.

.
.

lunedì 31 marzo 2014

LE STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA NELL'AMBIENTE ACQUATICO

In un ambiente in cui la natura è liquida e non gassosa come nell'atmosfera, gli organismi vegetali, anche se molto diversi tra loro, hanno dovuto adattarsi ad un particolare habitat in cui l'energia luminosa per la fotosintesi può risultare estremamente ridotta.


Il gruppo di organismi vegetali visibili a occhio nudo che colonizza gli ambienti acquatici e le zone strettamente limitrofe periodicamente inondate dall'acqua è detto macrofite acquatiche.
Il gruppo comprende le erbacee che vivono sulle sponde di corsi d'acqua dolce e le piante acquatiche vere e proprie che, anche se con caratteristiche molto differenti tra loro, hanno dovuto selezionare strategie adattative, proprie di ogni specie, affinchè fosse possibile la vita all'interno di un ambiente così particolare.


Le macrofite acquatiche spesso sono considerate flora minore sia per la ridotta conoscenza per questi organismi sia perchè la loro gestione all'interno dei corsi d'acqua è abbastanza impegnativa per il carattere infestante.
Esse invece giocano un ruolo molto importante nel loro ecosistema.

La ricchezza di forme viventi presenti nell'acqua di paludi, laghi, canali ecc.. è derivata dalla necessità di adattarsi e vivere nell'ambiente liquido stagnante o con lieve corrente in cui possono sussistere scarsità di luce, azione meccanica della corrente, scarsa concentrazione di nutrienti.


Una strategia di adattamento all'azione meccanica in un corso d'acqua è la forma assunta dalle foglie a rimanere sospese nell'acqua e opporre il meno possibile resistenza, la curvatura dei fusti segue la corrente mentre l'apparato radicale penetra nel fondale in senso opposto.

Al gruppo Macrofite acquatiche appartengono le Idrofite e le Elofite.

Criptofite galleggianti e sommerse

Le piante Idrofite sono quelle specie erbacee strettamente legate all'acqua, ancorate al fondo o libere.
Le idrofite sono chiamate criptofite se presentano fusti sommersi e fanno emergere il fiore, si suddividono in emergenti, galleggianti o sommerse, le prime due sempre radicate nel substrato a differenza delle galleggianti che possono essere liberamente natanti.
Molte di esse hanno un aspetto simile anche se prive di legami di parentela per la cosiddetta "convergenza morfologica" cioè la somiglianza strutturale e fisiologica nei viventi che si sono evoluti in ambienti simili.


L'adattamento all'ambiente acquatico nelle idrofite ha portato a modifiche nella forma, nel modo di respirare, di nutrirsi e di diffondere i semi.

Una caratteristica delle piante igrofite è l'eterofillia, cioè la presenza nella stessa pianta di foglie dalle caratteristiche morfologiche completamente diverse.
La diversa conformazione fogliare a livello di un unico stelo è dovuta alla posizione della foglia rispetto alla profondità dell'acqua: le sommerse sono lineari suddivise in lacinie sottilissime cioè lobi stretti, allungati e appuntiti per non opporre resistenza all'acqua, prive di cuticola per rendere più facili gli scambi gassosi.
Le foglie galleggianti invece si presentano larghe e consistenti, provviste sulla pagina superiore di una cuticola cerosa che le rende impermeabili, lucide e splendenti al sole.


Una forma di adattamento delle piante che vivono in acque ferme è quella di avere le foglie galleggianti con le aperture stomatiche (piccole aperture che permettono gli scambi gassosi con l'ambiente esterno) solo nella pagina superiore, i tessuti di sostegno sono ridotti e sostituiti con tessuti aeriferi (aerenchima) costituiti da camere e ampi spazi che lasciano passare i gas.
L'aerenchima permette la leggerezza indispensabile per il galleggiamento e porta ossigeno a tutte le cellule.

Aerenchima, stelo di Nelumbo

Nelle idrofite le radici sono poco sviluppate e prive di peli assorbenti, le sostanze nutritive e l'acqua vengono introdotte attraverso il corpo vegetativo dall'acqua.

