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giovedì 28 novembre 2013

MELO DA FIORE, UN'ATTRATTIVA PER OGNI STAGIONE

Ci sono piante che mostrano il loro momento perfetto solo alcuni giorni dell'anno, altre manifestano il loro splendore per un'intera stagione, altre ancora aspettano anni per un unico attimo di gloria, poi c'è il Melo da fiore, bellissimo in ogni stagione.


I meli da fiore sono piante straordinarie: la fioritura primaverile è unica e spettacolare, elegante il fogliame estivo, meravigliosi i colori autunnali sia delle foglie che dei frutti che diventano punto focale in un giardino invernale quando sugli scuri rami rimangono solamente i piccoli frutti colorati.

Da non confondere con il Melo da frutto (Malus pumila), il Melo da fiore è un arbusto delle Rosaceae di cui esistono molte varietà vista anche la facilità con cui si ibrida la pianta.


La profumata fioritura primaverile è caratterizzata da vistosi fiori che colorano l'arbusto in tutte le nuance bianco-rosate, la profusione e l'abbondanza dei fiori regala una nube eterea unica molto interessante.

Il fogliame ellittico dai margini seghettati  è disposto sui rami irregolari in modo alternato, forma una chioma moderata dalla silhouette un po' disordinata ma elegante.


Alla fioritura segue un'abbondante profusione di frutti disposti a grappoli con colorazioni gialle o rosse che dalla fine dell'Estate permangono sulla pianta fino ad Inverno inoltrato.
I frutti sono di piccole dimensioni (poco più grandi di una ciliegia) e alla caduta del fogliame autunnale spiccano sui rami nudi e colorano il giardino spoglio, attrattiva per la fauna selvatica che se ne nutre.

Il frutto ha un sapore acidulo non molto gradevole al palato umano ma siccome è ricco di pectina può essere utilizzato per composte o marmellate.
In Inghilterra le "Crab Apples" sono gradite e largamente utilizzate.


I meli da fiore sono arbusti o alberelli a crescita moderata dalla tempra robusta e vigorosa: sopportano sia le estati torride che i rigori invernali.
Possono crescere anche in contenitori come vasi o mastelli  che li rendono importanti elementi decorativi in un roof garden, un patio o un terrazzo.

Un albero come il Melo da fiore contenuto in un vaso in terracotta di semplice foggia o riccamente decorato, può incorniciare un portone d'ingresso, valorizzare una pavimentazione o una scalinata.


Questo è il momento migliore per piantare un esemplare in un terreno morbido di qualsiasi tipo, ricco di concime e ben drenato per evitare malattie funginee e marciumi radicali.
L'esposizione migliore è il pieno sole anche se la pianta tollera l'ombra parziale.
La potatura da effettuarsi a fine inverno deve essere leggera, solo per eliminare le parti secche alla caduta del fogliame, momento in cui si può replicare il melo da fiore tramite talea.

M. floribunda

Una delle varietà più utilizzate nei nostri giardini è Malus floribunda, dalla fioritura precoce, rami lievemente ricadenti alle estremità e frutti che da gialli assumono una colorazione rossa. Bello anche il fogliame autunnale dalle sfumature arancio.

M. "John Downie"

Malus "John Downie" ha origini inglesi. Presenta caratteristici frutti allungati rosso-arancio, fiori bianchi ed una particolare rusticità.
Le foglie sono grandi e color verde scuro, l'arbusto ha un portamento allargato lievemente ricadente.

M. "Golden Hornet"

Malus "Golden Hornet" è un grande arbusto originario dell'Inghilterra.
I fiori in bocciolo dapprima presentano una colorazione rosa-viola, sbocciando diventano lilla poi virano al bianco, le foglie sono verdi-argentate.
I frutti sono precoci e durevoli, gialli dorati e trasformano l'alberello in una macchia d'oro.

M. "Purpurea"

Malus purpurea (nelle numerose varietà) mostra un portamento arrotondato, fiori viola e frutti rosso-violaceo

M. "Profusion"

Malus moerlandsii “Profusion” si ricopre in Primavera di fiori rosa-viola, presenta un fogliame bronzeo che matura trasformandosi nel colore verde con sfumature cremisi, i frutti sono rosso-violacei.

