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domenica 30 settembre 2012

DEDICATO

Dedico questo post alle mie figlie, Francesca e Chiara, che oggi compiono 27 e 23 anni.
Sono le mie gemelle diverse, nate lo stesso giorno ma a 4 anni di distanza!
Per loro un futuro radioso e tutto il mio amore.
Con queste immagini tenterò di esprimere cosa rappresentano per me.






 





















BUON COMPLEANNO!!!!!!!!

venerdì 28 settembre 2012

ORONTIUM AQUATICUM, CLAVE D'ORO NEL LAGHETTO


Clava d'oro è il nome comune di una bellissima e insolita pianta acquatica chiamata Orontium Aquaticum.
Si tratta di una pianta acquatica perenne molto originale che vive in acque poco profonde di stagni, laghetti e paludi.

La pianta è originaria del Nord America

Le foglie sono spesso fuori dall'acqua ma anche galleggianti, idrorepellenti per lo strato ceroso che le ricopre, ovali e di grandi dimensioni.
Presentano una colorazione verde-bluastra con spazi ricchi di aria che permettono il galleggiamento.
Nei giardini acquatici Orontium Aquaticum viene coltivato sia per l'eleganza del fogliame attraente e brillante che per l'insolito spatice allungato di colore bianco.
In primavera e in estate lo spatice si ricopre di piccoli fiori dal color giallo-oro che sembrano accendersi al sole.
La fioritura è spettacolare: si ha l'impressione di vedere nel laghetto una moltitudine di candele accese.


Lo spatice raggiunge, compresa la parte sommersa, la lunghezza di 30 cm, è lievemente arcuato
Il rizoma è carnoso, affonda in un terreno fangoso preferibilmente lievemente acido, cresce in modo orizzontale. La pianta non supera un'altezza massima di 30 cm.
L'esposizione migliore è il pieno sole.



Orontium Aquaticum è una palustre molto rustica, non teme il gelo, si adatta facilmente nel nostro biolaghetto regalando un angolo insolito e attraente.



giovedì 27 settembre 2012

OSAGE ORANGE, MACLURA POMIFERA



Senza occhiali sono diventata un vero disastro, gli oggetti assumono contorni sfuocati, lettere e numeri si divertono a cambiare forma e posizione....(chi ha superato la quarantina come me capisce cosa intendo!)
Per questo, alcuni giorni fa, in un fosso della campagna Bolognese ho visto grandi palle da tennis senza però individuare il campo.....

Maclura in onore del geologo William Maclure

Il proprietario di quegli insoli frutti e della relativa pianta mi ha illuminata: stavo osservando un esemplare di Maclura Pomifera detto anche Osage orange (Arancio degli Osagi).
L'arancio non ha nessuna attinenza con questa insolita pianta, a parte una vaga somiglianza della foglia, in realtà la pianta appartiene alla famiglia delle Moraceae (quindi del gelso).




E' originaria del Nord America, in una zona dove erano stanziati gli Indiani Osage che ne facevano un largo utilizzo per la costruzioni di robusti archi e per la cura di congiuntiviti.


Il pigmento giallo ricavato dalla corteccia veniva utilizzato dagli Osage per dipingersi il corpo.
I pionieri che arrivarono nell'800 per colonizzare il Nord America scoprirono la pianta di Maclura pomifera come recinzione invalicabile per il bestiame, viste le robuste spine che possiedono i rami. L'uso continuò sino all'introduzione del filo spinato, i pali costruiti con legno di Maclura sono ancora utilizzati sia per la robustezza che per la resistenza all'attacco di parassiti.




In Europa fu importato a causa di una grave malattia che colpì i gelsi nei primi anni dell'800, si pensava di poter nutrire i bachi da seta con le foglie di Maclura, l'idea si rivelò un insuccesso.
I frutti venivano collocati sotto i letti a scopo insetticida, soppiantati dai nuovi insetticidi di sintesi, anche se studi recenti hanno rivelato in Maclura sostanze repellenti per insetti, zanzare comprese.

Maclura pomifera può crescere come cespuglio e utilizzato per formare siepi invalicabili (al posto del biancospino), oppure come albero deciduo che può raggiungere un'altezza massima di 15 metri.