Pistia, idrofita natante
Anche se la riproduzione sessuata è possibile, è più frequente quella vegetativa attraverso il rizoma o gli stoloni.
La riproduzione tramite i fiori avviene al di fuori dell'acqua, infatti le fioriture delle piante acquatiche emergono in superficie anche se l'intero apparato vegetativo è sommerso.
Il polline viene portato lontano dal sito di produzione dall'azione trasportatrice di acqua, vento e insetti dove potrà fecondare altri individui.

Gemme di Utricularia riaffiorate, a destra un Gasteropode
Per superare estremi sbalzi di temperature dell'acqua, alcune idrofite hanno sviluppato gemme di resistenza dette ibernacoli che in Autunno cadono sul fondo dello specchio acquatico per svernare (un esempio è Trapa natans, Utricularia vulgaris, Hydrocharis morsus ranae.)
In Primavera gli ibernacoli riemergono dal fondo per dare vita a nuove piante.

Phragmites australis, Elofita

Le Elofite sono le macrofite che vivono con le radici e una parte del fusto sommersi da una quantità d'acqua che va da 0 a 100 cm mentre la maggior parte foglie e le infiorescenze emergono in superficie.

Le Elofite mostrano un minor specializzazione all'ambiente acquatico perchè vivono ai margini dei bacini idrici in cui la profondità dell'acqua è variabile nel tempo, sviluppano apparati radicali robusti (rizomi) che permettono l'ancoraggio sul fondo melmoso.
Per riprodursi ricorrono al rizoma da cui sviluppano nuovi individui.

Typha, Elofita

Le piante Elofite sono le palustri, alcune hanno la necessità di tenere la base del fusto sempre sommersa (come Sagittaria sagittifolia) mentre altre più "terrestri" possono vivere anche all'asciutto purchè le radici siano sempre in un suolo intriso d'acqua (come Butomus umbellatus).
Vi sono alcune specie di Elofite che nei periodi in cui l'habitat diventa asciutto mettono in atto strategie di sopravvivenza come passare dalla forma acquatica a quella terrestre mutando sia l'aspetto morfologico che quello fisiologico (come Hippuris vulgaris e Polygonum amphibium).





venerdì 28 marzo 2014

LAMPRANTHUS AURANTIACUS, UN'ESPLOSIONE DI COLORE

Quando l'Inverno cede il testimone alla Primavera, è giunto il momento di seminare una succulenta che non passerà certo inosservata: Lampranthus aurantiacus (dal greco splendido, raggiante).
Dall'inizio Estate fino all'Autunno i giardini si coloreranno con l'esplosiva e invadente fioritura, l'effetto cromatico è stupefacente: l'arancio flash spicca contro il verde-grigio delle piccole foglie, un contrasto veramente sbalorditivo che fa letteralmente girare la testa.


Lampranthus aurantiacus è un'arbustiva perenne delle Aizoaceae che forma un tappeto erboso molto fitto di foglie carnose grigio-verdi o cespuglietti che raggiungono un'altezza massima di 40-50 cm.
La pianta è una succulenta nativa delle Province del Capo del Sud Africa che nel periodo estivo ci regala fioriture spettacolari con colori dall'arancio vivace al fucsia che si aprono al sole per attirare le api.



Il fiore è di medie dimensioni e simile ad una margherita paffuta: il centro è un disco giallo circondato da centinaia di petali coloratissimi e vivaci.
Le foglie sono tubulari, succose e cerose dal verde più o meno intenso e rappresentano una riserva idrica per la pianta.



Lampranthus aurantiacus è un'ottima tappezzante in grado di creare tappeti dall'effetto cromatico piacevole, può essere collocata in giardino rocciosi , aiuole e bordure e come copertura su ciottoli collocati per la realizzazione di cascate e ruscelli.
Si adatta a qualunque tipo di terreno purchè ben drenato.