Questi sono solo alcune cultivar, Malus da fiore è un meraviglioso arbusto di semplice coltura, rustico e versatile.
Bello in siepi miste o solitario come punto focale di un piccolo- grande giardino o terrazzo.

lunedì 25 novembre 2013

EM : MICRORGANISMI EFFETTIVI

Mi sono avvicinata agli EM (Effective Microorganism) circa un anno fa con curiosità e al tempo stesso molto scetticismo sino a voler compiere personalmente esperimenti prima di parlarne.


Ho cercato di documentarmi il più possibile, leggere il libro del professore universitario giapponese Teruo Higa, il microbiologo che per primo ha studiato e analizzato questo prodotto mi è parso utile ma da prendere con "le molle".
Da oltre 30 anni il professor Higa sta diffondendo la sua idea (non pienamente approvata dalla comunità scientifica) in tutto il Pianeta allo scopo di migliorare l'ambiente che ci circonda e di conseguenza la salute dell'uomo.


I microrganismi effettivi rappresentano una serie di batteri che prevalendo in una certa combinazione influenzano il comportamento di altri batteri dagli effetti negativi.
Secondo il professor Higa esistono due opposte forze dinamiche: la rigenerazione e la degenerazione.
La prima è un'energia positiva e vitale donatrice di vita e governata da microrganismi dall'azione benefica come i batteri della fotosintesi (Cyanobacteria e Rhodopseudomonas), i batteri dell'acido lattico (Lactobaccillus casei), alcuni lieviti e muffe ed altri tipi di batteri.
Essi, se contenuti in quantità sufficiente, sanno inibire l'ossidazione e sviluppare un potere rigenerativo e purificatore.

Al loro opposto troviamo i microrganismi che provocano  putrefazione e deperimento cause di necrosi, inquinamento e malattie.

La giusta combinazione e la prevalenza di batteri dall'azione benefica influenza il comportamento dei microrganismi della seconda specie che si adegua seguendo il gruppo leader.
Questo sta alla base del comportamento degli EM.


Il microbiologo giapponese Higa dai numerosi esperimento compiuti si è reso conto della possibile convivenza di microrganismi aerobi (che cioè necessitano di ossigeno per sopravvivere) e di anaerobi (vivono dove non vi è ossigeno) situazione all'apparenza impossibile visti gli ambienti totalmente opposti.
Tramite uno scambio simbiotico del loro prodotto di scarto alimentare ed altri fattori si può verificare la loro coesistenza, questo avviene nella selezione attuata nel gruppo dei microrganismi effettivi.

I campi applicativi sono :
  • agricoltura  Miglioramento della qualità del terreno con aumento della produttività senza uso di concimi chimici e pesticidi, il nutrimento alle piante viene fornito dagli EM.
  • inquinamento ambientale Tramite l'accelerazione del compostaggio dei rifiuti ed eliminazionme del cattivo odore con conseguente miglioramento della qualità dell'aria gli EM sono in grado di purificare acqua, terra e aria. Possono avere impiego anche nelle pulizie domestiche in sostituzione dei normali detergenti.
  • zootecnia  Trattamento dei liquami e decontaminazione degli allevamenti di animali, miscelazione a mangimi animali
  • depurazione delle acque Inibizione del processo di putrefazione ed eutrofizzazione nei laghetti, stagni ed acque reflue, scarichi fognari e industriali. possono sostituire il cloro nelle piscine.
  • medicina azione benefica sulla flora intestinale
Cilindri di ceramica
I microrganismi effettivi vengono commercializzati sottoforma di soluzione madre concentrata o diluita attraverso un processo di "attivazione", in ceramica 
(cilindri, sfere, anelli, polvere) o tramite bevande rinfrescanti non medicinali
(EMX, FG sono adatti al consumo umano).

Il mio approccio personale con gli EM è avvenuto tramite cilindretti di ceramica e riguarda la purificazione di acqua stagnante, immissione nel pozzetto di scarico di bagni e cucina, abbattimento di cattivo odore nella conigliera, introduzione nel circuito dell'orto idroponico.


