anche bianche e blu.


Carassius auratus Shubunkin

Il termine Shubunkin significa "broccato rosso", è stato attribuito ad un pesce rosso di origine giapponese con colori calico a scaglie madreperlacee, con tinte che vanno dal rosso, bianco, blu grigio e nero a macchie sovrapposte.
Il corpo è semplice con pinne ben sviluppate, soprattutto la caudale.
Lo Shubunkin è detto anche pesce Arcobaleno per le numerose varietà di colorazione che può presentare, ha una dimensione che va dai 3 ai 25 cm.


Moor o Black Moor

Il Moor o, vista la colorazione nera detto anche Black Moor, ha forma a uovo con la coda lievemente rivolta verso il basso, occhi in alcuni casi telescopici.
Le stravaganti pinne lo rendono particolare, ha un carattere molto pacifico.


Carassius auratus Oranda

Il Carassius Auratus Oranda è frutto di incroci molto antichi effettuati in Cina quando ancora non esistevano gli acquari, ma solo i famosi vasi cinesi.
E' un pesce molto rustico, con la tipica forma a pugno ( si nota molto dall'alto) e può raggiungere al massimo 25 cm di lunghezza. Gli occhi sono prominenti.
In un biolaghetto la sua presenza è indispensabile siccome è un grande divoratore di larve di zanzare.
Il colore in genere è rosso ma esistono esemplari con screziature bianche, nere, azzurre o bianche con una crestina rossa.


Carassius auratus Ryunkin

Il Ryunkin ha un corpo estremamente tozzo: con il dorso molto arcuato e l'addome molto sporgente sembra quasi un rombo con una lunghezza massima di 10-15 cm., le pinne sono ben sviluppate, i colori vanno dal calico, rosso, bianco, cioccolato.
Perfetto per biolaghetti perchè sopporta temperature sotto lo zero, è un animale molto robusto.

Per terminare questa carrellata, vorrei spezzare una lancia a favore dei pesci rossi. Come molte persone, ho sempre pensato che non fossero animali intelligenti o dotati di memoria, devo ricredermi!
Oltre a ricordare il luogo dove di solito getto loro un po' di cibo (accorrono quando mi avvicino con il contenitore in mano), sanno riconoscere il pericolo quando armata di retino tento di pescarne qualche esemplare.
Furbamente si nascondono e non escono dai loro rifugi anche se uso cibo come esca, ho provato ad attirarli lasciando il retino sommerso per catturare qualche ignaro passante.....ma nulla da fare, solo alla mia rinuncia tornano a nuotare sicuramente ridendo di me.....


.....pochi secondi e si torna nel biolaghetto...

mercoledì 29 agosto 2012

LYTHRUM SALICARIA

Lythrum Salicaria

Da alcune settimane, chi ha la fortuna di osservare fossati, stagni o zone umide ancora presenti nelle nostre campagne noterà sicuramente ampie macchie color viola porpora: è la Lythrum Salicaria o Salcerella.
Il salice non ha nessun rapporto con questa pianta, il nome venne assegnato solo per la somiglianza delle foglie a quelle del salice.


da giugno a settembre la salcerella è un esplosione di colore

In Europa, da cui proviene la Salcerella, se ne conoscono gli effetti benefici in erboristeria e medicina sin dal passato.
La Lythrum Salicaria ha poteri astringenti molto efficaci, posando su ferite o ulcere varicose le foglie fresche si ha la cicatrizzazione e l'arresto delle emorragie, si conosce l'impiego anche nella cura delle epistassi.
Anche nella Prima Guerra Mondiale venne impiegata largamente per i suoi benefici effetti.


ottima per la fitodepurazione

La Lythrum Salicaria è un'erbacea perenne da fiore che vive lungo i corsi d'acqua di tutta l'Europa, Asia, Africa ed America.
Da un radice unica (fittone) si formano masse clonali con diversi fusti semilegnosi color bruno-rossastro che raggiungono l'altezza di 1,5m .
Le foglie sono strette e lunghe, senza picciolo, a volte arrotolate e lievemente pelose.



i fiori sono riuniti in racemi
il fiore permette la produzione di ottimo miele


I fiori color viola- rosso (lythrum= coagulo di sangue dal colore del fiore) si raggruppano in una spiga che in autunno si ricopre di frutti semilegnosi che contengono il seme.