Questa succulenta non richiede cure particolarmente impegnative: ama il pieno sole che ne favorisce la fioritura, richiede irrigazioni scarse (attendere che il terreno sia asciutto prima de irrigare nuovamente), durante l'Inverno, quando la pianta entra in riposo vegetativo le annaffiature devono essere interrotte.
La potatura non è necessaria, basta rimuovere il fiore appassito per favorire lo sviluppo di una fioritura copiosa.
Si riproduce facilmente per seme o talea.


Per chi preferisce una colorazione meno invadente esiste la varietà "roseum"  dal delicato rosa o la varietà "coccineus" dal rosa maggiormente carico.

mercoledì 26 marzo 2014

APONOGETON DESERTORUM

La famiglia delle Aponogetonaceae racchiude un gruppo di erbacee acquatiche perenni monocotiledoni che provengono dalle regioni temperate dell'Africa e dell'Asia.
Gli Aponogeton africani, come il tipo distachyos, mostrano fiori a fusti multipli, mentre le specie asiatiche presentano un fiore a stelo unico e solitamente vengono utilizzati negli acquari.

Aponogeton desertorum

Aponogeton desertorum è una specie insolita purtroppo poco coltivata che in un giardino acquatico fa bella mostra di sé con l'appariscente spiga bifida che si erge al fuori dell'acqua per una decina di centimetri (in piena Estate fino a 30!).
I fiori bianchi sono dolcemente profumati con notevoli stami gialli, si mostrano su tutto l'asse floreale che appare leggermente rigonfio all'estremità.
I fiori sono attorniati dalle belle foglie galleggianti verde-mela e danno all'intera pianta un aspetto tropicale.

Dai piccoli tuberi globosi immersi nel fango nascono 6-9 foglie dal lungo gambo e dal picciolo appiattito, oblunghe, striate con la lamina galleggiante sottilmente coriacea.


Generalmente gli Aponogeton vivono in acque ferme o correnti a portata stagionale, nei periodi di siccità per sopravvivere perdono le foglie e immagazzinano l'amido nei tubercoli diventando tuberi dormienti.
Un'abbondante pioggia è sufficiente per ripristinare lo stato vegetativo.

A differenza del più comune Aponogeton distachyos, A.desertorum non entra in letargo nella stagione calda, la bella fioritura inizia ad Aprile e prosegue senza interruzione fino all'Autunno inoltrato.


Questa bella acquatica galleggiante è perfetta per piccoli e medi laghetti o in contenitori, collocata a mezz'ombra ad una profondità di 15-30 cm. si dimostra molto resistente e di scarsa manutenzione.

martedì 25 marzo 2014

UN GIARDINO RICCO DI NATURA

Un giardino ispirato alla natura è il risultato di diversi fattori: un'ubicazione in una zona aperta dove magari ancora esistono campi coltivati, un'abitazione in stile rustico, il desiderio di trasformare la propria area verde in un punto di attrazione o di passaggio per l'avifauna e per quegli animali benefici che vivono liberi in natura.


Non si tratta di un progetto impossibile, basta aprire il cuore e la mente alla natura ispirandosi all'organizzazione che i vegetali mostrano nei paesaggi naturali.
Un Giardino naturale deve diventare il proseguimento del paesaggio circostante, uno spazio accogliente che ci permetterà di godere dell'avvicendarsi delle stagioni e, con alcuni accorgimenti, ricreare quegli habitat naturali che vanno sempre più riducendosi a scapito di flora e fauna.


La scelta delle piante dovrebbe essere rivolta a specie autoctone di tipo rustico appartenenti alle categorie degli arbusti, alberi ed erbacee con fioriture scalari durante l'anno e con la produzione di semi e bacche appetibili per gli animali.
Con questa varietà di piante è possibile riproporre nel giardino l'organizzazione a strati che si riscontra nei sistemi vegetativi tipici della natura.
I livelli stratificati presenti in natura sono:
  • il prato basso
  • le erbacee
  • gli arbusti
  • gli alberi
Ogni strato è strettamente connesso all'altro e permette un perfetto equilibrio tra regno vegetale e animale.
Le piante dovranno essere disposte nelle aiuole in funzione del loro portamento e delle dimensioni finali a maturità raggiunta per formare degli spazi che si equilibreranno con il "vuoto" rappresentato dal prato. 