La pianta è dioica (ha cioè fiori maschili e femminili), anche se un solo esemplare porta gli appariscenti frutti che però non conterranno i semi.
Le radici sono carnose con corteccia color arancione, i rami appaiono esili con foglie ovali opposte di un color verde chiaro.


Il legno di Maclura pomifera è molto resistente e coriaceo, carico di spine acuminatissime, si taglia con difficoltà e resiste alle intemperie (le piante venivano usate come barriere frangivento).
Accanto ad ogni foglia si sviluppa una spina sottile e molto tagliente, il fiore è poco appariscente.

La particolarità di questa pianta è il frutto: di dimensioni simili ad un'arancia, color giallo-verde e con la superficie corrugata.
Si tratta in realtà di un insieme di piccoli frutti (acheni) derivanti da un diverso ovario.



Il frutto di Maclura pomifera non è commestibile, se tagliato contiene un succo lattiginoso e acre, irritante per gli esseri umani ma amato dagli scoiattoli che ne estraggono i semi che invece sono commestibili.
Maclura pomifera viene utilizzato a scopo ornamentale per creare siepi impenetrabili, come riparo in zone ventose, ottimo per contenere un terreno franoso.


La bellezza è la particolarità dei suoi frutti insoliti fa di Maclura una pianta perfetta per un angolo ventoso del nostro giardino, inoltre tiene lontano ospiti indesiderati!

mercoledì 26 settembre 2012

STORIA DI UNA GALLINELLA E DI UN GATTO

Non ho commesso errori parafrasando il famoso racconto di Luis Sepùlveda, questa è proprio la storia di una Gallinella d'acqua e di un gatto.
Il gatto è la micia dei miei vicini, il mio è troppo pigro per qualunque azione che causi inutili sprechi di energia.

piccolo di Gallinella d'acqua sul vialetto del mio giardino

Ieri, nel primo pomeriggio quasi estivo, la gatta dei miei vicini cacciava risoluta una preda nei pressi del mio biolaghetto.
Mia figlia Chiara, controllando dove fosse finito quel nullafacente del nostro gatto Mimmino, ha visto uno strano uccello in grosse difficoltà, aveva bisogno di aiuto e sembrava quasi chiederlo.




Naturalmente l'intervento sul campo è toccato a me, ma la Gallinella d'acqua si è mostrata subito docile e arrendevole, non so se per carattere o rassegnazione.
E' apparso subito che aveva difficoltà nel camminare, una delle sue lunghe zampe era ferita, sul vialetto del giardino la sua andatura era impacciata.
Poi mi è venuta un'idea......


 tra le foglie di Pontederia cordata
Eccola nel suo elemento, nuota perfettamente a suo agio.
Ha iniziato subito ad esplorare il laghetto mangiando alghette e foglie di lemna (che è infatti chiamata duck weeds), felicissima si ritrovarsi in un ambiente "conosciuto".


Anche se le dimensioni della Gallinella non erano quelle di un pulcino, mi sono resa conto che era un esemplare piccolo, e che soprattutto non potevo occuparmene nella maniera giusta.

tra le ninfee
Tramite ragazzi volenterosi, tutti neolaureati in Veterinaria o Biologia, è stato allertato il Centro Fauna Selvatica "Il Pettirosso" di Modena http://www.centrofaunaselvatica.it/, dove ragazzi molto in gamba hanno accolto la nostra Gallinella sperduta.






Mi sono allontanata da lei con molto dispiacere, l'avrei tenuta nel mio biolaghetto, questo però sarebbe stato troppo egoistico.
Al Pettirosso la piccola Gallinella potrà rimettersi in sesto e tornare libera nella Natura.

E il gatto? Cacciato in malo modo è stato costretto ad abbandonare l'appostamento, ma sicuramente la fame è stata soddisfatta in altro modo!


martedì 25 settembre 2012

UNA DELICATA MACCHIA ROSA


Alyssum maritima

Un biolaghetto nel giardino è quel tocco "diverso" che arricchisce e distingue, crea angoli e ambienti di fascino, valorizza la casa stessa.
Un biolaghetto soddisfa il desiderio di ritorno alla natura, la passione per le piante, la voglia di sbalordire il visitatore e di introdurre l'elemento acqua nel nostro giardino.
 