I fiori della salcerella sono molto amati da api e farfalle i quali ne permettono l'impollinazione, per questo viene coltivata dagli apicoltori.

E' un'acquatica che affonda le radici sulle rive di laghetti, stagni, fossati o zone soggette ad allagamento ma che sviluppa i rami al di fuori dell'acqua molto rapidamente, ottima per le sponde di biolaghetti.

La coltivazione di questa elofita è molto semplice (in Italia è una pianta autoctona), non ha esigenze di terreno, predilige zone assolate ma cresce bene anche in mezz'ombra.


Palustre molto decorativa sulle sponde di un biolaghetto

Sui bordi di laghetti ornamentali ci regala bellissime macchie purpuree per tutta l'estate, importante la proprietà fitodepuratrice della salcerella.

In America, dove la Lythrum Salicaria è stata importata nell'800 a scopo ornamentale, ha soffocato le piante autoctone per cui è stata vietata la vendita e l'importazione.
E' stata inserita nell'elenco delle 100 speci aliene.










domenica 26 agosto 2012

UTRICULARIA AUSTRALIS: UNA TRAPPOLA NEL LAGHETTO


In questa vecchia immagine Morticia Addams nutre la sua adorata Cleopatra, una pianta carnivora.
Se nel giardino della famiglia Addams ci fosse stato un biolaghetto l'Utricularia Australis sarebbe stata la benvenuta e coccolata al pari di Cleopatra.

il nome deriva dal latino utricola=piccola otre, australis= del sud


L'Utricularia Australis è un'idrofita natante che fluttua nelle acque stagnanti di tutto il mondo. In Italia è diffusa soprattutto al Nord, il nome volgare è erba vescica delle risaie.
E' una pianta acquatica carnivora che ha fusti fluttuanti (stoloni) lunghi sino a 150cm, non possiede un vero apparato radicale ed è provvista di piccole vescicole dette utricoli che permettono il galleggiamento e sono utilizzati come trappole ad aspirazione.

gli utricoli assumono un colore bluastro

L'utricolo è un meccanismo molto sofisticato, quando la preda tocca i peli della trappola, la "porta" si apre e la preda  viene risucchiata insieme all'acqua che la circonda.
Appena la trappola si riempie di acqua la porta si richiude, la preda viene digerita da enzimi secreti dalla pianta, il tutto avviene in pochissimo tempo!
Non esiste da parte dell'utricularia australis una volontà di catturare la preda, l'azione è puramente di tipo meccanico, l'acqua fuoriesce per osmosi, la "porta" secerne zuccheri che attirano la preda nelle sue vicinanze.

L'alimentazione di un'Utricularia Australis è costituita da pulci d'acqua, nematodi, larve di zanzara e girini, ecco ancora un modo per tenere limpida l'acqua del nostro laghetto in maniera biologica.

Le foglie dell'Utricularia australis sono filiformi con margine dentato, alcune di queste si trasformano in utricoli.

il fiore è necessario per l'impollinazione

il fiore dell'U. Australis è simile ad un'Orchidea o una Bocca di leone

Il fiore è l'unica parte emergente della pianta, lo possiamo ammirare da Maggio a Settembre ed è costituito da un racemo di circa 10 fiori gialli con venature arancioni e sporge dall'acqua per circa 10-20 cm.

Con l'arrivo della brutta stagione, la pianta produce dei turioni (gemme sferiche) che svernano sotto l'acqua in attesa della primavera.

L'Utricularia Australis sta diventando un'acquatica sempre più rara, in alcuni luoghi a rischio di estinzione perchè in competizione con altre piante più aggressive.
La vogliamo salvare inserendola nel nostro biolaghetto?

sabato 25 agosto 2012

UNA VISITA PER MIMMI

Oggi Lilli, la testuggine che si occupa di mia madre e mio fratello ( sono i nostri animali domestici che ci sopportano, non il contrario!) ha concesso un po' del suo tempo al mio gatto Mimmi, ultimamente più pigro del solito.

Da alcuni giorni Lilli è giù di forma, esce poco di casa, non mangia con la sua solita voracità, una nuotata nel mio biolaghetto non può che giovarle.


Mimmi e Lilli si salutano, non si vedevano da molto tempo!

Mimmi valuta le condizioni del biolaghetto

Lilli non è nella sua solita forma, sarà il caldo?

.....un bel tuffo.......