Ho lasciato trascorrere l'estate e afosissime giornate di Luglio controllando spesso l'acqua all'interno di vari contenitori, l'effetto è risultato stupefacente: acqua limpida e priva di odore.
Al contrario il campione senza EM appariva putrido e maleodorante.
Anche il contatto con gli animali da cortile è stato positivo, gli odori prodotti sono stati eliminati.

Per ora non ho scelto di ingerire EM, la purezza dell'acqua in laghetti e minipond mi soddisfa pienamente.





venerdì 22 novembre 2013

UNO SPECCHIO D'ACQUA AL COPERTO

L'Autunno quest'anno è stato molto generoso con noi della Bassa, ancora ci regala pomeriggi tiepidi e raggi di sole che nelle ore centrali del giorno riscaldano le piante e l'acqua del laghetto.
Le ninfee mostrano ancora i loro boccioli, Il Biancospino d'acqua continua a fiorire.....
Ogni giorno temo sia l'ultimo, vorrei che questa stagione di passaggio non lasciasse il posto al gelo e al sonno delle mie acquatiche.


Cosi ho deciso di realizzare un sogno che accarezzavo da tempo: una serra riscaldata per i miei adorati agrumi, per Mandevilla, per Duranta ellisia e per un piccolo laghetto interno in cui ospitare quelle acquatiche semitropicali che solitamente superano con difficoltà gli inverni rigidi padani.

Lo scorso anno ho tentato con una struttura acquistata in un garden, di basso costo e purtroppo di scarsa durata, plastica poco rigida e tondini che un forte vento di Marzo ha distrutto lasciandomi di nuovo il problema del freddo.



Questa volta ho deciso di costriure la serra da sola (con un aiuto maschile per i lavori più pesanti!) e devo ammettere che nonostante il mal di schiena e il tempo rubato qua e là il risultato è sbalorditivo.

La struttura è costituita da legno di abete che ho imbevuto con un impregnante per il legno color verde bosco al fine di proteggerlo dagli agenti atmosferici e per dare alla serra un tocco di colore.
Le pareti sono realizzate con pannelli di policarbonato rigido trasparente (adatto anche il plexiglass ma io volevo contenere i costi) e, grazie ad una stufetta munita di termostato, la temperatura interna si manterrà almeno 4-5° C. contro quella esterna ben al di sotto dello 0.

Pannello in policarbonato
Un termometro a doppia scala monitorerà le massime e le minime all'interno della struttura.


Un piccolo laghetto all'interno di una serra riscaldata offre vantaggi a pesci e piante acquatiche ma anche le altre ospiti trarranno beneficio dall'evaporazione dell'acqua.
Collegare la struttura ai muri dell'abitazione permetterà di sfruttare il calore incamerato e rilasciato dai muri, il riscaldamento domestico alzerà il calore all'interno della serra.

Sistema di riscaldamento

La quantità di calore che si decide di voler ottenere condiziona la scelta delle acquatiche idonee al laghetto coperto.
Con una temperatura di 4° C. si possono ospitare Eicchornia Crassipes, Pistia statiotes e vari tipi di Nelumbo, inoltre le ninfee rustiche continueranno a vegetare, galleggianti come Salvinia natans o Aponogeton manterranno perfettamente lo stato vegetativo.
Per aumentare la temperatura dell'acqua all'interno di un laghetto coperto si può inserire un riscaldatore per acquari di basso consumo e rivestire il laghetto con materiale che ne aumenti il calore (legno, plastica per imballaggio ma anche vecchie coperte!).
Portare il livello di temperatura dell'acqua a 10-15° C. permette di ospitare ninfee tropicali e regala la fioritura delle rustiche. 

I miei agrumi riparati nella serra!

Per realizzare un laghetto al coperto esistono diverse soluzioni a seconda se si decide per uno specchio d'acqua coperto permanente o di mantenerlo solo per il perido invernale.
Nella mia nuova serra riscaldata ho posto un mastello da 210 litri idoneo ad ospitare piante acquatiche, per ora non ho introdotto riscaldatori d'acqua, la temperatura esterna non è ancora scesa sotto lo zero.
All'interno ho inserito alcune piccole Koi, 3 gambusie nate la scorsa estate, una ninfea bianca, un esemplare di Aponogeton, una piccola galleggiante e un Giacinto d'acqua.