La varietà delle piante e la loro corretta manutenzione sarà determinante per attirare un numero elevato di specie di animali selvatici che potranno avvantaggiarsi sia degli spazi aperti, che di angolini nascosti, zone di luce e di ombra, alternanze di cui occorrerà tener conto progettando il giardino.


La scelta delle piante dovrà essere volta ad offrire riparo e cibo sottoforma di frutti, nettare e semi, collocandole in folti e variegati gruppi allo scopo di fornire riparo invernale e spazio per la nidificazione.


Un giardino realizzato in modo adeguato può consentire a molti volatili di insediarsi nei pressi dell'abitazione offrendo spunto per interessanti osservazioni.
Gli inglesi, con la loro grande cultura per gli spazi verdi, lo chiamano "Birdgardening" , pratica utile dal punto di vista naturalistico e che regala momenti di relax a chi la pratica, in particolar modo per i bambini.


In un giardino di grandi dimensioni è facile ricavare zone utili per gli animali selvatici, cosa che diventa maggiormente complicata in piccoli giardini in cui comunque è possibile ugualmente riservare piccole aree per la sosta e per il nutrimento di volatili di passaggio.
Elementi indispensabili da inserire per attirare l'avifauna sono i posatoi, vaschette ricolme d'acqua fresca e semi per alimentare i nostri piccoli amici.


Lo stile del Giardino di campagna è forse il migliore per attuare il progetto:
la zona lasciata a prato risulta utile a merli che nell'erba cercano larve e vermi, un'ulteriore area dovrebbe rimanere incolta e tranquilla dove ortiche, cardi e tarassachi offrono semi ai volatili ed attirano insetti, gradite prede per gli uccelli.

Vi sono specie vegetali particolarmente amate dall'avifauna che, nella scelta delle piante da inserire in un Giardino naturale, non dovrebbero mancare.

Sorbo degli uccellatori

Tra gli alberi troviamo Betulla (Betula pendula) e Farnia (Quercus robur), adatti ad ospitare nidi e offrire riparo, entrambi gli alberi forniscono semi e frutti cercati da molti uccelli.
Specie un tempo diffuse nelle campagne e adatte a questo tipo di progetto sono il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) una Rosacea dalle bacche molto appetibili per la fauna migratoria, il Ciliegio a grappoli (Prunus padus) dalla meravigliosa fioritura che offre bacche nere mangiate solo dagli uccelli, Fico (Ficus carica) i cui dolcissimi frutti autunnali sono graditi a tutti gli animali frequentatori del giardino, insetti compresi.

Gelso nero

Il Gelso nero (Morus nigra) è molto apprezzato per la sua bellezza a forma di cupola e per il frutto: una mora che in estate matura ed attrae molti uccelli.
L'antichissimo Noce (Juglans regia) con le sue fronde offre riparo e spazio per la nidificazione, pochi sono gli uccelli in grado di rompere il robusto guscio del frutto come picchio, ghiandaia, cornacchia e gazza ( il frutto si presta per essere sbriciolato all'interno delle mangiatoie).
Anche Tasso (Taxus baccata) e Tiglio (Tilia cordata) producono frutti molto ricercati dagli uccelli.

Rosa canina

Tra le specie arboree l'Agrifoglio (Ilex aquifolium) e la Rosa canina rappresentano una riserva di cibo invernale, il Sambuco (Sambucus nigra) dalla crescita rapida, produce bacche estive molto apprezzate da cince, tordi, capinere e usignoli.
Il Biancospino (Crataegus monogyna), oltre a formare bellissime siepi, è idoneo ad ospitare i nidi, le drupe (bacche rosse) sono molto apprezzate da diversi tipi di volatili.

All'interno del giardino, dovrebbero trovare posto aiuole, ognuna con la sua "vocazione" senza trascurare il senso estetico, con la giusta collocazione daranno il benvenuto ai visitatori mediante armonia di forme e colori.