Anche se Mimmi non è certo un esperto di tuffi, Lilli si fida di lui e si lancia in acqua.


Che meraviglia!
La ninfea fiorita stamattina è bellissima.


Anche la ninfea Alba non è male, quasi quasi l'assaggio........



Un breve saluto tra i due, Mimmi muore d'invidia, il caldo non molla da tanto !
Ma da bravo gatto preferisce ammirare il biolaghetto stando bene alla larga dall'acqua.




Pesci? Ehi, dove andate?
Conoscere nuovi amici tira sempre su di morale!


Dopo il biolaghetto, non é male nemmeno un bagno in un minipond tra ceratophyllum e gasteropodi d'acqua dolce, la ninfea rosa oggi si è presa una pausa.


Grazie Mimmi, mi sento meglio!

La visita è terminata, Lilli aspetta pazientemente che qualcuno la riporti a casa......tanto lei di tempo ne ha un sacco!

venerdì 24 agosto 2012

REGGIA DI CASERTA, IL TRIPUDIO DELL'ACQUA

La Reggia di Caserta è sicuramente uno dei palazzi barocchi più belli d'Europa.
Carlo di Borbone volle e ottenne una dimora degna di una dinastia reale commissionando  nel 1751 il progetto all'architetto Luigi Vanvitelli.
Si voleva eclissare Versailles, e a mio parere, il Vanvitelli è riuscito a creare un'opera che lascia il visitatore senza fiato ancora oggi.

acqua, acqua, e ancora acqua

Uscendo dalla parte posteriore del palazzo, appare nella sua maestosità da Sud verso Nord un doppio viale lungo 3 chilometri dove sei fontane monumentali catturano e meravigliano lo sguardo.

L'acqua è indiscussa padrona: per alimentare le vasche, i giardini all'italiana e all'inglese il Vanvitelli ha appositamente costruito un acquedotto (acquedotto Carolingio) per un continuo approvvigionamento.

Fontana dei Delfini

(...)Un acquedotto vi porta un fiume intero, per dare acqua e frescura alla Villa e ai dintorni; e tutta la massa d'acqua, gettata su rocce disposte ad arte, forma poi una cascata meravigliosa, i Giardini del parco sono stupendi, in perfetta armonia con un lembo di terra che è tutto un giardino (...)
.....Questo è ciò che racconta J.W.Goethe il 14 Marzo 1787.....







Il parco della Reggia di Caserta ha un'ampiezza di 120 ettari, percorre a piedi tutto il grandioso parco è bastato poco, tale è la bellezza mozzafiato!
Il primo giardino che si incontra è quello all'italiana, con prati, alberi secolari e la famosa Pescheria Grande dove si allevavano i pesci destinati alla tavola del Re delle Due Sicilie.

Fontana di Eolo, nelle vasche sono presenti carpe e carassi da centinaia di anni

La Fontana Margherita dà inizio alla via dell'acqua che si snoda tra vasche, fontane con sculture marmoree colossali sino alla cascata e al giardino all'inglese voluto dalla regina Maria Carolina D'Austria.
(Seguendo la moda dell'epoca fece importare piante esotiche e rare che oggi possiamo ammirare nel loro splendore).

Fontana di Cerere

L'acqua in caduta genera sempre forti sensazioni
durante la mia visita si è sviluppato un incendio, l'acqua è stata prelevata da vasche"famose" 
I giardini con l'acqua sono sempre stati sogni da nobili, oggi arricchire con biolaghetti o piante acquatiche i propri spazi è diventato alla portata di tutti!

giovedì 23 agosto 2012

SEDUM



Ho da tempo rinunciato al prato all'inglese perchè dopo anni di tentativi fallimentari mi sono resa conto che l'inclemenza del clima padano della bassa e sicuramente l'inesperienza mi impediscono di ottenere un vero prato.

Sedum acre tra lastre di Trani, ottimo per muretti

Nel realizzare pavimentazioni, muretti di contenimento, vasche con acquatiche ho scoperto la bellezza e la varietà del Sedum.
Sono circa 600 le specie di Sedum che possiamo reperire, rustiche o semirustiche che vivono in tutto l'emisfero boreale ed anche nel centro dell'Africa. In Italia esistono specie spontanee che colonizzano muri e giardini rocciosi.
il sedum acre ha piccoli fiori gialli a stella

Il sedum è una pianta succulenta (famiglia delle Crassulaceae) carnosa sia di tipo pendente che con fusto eretto, foglie alternate, ovali, verticali.
Il sedum viene utilizzato per ornare muretti o giardini rocciosi, tra le pietre di una pavimentazione o in vasi.
 Si può considerare una pianta di facile coltivazione: si annaffia solo quando il terreno è secco evitando ristagni d'acqua causa di marciume, d'inverno la si "dimentica" e per moltiplicarla è sufficiente una talea di qualunque dimensione.