Esempio di vasca preformata
Se per costruire lo specchio d'acqua coperto si opta per un preformato rigido (vaschetta per mini laghetti di varie dimensioni reperibile in un garden center attrezzato) meglio alloggiarlo in una solida struttura in legno rialzata ad un'altezza che faciliti le operazioni di manutenzione.




Un angolo adibito a mensola
Anche un supporto in mattoni si può rivelare una buona soluzione sia per robustezza che per estetica, questo dovrà essere di dimensioni maggiori almeno 25 cm su ogni lato.
Se il laghetto coperto sarà ospitato su una pavimentazione preesistente basterà posarvi direttamente i mattoni che costituiranno il muro.
Consiglio di posare la vaschetta preformata su uno strato di sabbia umida di circa 5 cm allo scopo di stabilizzare lo specchio d'acqua interno, lo spazio tra la vaschetta e il muretto dovrà essere colmato con altri mattoni o pietre se vi sono contorni irregolari, infine gli spazi residui riempiti di sabbia o ghiaia.
Sostituire la sabbia con terriccio per fiori permetterà di aggiungere piantine fiorite e abbellire il bordo del laghetto coperto.

Un mastello può diventare un laghetto per interno
 Se il laghetto coperto diverrà stabile si potrà ricoprire il muretto con intonaco resistente all'acqua e verniciarlo con pittura idrorepellente.
Un'ulteriore soluzione è quella di avvalersi dell'apposito telo per laghetti, il progetto risulterà però più complesso.


Un laghetto coperto regala l'opportunità di godere anche durante l'inverno della bellezza delle acquatiche, migliora il microclima di una serra e ne aumenta il valore estetico.

martedì 19 novembre 2013

LA CIVILTA' DELL'ACQUA

"Regina aquarum" ovvero "Regina delle acque" è l'appellativo dato alla città che ha ospitato nel suo glorioso passato 1300 fontane pubbliche, 15 fontane monumentali, 900 piscine, 11 terme pubbliche, acqua corrente in case e terme private, bacini d'acqua per naumachie, acquedotti sofisticati di rara bellezza e alto livello tecnologico.
E' la metropoli del mondo antico: Roma.

Scrive Plinio il Vecchio:"Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso."

Sorgente del Tevere

Il territorio è naturalmente ricco di acque che sgorgano da polle e sorgenti naturali, pozzi e fiumi come il Tevere e l'Aniene ma le esigenze dell'Urbe aumentano con la continua espansione e con l'esplosione demografica: al tempo dell'Imperatore Traiano Roma conta un milione di persone.

A Roma affluisce una quantità tale di acqua potabile mai eguagliata da nessuna città dell'antichità ma anche di oggi, questo grazie all'alta conoscienza delle tecniche di costruzione degli acquedotti degli ingegneri idraulici romani.

L'acqua viene trasportata dalla sorgente sino alla Città tramite 11 acquedotti monumentali che, arricchiti da derivazioni e rami secondari diventeranno 19.

Acquedotto Claudio

Il principio dei vasi comunicanti è già conosciuto, l'acqua scorre per gravità con flusso costante con pendenze anche minime che si adeguano ai dislivelli del terreno.
I percorsi sono preferibilmente sotterranei per evitare il surriscaldamento delle acque, le parti esterne di cui possiamo ammirare gli archi elegantemente perfetti sono minime. 
Le valli e le zone di depressione vengono superate con il sistema del "sifone inverso", dove l'acqua viene costretta ad entrare in una torre (posta alla fine della valle da attraversare) in cui scende e risale in condotta forzata "costretta" ad aumentare la pressione.
Il flusso dell'acqua all'interno dell'acquedotto è in questo modo costantemente garantito.
Bacini di decantazione a monte dell'acquedotto e al suo termine purificano e rendono potabile l'acqua.

Segovia (Spagna) Acquedotto romano

Il lavoro di ricerca delle sorgenti è molto accurato, le acque devono essere abbondanti e di qualità e rispettare il requisito dell'altezza per garantire la giusta pendenza indispensabile per il trasporto fino a Roma.
Pozzi e canali o dighe di sbarramento sono opere di alta ingegneria che i Romani sanno eseguire perfettamente, l'acqua dal sottosuolo o da un fiume viene intrappolata e incanalata e tramite un lungo e tortuoso viaggio che ne permette il trasporto, giunge in quantità copiosa sino all'Urbe.