La cura deve essere estesa anche al bordo del biolaghetto, con l'intento di accendere un angolo troppo scuro o colorare e profumare delicatamente una striscia di terra.

A volte si fa di necessità virtù: un bordo malriuscito nascosto da un'allegra fioritura accende di vita lo specchio acquatico.
Un'annuale perfetta a questo scopo e di semplice coltivazione é Alyssum Maritima, comunemente chiamato Alisso.

E' detto anche Lobularia maritima

Alisso è un'annuale di piccole dimensioni che da Aprile fino ai primi freddi produce piccoli e profumati fiorellini viola-rosati.
Ha portamento prostrato, tappezzante e in poco tempo ricopre il terreno che ha a disposizione infiltrandosi anche nelle fessure dei muretti e in piccoli spazi con i suoi fusti sottili.

Alisso giallo

Le foglie sono piccole, lanceolate, di color verde-grigiastro, i fiori, riuniti in piccoli ombrelli (racemi) hanno colori delicati dal rosa al viola oppure sono bianchi o gialli.
La pianta è originaria del bacino del Mediterraneo, non sopporta il gelo ma spesso la ritroviamo l'anno successivo perchè si autosemina.

Bellissima fioritura di alisso bianco

Alisso ama il pieno sole o  posizioni semiombreggiate dove però la fioritura sarà meno copiosa, il terreno dovrà essere morbido ma la crescita avviene anche in terreni rocciosi.
Ottima è la collocazione accanto a roccette poste sulla riva del biolaghetto, esalterà un angolo per tutto il periodo estivo.

Per ottenere fioriture copiose, rimuovere le parti secche

Forse ci regalerà anche tranquillità.... infatti alisso è un termine di origine greca che significa "senza ira".....



domenica 23 settembre 2012

AUTUNNO

Anche se le giornate sono ancora assolate e dal sapore estivo dobbiamo rassegnarci: l'autunno è arrivato.
Occupiamoci del biolaghetto, in questi giorni necessita di piccole cure, per noi sarà gradevole assorbire i raggi obliqui di settembre-ottobre!



Raccogliamo fiori e frutti: se cogliamo gli ultimi boccioli del Fior di loto con una porzione di stelo, potremo per alcuni giorni ornare piacevolmente la nostra casa.


I frutti essicati sono bellissimi per composizioni invernali, lo scorso Natale ho prerarato eleganti centrotavola con cannella e stecche di vaniglia.
I frutti essiccati hanno lunghissima durata, basta asciugarli all'aria a testa in giù in un luogo privo di umidità.
Se poi vogliamo assaggiare il gusto di un seme fresco, scopriremo un gradevole sapore simile alla nocciola.

Ora possiamo rimuovere le foglie ingiallite di loti e ninfee, con maggiore spazio otterremo nuove fioriture.



Eliminiamo le alghe in eccesso prima che si decompongano per alleggerire il materiale organico presente, lasciamo minor quantità di piante sommerse come il Ceratophillum perchè durante l'inverno gli scambi gassosi sono minori.



Prepariamo i pesci al futuro periodo invernale nutrendoli a giorni alterni con l' apposito mangime. Verso Novembre i pesci si ritireranno nel fondo fangoso del laghetto, nei due mesi precedenti il letargo hanno necessità di un maggior apporto proteico e vitaminico.
Quando ci accorgeremo che i pesci rifiuteranno il cibo, allora sarà ora di sospendere la somministrazione.
E' bene posizionare roccette o sassi dove gli animali possano trovare riparo durante la stagione fredda.


Se nei pressi del biolaghetto sono presenti alberi a foglia caduca è importante rastrellare le foglie che ricoprono lo specchio d'acqua.
Se non vengono costantemente rimosse, rendono difficoltoso lo scambio di ossigeno.
Quando il tempo da dedicare è poco, si può posizionare una rete ad un metro dal pelo dell'acqua, la raccolta foglie diventerà facilitata.

Eicchornia crassipes non sopporta temperature al di sotto di 12°C.