L'aiuola dedicata all'avifauna deve essere costituita in modo tale da attirare e ospitare volatili, le piante dovranno essere disposte secondo le dimensioni "a scalare" verso l'interno e in base ai colori del fogliame e dei fiori.
Idealmente questa zona dovrebbe essere caratterizzata da vegetazione esuberante e ricca di fioriture, silenziosa e arricchita di posatoi, mangiatoie dove porre cibo e riserve d'acqua durante l'Inverno .
Permettendo la completa maturazione e fruttificazione di fiori ed erbacee si otterranno semi che saranno di supporto all'avifauna durante l'Inverno.

Callicarpa bodinieri

Consiglio la piantumazione di Callicarpa bodinieri, dalle ornamentali bacche lilla invernali, Corniolo (Cornus mas) dalla fioritura precoce e conseguente produzione di bacche rosso scarlatte commestibili anche per l'uomo, Spincervino (Rhamnus) arbusto con spine legnose e ricco di bacche blu scuro utilizzato anche da alcuni Lepidotteri per la deposizione delle uova e l'allevamento delle larve.
Un altro arbusto con bacche molto gradite dagli uccelli è il Ligustro (Ligustrum vulgare) mentre una nota di colore nell'aiuola per l'avifauna è data dalla Monarda, erbacea rustica molto ricca di nettare che si inserisce perfettamente nei giardini di campagna.

La presenza di un laghetto in giardino faciliterà i volatili a bere, collocando alcuni grossi sassi lungo il bordo si impedirà cadute accidentali in acqua.


La manutenzione di un giardino naturale è completamente diversa dalla gestione di un giardino puramente ornamentale, decidere di ospitare uccelli nella propria area comporta un approccio più naturale al giardinaggio.

Occorre ad esempio lasciare a terra le foglie cadute per permetterne la decomposizione e favorire l'insediamento di invertebrati come ragni, vermi, millepiedi ecc.. ottimo nutrimento invernale per l'avifauna, anche un cumulo di legna in decomposizione in un angolo isolato del giardino e zone di erba non tagliata attrarranno i piccoli insetti.


Lasciare tratti di siepe incolta ne permetterà la fruttificazione, la ricchezza di piante da fiore promuoverà l'abbondanza di nettare.
Imitare la natura e lasciare un po' di disordine nel proprio giardino non darà un impatto visivo disastroso, l'effetto ottenuto sarà piacevole ed incrementerà l'arrivo di animaletti selvatici che troveranno cibo e riparo.
Lasciare capsule, bacche e frutti sulle piante durante la stagione fredda, le potature si dovranno effettuare dopo la maturazione totale.


Bandire l'uso di preparati chimici che alterano gli equilibri della catena alimentare e che possono risultare tossici a quelle specie animali utili, per la difesa delle piante consiglio di optare per rimedi naturali.













sabato 22 marzo 2014

IL LAMINETO, LA VITA SOTTO E SOPRA L'ACQUA

Il lamineto è un insieme di piante idrofite che vivono in acque ferme o a lento scorrimento, sommerse o galleggianti, radicate nel fondo o fluttuanti in una profondità che va da 50 a 200 cm.
Il nome deriva dalla "lamina" che le foglie galleggiati formano sulla superficie dell'acqua che funge da barriera protettiva dell'ambiente sottostante e da separazione tra mondo acquatico e aereo.


In Italia il lamineto è situato soprattutto in Pianura padana, sempre più in diminuzione per la continua antropizzazione degli ambienti umidi.
Questo straordinario habitat è un perfetto ecosistema costituito da flora e fauna ricca di invertebrati, anfibi, rettili.

Le specie animali e vegetali che vi abitano hanno dovuto "inventare" una serie di adattamenti e specializzazioni di forma e di funzioni, per sopravvivere in questo ambiente con particolari condizioni ecologiche di confine tra acqua e aria.