La "cura aquarum" ovvero l'amministrazione delle acque è ritenuta dai Romani molto importante: un funzionario nominato direttamente dall'Imperatore controlla che gli acquedotti siano mantenuti efficenti, sempre funzionanti, curati e puliti.
Le acque devono essere sempre erogate e ripartite equamente.


Roma, Parco degli Acquedotti

Per la manutenzione degli acquedotti i Romani si avvalgono di porte speciali per accedere alle arcate esterne o di pozzetti esplorativi dotati di scala. 
Ogni 70 metri un cippo marmoreo numerato segna la precisa posizione del tratto che in caso di guasto può essere isolato o, se necessario, sarà possibile variare l'afflusso o la pressione dell'acqua.

Francia Pont du Gard

Dopo la caduta dell'Impero romano dovranno trascorrere almeno altri mille anni per rivedere un sistema di così alto livello (per non parlare delle condizioni dell'attuale sistema di approvvigionamento e smaltimento delle acque!).

Terme di Bath

Gli imponenti complessi termali sia pubblici che privati necessitano di notevoli approvvigionamento di acqua per le piscine e le vasche.
La perizia ingegneristica dei Romani nella costruzione delle terme raggiunge livelli altissimi: l'acqua è continuamente disponibile, calda o fredda e garantisce igiene, cura e punto di aggregazione sociale.
Il riscaldamento delle acque contenute nelle grandi vasche è affidato a sofisticate caldaie alimentate a legna e poste al di sotto delle vasche.

Cistrna a Istanbul

Le terme di Roma sono alla portata di tutti: il costo è talmente irrisorio che le si può definire gratuite, gli impianti sono sempre più imponenti e dotati di sale come biblioteche, spogliatoi, zone in cui acclimatare il corpo ai repentini cambiamenti di temperatura.


Calidarium maschile, Pompei



La passione per le acque pubbliche viene esternata dai Romani anche nelle fontane monumentali, nelle fontane pubbliche e private, all'interno di ville e giardini.
Impossibile contarne il numero esatto: sono elemento caratteristico dell'arredo urbano, presenti nelle ricche domus e nei giardini privati in vie e piazze.

Fontanella "per bere"
Da non dimenticare i circa 2000 Nasoni, ovvero fontanelle realizzate solo per il dissetamento pubblico con travertino o ghisa posti negli anni 30 del '900 nei siti delle antiche fontane imperiali a forma di testa di lupa da cui anticamente sgorgava l'acqua.


Tempio dedicato a  Giuturna, divinità delle fonti

L'acqua per i romani è un dono degli Dei, quindi sacra, le fonti naturali che il territorio offre numerose sono protette dal Dio Fons, ogni singola fontana o sorgente è presidiata da una particola ninfa delle acque.


Compluvium

La domus romana è una vera macchina per la raccolta dell'acqua: viene concepita per captare e immagazzinare la maggior quantità di acqua possibile.
Dal compluvium (apertura sul tetto per la raccolta delle acque piovane), l'acqua cade nell'impluvium, un bacino rettangolare piatto posto nell'atrio della casa e convogliata tramite tubazioni in una cisterna dopo aver subito una decantazione in una vaschetta.
Il "troppo pieno" si riversa nella cloaca o nelle strade che così si mantengono pulite, tutte le acque piovane cadute sui tetti vengono convogliate nel compluvium.

Impluvium

All'interno delle ricche domus esistono anche bellissime fontane e vasche ornamentali in cui si allevano pesci e spiccano giochi d'acqua, fontane e ninfei riccamente decorati sono collocati anche nei bellissimi giardini.
Pagando una tassa si viene allacciati all'acquedotto, le ricche domus possiedono concessioni particolari.


Tramite gli acquedotti si possono irrigare campi e giardini, nelle povere case in cui l'acqua non giunge ci si avvale di aquarii cioè portatori d'acqua indispensabili negli edifici.

Con lo smaltimento delle acque si conclude questo viaggio antico di 2000 anni nelle acque di Roma.