Prepariamoci in anticipo per alloggiare le piante di origine tropicale o subtropicale che dovranno essere protette durante l'inverno (come il Giacinto d'acqua o la Bacopa Caroliniana). Scegliamo una pianta sana e lasciamola in una veranda luminosa dove la temperatura non scenda sotto i 10°C. Potremo altrimenti utilizzare un riscaldatore per acquari, se ne trovano facilmente a buon mercato con la garanzia di una temperatura costante.

Se possediamo minipond, è sufficiente togliere la maggior parte dell'acqua ed avvolgere i contenitori in un foglio plastificato a bolle d'aria poi in una vecchia coperta. Possiamo anche tentare di alloggiare l'intero vaso in un luogo riparato, avremo foglie verdi tutto l'inverno anche se le piante saranno a riposo.



Se il nostro biolaghetto è di piccole dimensioni, spegniamo e rimuoviamo i giochi d'acqua presenti (pompe o altri apparecchi a motore) per essere pronti prima di una gelata autunnale precoce.
Dopo aver svuotato e ripulito gli accessori elettrici potremo conservarli perfettamente asciutti.
Ora il biolaghetto è pronto ad affrontare il lungo riposo invernale....

venerdì 21 settembre 2012

BENEDETTE FIGURINE

Tra piante acquatiche e album per la raccolta di figurine potrebbe non esserci alcun nesso, spesso però le cose non sono come appaiono.....

Tra le innumerevoli raccolte di figurine che fanno impazzire bambini e genitori, è in corso una molto carina, organizzata da Legambiente e da un noto supermercato italiano.
Le figurine vengono date in omaggio ogni multiplo di una certa cifra spesa.

Mia figlia Sofia per avere più bustine possibili mi farebbe acquistare l'intero supermercato, ha addirittura scatenato una squadra di nonni, amici, vicini ecc..per fare incetta di figurine!

Tra gli ambienti spiegati ai bambini in maniera molto piacevole, c'è anche quello palustre, in molte delle sue biodiversità.
Ed è stata proprio Sofia a suggerirmi l'argomento del post di oggi, orgogliosa di conoscere una pianta acquatica spontanea e molto diffusa in Italia : Menta d'acqua o per essere precisi Mentha Aquatica o Cervina.

Mentha aquatica o Cervina
La Mentha aquatica è una vigorosa pianta perenne che predilige habitat umidi.
Ha origini Europee, orna piacevolmente bordi paludosi di stagni, biolaghetti, fiumi, torbiere, fossi.
E' un'erbacea rizomatosa molto robusta e di crescita rapida con stelo legnoso, di facile coltivazione, raggiunge al massimo un' altezza di 90cm.
Le foglie sono ovate-lanceolate, con margine dentellato lievemente pelose, color verde scuro a volte violaceo.

fiore

I fiori, di forma tubulare, sono piccoli e hanno una colorazione che va dal rosa al lilla e si trovano al di sopra di un fusto eretto.

Mentha aquatica predilige acque poco profonde con terreno di tipo calcareo, in pieno sole o mezz'ombra può crescere rigogliosamente sino ad essere invasiva.
Si ibrida naturalmente con Mentha spicata producendo così Mentha piperita.  



Menta d'acqua è molto apprezzata dagli insetti impollinatori come api e farfalle. le foglie quando vengono strofinate emanano la forte profumazione tipica della menta ed essenza di bergamotto.

Le proprietà di questa erbacea acquatica sono conosciute dal tempo di Greci e Romani i quali la utilizzavano per profumare l'alito e l'interno delle case.
L'uso di Mentha aquatica in erboristeria è diffuso in tutto il mondo: come digestivo, antisettico, antispasmodico, in infusioni, per aromatizzare il the .

Coltivare sul bordo del biolaghetto (meglio in ceste forate per limitarne il forte accrescimento) Mentha Aquatica si rivela di grande utilità, raccoglieremo le foglie da Maggio a Settembre facendole seccare all'aria.
Le foglie così essiccate manterrano a lungo le loro proprietà, riposte in sacchetti disinfetteranno gli armadi, conservate in vasi di vetro si potranno utilizzare in cucina o per uso cosmetico.


Grazie Sofia!!!