Sedum glaucophyllum

I fiori del sedum sono piccoli, raccolti a mazzetti, a stella o a spiga con colori diversi (bianco, giallo, rosa, lilla ecc.)

fiore di sedum rosso

L'esposizione di questa pianta è la piena luce, in primavera ed autunno dà il meglio di sè se ben concimata.
Le specie di sedum sono numerosissime, ognuna trova una collocazione ottimale in ogni tipo di giardino.
Le tipologie che ho fotografato arricchiscono gli interstizi di un muro a secco che ho creato con lastre di Trani grezze.

sedum spurium fuldaglut

sedum spurium tricolor
Sedum spectabile

BIOPISCINA, UN SOGNO CHE PUO' DIVENTARE REALTA'

logo Associazione Italiana acque balneabili naturali
La definizione ufficiale stabilisce che:
"La biopiscina è un corpo d'acqua impermeabilizzato rispetto al suolo e non disinfettato chimicamente, costruito per la balneazione. La costante qualità balneabile dell'acqua è garantita esclusivamente attraverso un trattamento biologico e/o meccanico."

Fino al 1995 in Italia non si parlava di biopiscina, a farla da padroni erano svizzeri e austriaci, inserire nell'architettura di un giardino qualcosa di innovativo come una lago balneabile a depurazione naturale era veramente improponibile.
I primi a credere nelle biopiscine sono stati gli agriturismi, la clientela straniera richiedeva un approccio più naturale nella balneazione, in questo modo si è iniziato a diffondere la cultura della biopiscina.
Attualmente la situazione è notevolmente evoluta, oltre ad apprendere le tecniche austriache gli italiani hanno saputo aggiungere desin e rifiniture di pregio.

biopiscina nei pressi di Bologna

La biopiscina deve inserirsi perfettamente nel contesto ambientale e armonizzarsi con il paesaggio circostante e l'architettura della casa. Oltre ad un rispetto totale della natura (la depurazione dell'acqua si effettua esclusivamente in assenza di sostanze chimiche), il beneficio maggiore lo riceverà chi potrà rigenerarsi immergendosi totalmente in un ambiente naturale.
l'acqua è perfettamente limpida!

La biopiscina è costituita da diverse zone ben distinte:
  • sorgente dove avviene la prima depurazione dell'acqua attraverso materiale ghiaioso grossolano
  • ruscello di collegamento dove l'acqua ossigenandosi raggiunge la zona balneabile
  • zona di balneazione (altezza max 3m.)
  • zona di rigenerazione cioè l'area in cui vengono collocate le piante acquatiche per la fitodepurazione (solitamente poco profonda)
Per la progettazione e la realizzazione di una biopiscina è opportuno rivolgersi a persone specializzate, sia per la giusta esecuzione che per la scelta dei materiali da utilizzare (pompa di ricircolo dell'acqua, griglia di separazione, teli, ghiaia, filtri o altro materiale facoltativo).



Il punto essenziale di una biopiscina è quindi ottenere acque cristalline in cui immergersi soltanto con sistemi ecocompatibili, senza spreco di acqua o manutenzione invernale come in una piscina tradizionale.
Le piante acquatiche, immerse nella zeolite, coadiuvate dalla microfauna, assorbono l'azoto e ossigenando l'acqua la rendono pulita e piacevole al contatto della pelle.

La piante acquatiche adatte ad una fitodepurazione sono molte, come l'Iris pseudacorus, Phragmites australis, Typha, Nelumbo, Ninfee o altre bellissime acquatiche decorative.
Dopo aver rispettato i criteri base, nulla vieta di dare via libera alla propria creatività inserendo rocce,pavimentazioni, giochi per i bambini, gazebi, aiuole e bordi, cascatelle, pontili ecc.

Anche la forma della biopiscina sarà l'espressione del nostro gusto personale oltre il giusto inserimento nel contesto paesaggistico: più naturale o con geometrie e schemi prestabiliti.