Cloaca Massima

Le cloache sono condotti sotterranei che trasportano le acque scure e quelle che eccedono dagli acquedotti, le varie diramazioni giungono tutte nella Cloaca Maxima, la più grande, un'opera monumentale vecchia di 2400 anni perfettamente funzionante.
La Cloaca Massima sbocca infine nel Tevere (se ne ammira ancora lo sbocco) e dal tempo del Re Tarquinio Prisco mantiene pulita la Città.
Le fognature di Roma antica sono monumenti sotterranei altrettanto belli se paragonati ai monumenti che si trovano alla luce del Sole.

Piscina

Tali opere immense vengono edificate anche nelle lontane province per dare ai popoli sottomessi un assaggio della potenza di Roma, l'unica Regina aquarum.

mercoledì 13 novembre 2013

NYSSA SYLVATICA, UN ALBERO PER UNA NAIADE

Per illuminare di fulgida luce autunnale la zona marginale di un laghetto naturale, Nyssa Sylvatica è l'ideale.
Durante tutto l'anno la sua identità è quasi celata, ma in autunno l'albero si mostra in tutta la sua bellezza e offusca tutte le altre piante.


Nyssa Sylvatica o Tupelo nero (detto in inglese Black gum = gomma nera anche se la pianta non presenta alcun legame con l'Albero della gomma) è una pianta legnosa a crescita lenta delle Nyssaceae che ama terreni molto umidi leggermente acidi e che tollera anche l'acqua stagnante.
Questo la rende molto adatta a zone umide intorno a stagni e laghetti o collocazioni in giardini palustri


Il nome stesso lega questo albero all'acqua: Nyssa infatti vuole richiamare il nome di una ninfa, la Naiade Nisa che, assieme alle sue sorelle, allevò il piccolo Dioniso (Bacco per i Romani) affidato da Zeus alle ninfe delle acque per proteggere il figlio illegittimo dalle ire della moglie Era. 
Il termine Tupelo invece prende origine dalla lingua dei nativi americani (popolo Creek) e significa "Albero della palude".


Nyssa Sylvatica è un albero deciduo a lenta crescita dalle origini americane, assume una forma piramidale arrotondata molto elegante con rami orizzontali a volte lievemente penduli.
La foglia lucida dalla forma ovata si dispone in modo alternato sul ramo, in Primavera mostra una colorazione di un verde più o meno intenso, è l'Autunno il momento in cui il fogliame assume uno dei più intensi e spettacolari rossi-arancio di tutta la stagione.


I fiori non sono particolarmente appariscenti e interessanti e presentano grande attrattiva per le api, alcune piante sono femminili e la fiortura sarà maggiore, altre maschili con scarsità o assenza di fiori o frutti. 


In Settembre-Ottobre al fiore segue un frutto classificato come drupa (frutto carnoso con buccia esterna e nocciolo legnoso che non si apre spontaneamente per lasciar cadere il seme; la pesca ad esempio è una drupa).
Le drupe del Tupelo nero hanno colore blu scuro e possono coesistere col fogliame rosso vivo creando un effetto spettacolare, attraggono gli uccelli che se ne cibano in abbondanza.
Il frutto del Tupelo nero è commestibile anche per l'uomo anche se il sapore non è molto gradevole. 

Nyssa Sylvatica è un albero di semplice coltura e manutenzione, predilige terreni umidi e lievemente acidi o neutri con esposizione al sole o mezz'ombra.
La potatura tende solo a riordinare la chioma ma non è strettamente necessaria.
Lo si trova principalmente in zone pianeggianti e boschive e si sposa perfettamente con piante igrofile come il Pioppo o l'Acero rosso.



Tupelo nero trova un'ottima collocazione nelle zone marginali di uno specchio d'acqua o in zone paludose, può essere utililizzato per creare ombra.

Il mix di colori autunnali del fogliame deciduo e delle belle drupe fa di questa pianta un elemento architettonico prezioso in un giardino.
 

domenica 10 novembre 2013

I LAGHETTI DI NOVEMBRE

Quest'anno Novembre è un lungo e prolungato Autunno con giornate ancora abbastanza calde e assolate nelle ore centrali della giornata.
Questo clima benevolo a volte ci spinge alla mancanza di cautela: un'improvvisa e inaspettata gelata può cogliere impreparati e farci rimpiangere di non aver provveduto in tempo al riparo delle acquatiche delicate.