Le piante che vivono nel lamineto, dove l'acqua è più profonda hanno adottato diverse strategie di vita per vegetare immerse nell'acqua (escluso i fiori), trasformando le loro foglie in fini lacinie (cioè formazioni piatte e allungate simili a frange in grado di resistere alla corrente dell'acqua), oppure dotandosi di leggeri piccioli pieni d'aria per permettere alle larghe foglie di giungere sulla superficie, distendersi e compiere la fotosintesi.


Questa estrema specializzazione adattiva ha permesso di colonizzare ogni angolo dell'ambiente acquatico anche se ciò ha reso questi vegetali molto vulnerabili e sensibili al minimo cambiamento dell'habitat.

Nimphaea alba

Nuphar luteum

La regina del lamineto è la Ninfea bianca (Nimphaea alba) seguita dai fiori gialli del Nannufaro (Nuphar luteum) e del Limnantemio (Nymphoides peltata).

Nymphoides peltata

Ceratophyllum demersum

Nell'associazione vegetativa del lamineto non manca il Ceratofillo comune (Ceratophyllum demersum) pianta sommersa tenece dal fusto sottilissimo e flessuoso, lunga fino a 2 metri con foglie verticillate.

Polygonum amphibium

Altro componente è il Poligono anfibio (Polygonum amphibium) che, come dice il nome latino si adatta sia ad una vita terrestre che a una acquatica.
In acqua presenta belle foglie galleggianti molto allungate e lisce con fiori eretti raggruppati in spighe dal colore rosa.
La forma terrestre è più piccola con foglie lievemente pelose e fusti eretti.
Questa estrema adattabilità permette alla pianta di sopravvivere in luoghi soggetti a forti variazioni di livello acquatico stagionale.

Tappeto di Lenticchia d'acqua

Lenticchia d'acqua (Lemna gibba, minor o major, Spirodela polyrrhiza,, Wolffia arrhiza) ricopre il lamineto come un denso tappeto verde, le diverse specie in genere crescono in popolamenti misti.
Lenticchia d'acqua è costituita da un piccolo disco galleggiante con tessuto aerifero nella parte inferiore e di una radichetta lunga 2-3 cm.
La copiosa presenza nel lamineto e la rapidità di diffusione fanno di lenticchia d'acqua un'importante fonte di cibo per pesci e aviofauna.

Ranunculus aquatilis

Ranuncolo acquatico (Ranunculus aquatilis) emerge di qualche centimetro dall'acqua e, con la sua bella fioritura precoce, annuncia l'arrivo della Primavera nel lamineto.
Il fiore bianco è simile a quello della specie terrestre, la morfologia della foglia emersa si presenta a margine dentato, quella sommersa è filiforme.

Hydrocharis morsus-ranae

Sempre più rara la sua presenza nel lamineto, Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) , è una natante a radici libere con lunghi stoloni che ai nodi formano rosette costituite da foglie cuoriformi poste sul pelo dell'acqua.
Le radici, in caso di penuria d'acqua possono radicare nel fango, elemento indispensabile durante l'Inverno per la conservazione degli ibernacoli, particolari germogli ricchi di amido che in Primavera risalgono in superficie per dare nuova vita alla pianta acquatica.

Potamogeton crispus

Potamogeton crispus o Brasca increspata è un'elegante acquatica sommersa che fa parte della flora del lamineto.
Le sue foglie lanceolate sono lucide e lisce, verdi o marroni a seconda della profondità in cui vivono ospitate su lunghi fusti molto ramificati.
La pianta sopporta un certo grado d'inquinamento, molto gradita da pesci e da gasteropodi d'acqua dolce.

Salvinia natans

Erba pesce (Salvinia natans) è uno dei migliori indicatori biologici di eutrofizzazione nel lamineto, non a caso questa graziosa piccola felce acquatica natante sta sparendo allo stato spontaneo.
La pianta ha sviluppato un'alta specializzazione per vivere nell'ambiente acquatico e superare la stagione fredda.