Ancora ninfee a Novembre

Anche se i raggi ancora tiepidi ci spingono a soprassedere, meglio rincalzare con pacciamature di foglie le marginali più delicate e trasferire al coperto le acquatiche non rustiche. 

Se si decide per una pulizia radicale del laghetto ormai è troppo tardi, sul fondo hanno già preso posto gemme dormienti e larve di invertebrati protette dal freddo che arriverà nei prossimi mesi.
Per ora è sufficiente raccogliere le foglie autunnali cadute sul pelo dell'acqua e non ancora decomposte e diradare le galleggianti in esubero. 
Ai primi tepori della prossima primavera, prima della ripresa vegetativa, si potrà attuare un rinnovamento completo del laghetto. 


Le foglie cadute nella zona marginale del laghetto non rappresentano solo un noioso lavoro di rimozione ma risultano utili per la pacciamatura delle acquatiche marginali o per creare rifugi per anfibi come rane, rospi e tritoni.
Questi piccoli amici trascorrono l'inverno in zone prossimali degli specchi acquatici ad una certa distanza dall'acqua sotto ammassi di vegetazione: ponendo cumuli di sassi e foglie, lastre al di sopra di depressioni del terreno, vecchi ciocchi di legno li si incoraggerà a trascorrere l'inverno nel giardino.

Cercare zone tranquille del giardino e creare habitat idonei, non disturberà il riposo dei nostri ospiti.


Le foglie cadute si possono anche ammassare in un contenitore di rete metallica a maglia fine, facile da costruire in casa con poca fatica e costo molto scarso.
Le foglie devono essere bagnate e ben compresse fino a formare una massa solida e, una volta introdotte nel contenitore, dovranno riposare fino al prossimo Autunno, momento della successiva raccolta di foglie.
Assicurate il contenitore in rete ad un paletto che ne garantirà la posizione eretta, otterrete un utile fertilizzante per il terreno o per il giardino palustre.

Minipond

Per i minipond occorre un occhio di riguardo.
Se il contenitore è scarsamente capiente, è facile che l'acqua geli danneggiando le piante ospitate.
Sarà opportuno alloggiare le acquatiche in un laghetto interno (chi lo possiede)
oppure riparare i minipond in una zona protetta da muri avvolgendo il contenitore con coperte o con plastica da imballaggio con bolle.


Per quanto riguarda la manutenzione di sistemi di filtraggio, pompe, giochi d'acqua o cascatine, molto dipende dalla posizione in cui si trovano e dalla profondità dell'acqua.


Se sono collocati al di fuori del laghetto, come può succedere per filtri a camera, sterilizzatori u.v. e i relativi tubi di raccordo, meglio svuotarli dall'acqua e proteggerli.
Se invece la pompa a immersione si trova ad una profondità tale in cui l'acqua non gelerà, la si può lasciare in situ o mantenerne il funzionamento.
Le pompe ad immersione o i giochi d'acqua attivi anche durante l'inverno non subiscono alcun danno anzi, rallentano il congelamento superficiale dello specchio acquatico e creano effetti scenografici di notevole impatto visivo.


I pesci ormai iniziano a rifiutare il cibo, il loro metabolismo è in fase di rallentamento influenzato dalle temperature in diminuzione.
Le razioni supplementari ed altamente proteiche somministrate negli scorsi mesi ne avranno rafforzato la capacità di affrontare l'inverno in stato letargico.

Importante la collocazione sul fondo del laghetto di pezzi di tubo dal grosso diametro o di coppi che fungeranno da rifugio sia dal gelo che dai predatori.
Appena la temperatura dell'acqua raggiungerà i 5°C. bisognerà cessare l'alimentazione dei pesci.


Questi sono i giorni migliori per riprodurre gli arbusti marginali del laghetto: prelevando talee legnose da getti nuovi e vigorosi già provvisti di gemme e interrandoli in vasetti colmi di terreccio, si potranno moltiplicare numerose piante.
I vasetti collocati al riparo dal gelo, avranno radicato già nella prossima Primavera, le talee lasciate all'esterno in piena terra invece radicheranno entro l'Autunno successivo.