Utricularia australis

La carnivora Erba vescica delle risaie (Utricularia australis) è una componente molto interessante del lamineto.
I fusti ramificati sommersi sono flessibili con brevi foglioline capillari assimilatrici e altre filiformi dentate.
Tra queste, alcune sono trasformate in otricoli, vescicole che fungono da galleggianti e da trappole che si aprono a scatto se entrano in contatto con una preda (crostacei).

Hottonia palustris

Ultimo componente è la rarissima Erba scopina (Hottonia palustris), dall'alto fusto eretto con radici immerse nel fango e altre argentee liberamente fluttuanti.
Le foglie sono sommerse e simili ad un pettine, in caso di drastici cali di livello dell'acqua affiorano alla superficie.
Si è adattata a vivere anche all'ombra.

Salamandra

Questo ambiente è popolato anche da numerosi invertebrati, anfibi, rettili, pesci e molluschi gasteropodi e bivalvi.
La presenza di acqua ferma o a debole corrente del lamineto è indispensabile agli anfibi come rane, rospi, salamandre, tritoni e protei per compiere la riproduzione e lo sviluppo larvale, alcuni anche solo per la deposizione delle uova che, se esposte all'aria, si asciugherebbero.

Nel lamineto può vive il rarissimo Pelobate fuscus, un piccolo rospo endemico della Pianura Padana.
Tra gli anfibi troviamo le cosmopolite rane verdi (Rana lessonae e Rana esculenta), Lenticchia d'acqua è in grado di sopportare il peso di questi anfibi che amano camminare al di sopra del tappeto verde e vi si mimetizzano con la loro colorazione.
In questo ambiente passano la maggior parte del loro tempo il tritone crestato
(Triturus crestatus carnifex) e il più raro tritone punteggiato (Triturus vulgaris meridionalis).

Emys orbicularis).

Per quanto riguarda i rettili, il lamineto è popolato dall'innocua biscia dal collare (Natrix natrix), abile nuotatrice che si muove sott'acqua alla ricerca di prede come larve e anfibi ed è rimasto l'ultimo rifugio per l'ormai rara Testuggine palustre (Emys orbicularis).

La ricchezza di forme di vita all'interno del lamineto comprende anche un elevato numero di invertebrati come piccoli crostacei, molluschi, anellidi e tutti quegli insetti che durante la vita larvale sono legati all'acqua.
Gli esempi più noti sono costituiti da libellule e zanzare e da coleotteri acquatici come i ditischi e i gerridi, insetti acquatici che amano pattinare sulla superficie dell'acqua.


La popolazione di invertebrati è fonte di cibo per anfibi e pesci tra i quali sono presenti le specie tipiche di ambienti a fondo limoso e acque lente come le carpe (Cyprinus carpio), le tinche (Tinca tinca), carassi (Carassius carassius) e lucci (Exos lucius).

Anatidi

Gallinella d'acqua

L'ornitofauna è di particolare rilevanza, nel lamineto molte specie trovano un ottimo habitat riproduttivo, un punto di sosta (per le specie migratorie di passaggio) o un luogo di svernamento.
Si possono avvistare diversi anatidi come il germano reale (Anas platyrhynchos), l'alzavola (Anas crecca) o vedere nuotare e camminare agilmente sulle foglie di ninfea e di nannufero le gallinelle d'acqua (Gallinula chloropus) e le folaghe (Fulica atra).
Il Martin pescatore (Alcedo Atthis) si tuffa agile nel lamineto alla ricerca di avannotti, girini e grossi invertebrati.

Gambusia

Da non dimenticare le specie alloctone recentemente introdotte dall'uomo come Trachemys scripta, un'altra tartaruga d'acqua e numerosi pesci tra i quali la gambusia, il pesce gatto e alcuni Ciprinidi.
Un impatto disastroso per l'ambiente è quello provocato dal Gambero rosso della Louisiana, introdotto a scopo alimentare nelle nostre acque.


Oggi il lamineto, tanto caro al maestro impressionista Claude Monet, è ovunque gravemente minacciato, i danni apportati in ogni parte del mondo a questa rara associazione vegetale sono un disastro del quale sarebbe  meglio prendere atto.