I d'Este appartengono alla casata di Ferrara, più precisamente il cardinale Ippolito II, figlio di Lucrezia Borgia e nipote di Papa Alessandro VI, che entrano in pompa magna a Tivoli per impossessarsi dei luoghi a loro donati e si ritrovano in un convento riadattato, molto lontano dai fasti della lontana Ferrara.
Ippolito II rimane affascinato dal clima e dalle bellezze naturali del posto, dall'abbondanza di reperti della Roma antica che affiorano da ogni luogo e vuole che si costruisca una villa grandiosa dove godere delle cose splendide della vita.
Affida il progetto e i lavori all'architetto Pirro Ligorio che affiancato da una quantità impressionate di artigiani crea con genio e maestria un capolavoro del Rinascimento italiano.
Dall'inaugurazione nel 1572 fino al 1624 la casata d'Este ne mantiene la proprietà, con manutenzioni e arricchimenti a cura del Bernini.
La Villa è particolarmente interessante, ma è il giardino che esprime una magnificenza che per secoli si è tentato di imitare nelle dimore europee.
Pirro Ligorio con intuito geniale, dà vita ad un giardino grandioso ricco di vasche, fontane spettacolari, splendidi giochi d'acqua, canali e tubazioni sotterranee, piante particolari.
Sfrutta e doma la natura in forma di terra e di acqua, piegandola al suo volere.
I numeri sono esagerati: 35000 m. quadrati di giardini, 255 cascate, 100 vasche, 250 zampilli, 50 fontane e innumerevoli piante secolari, piante a rotazione stagionale, viali, vialetti, esedre ecc...
Per soddisfare tutta questa necessità di acqua viene costruita una vasca alimentata dal fiume Aniene con una portata di 300 litri al secondo.
Sfruttando il principio dei vasi comunicanti, senza alcun congegno meccanico, Ligorio ottiene un effetto fantasmagorico di zampilli ad ogni altezza, suoni di organi e canti di uccelli, dà la vita a personaggi mitologici, fantastici ed animali immaginari.
Di questo splendore è arrivata una sola parte ai giorni nostri, la proprietà passata in mano alla casa Asburgo viene depredata dei suoi tesori e lasciata al completo decadimento.
Nella seconda metà dell'ottocento, il cardinale von Hohenlohe-Schillingsfurst, innamorato del luogo ne fa un centro di attività culturali ( dove è spesso presente Franz Liszt), ristruttura il più possibile le parti deteriorate del complesso.
Il totale ripristino viene effettuato dallo Stato Italiano dopo la Prima Guerra Mondiale. Purtroppo i bombardamenti della Seconda guerra Mondiale non risparmiano Villa d'Este che subisce ulteriori danni, poi riparati.
Oggi possiamo ammirare solo una parte degli antichi fasti:
il Vialone è il primo e più grande viale del giardino, prende inizio dopo un loggiato, ai piedi della maestosa scala di marmo. E' un piano rialzato parallelo alla facciata della Villa e da qui il cardinale e la sua corte ammiravano il giardino, assistevano a spettacoli e prendevano il fresco nelle giornate più calde.
la Gran Loggia da cui si può ammirare un fantastico paesaggio
Diana |
Grotta di Diana era totalmente decorata con mosaici, stucchi e bassorilievi, il pavimento con maioliche colorate. Qui erano collocate le statue di Minerva e Diana Cacciatrice (ora sono al Museo Capitolino). Alle pareti sono rappresentate scene mitologiche in stucco e altorilievi, gli occhi dei personaggi sono rappresentati con pietre preziose.
la Rotonda dei Cipressi è un piazzale a forma di esedra circolare circondata da cipressi secolari. In origine esisteva un chiosco con pergole e numerose statue. Vi sono collocate anche quattro basse fontane.
Fontana del Bicchierone |
Fontana del Bicchierone o del "Giglio", è una sobria fontana realizzata in un secondo tempo dal Bernini. E' costituita da una grande conchiglia che regge un calice (bicchierone) sovrapposto da un altro più piccolo, mostra un delicato e poetico gioco d'acqua.
Fontana Europa mostrava, tra ordini di colonne sovrapposte che formano un arco di trionfo, il gruppo marmoreo di Europa che abbraccia il Toro (ora collocato a Villa Albani), l'acqua era raccolta in una raffinata vasca marmorea non più presente.
Fontana del Pegaso |
Fontana del Pegaso mostra il cavallo rampante che collocato su una roccia all'interno di una vasca circolare batte il suo zoccolo e fa sgorgare la fonte Ippocrene, sacra alle Muse. Poi, con ali spiegate, sembra voglia spiccare il volo improvvisamente.
Cento Fontane |
Cento Fontane cento sono gli zampilli, cento i metri del viale che costeggia e cento sono le figure antropomorfe da cui zampilla l'acqua organizzati in due file sovrapposte.
Sono alimentati da acqua che simbolicamente proviene dai tre affluenti del Tevere sottoforma di zampilli, gigli, aquile e obelischi. Le cento fontane sono uno spettacolo affascinante anche se il muschio ha ricoperto i marmi e l'acqua ha corroso i particolari e le iscrizioni.
Fontana dell'Ovato |
Fontana dell'Ovato lievemente in disparte ma non per questo nascosta, un tempo raccoglieva le acque dell'Aniene. Il nome Ovato deriva dalla forma che essa ha, al di sotto degli innumerevoli zampilli si trova una grande vasca che ne accoglie l'acqua. Con le rocce disposte a rappresentare i monti Tiburtini, massi e statue che simboleggiano i tre affluenti dell'Aniene, si può considerare la fontana più elaborata del giardino e dal grande gusto Barocco. In una scenografia appositamente studiata, appare sulla sommità delle rocce la Fontana del Pegaso, quasi fosse parte integrante della grande Fontana dell'Ovato.
Fontana dei Draghi |
Fontana dei Draghi si dice sia stata costruita in una sola notte in onore del Papa Gregorio XIII giunto in visita d'onore. I quattro draghi che sono rappresentati nel gruppo scultorio centrale si ispirano allo stemma della casata papale e disposti in cerchio, dandosi le spalle, sputano acqua dalle loro fauci quasi fosse fuoco.
Uno zampillo centrale più elevato completa il gruppo. Una delicata scalinata con rivoli d'acqua abbraccia la fontana, nei pressi in una nicchia la statua di Ercole.
- Concludo così la prima parte di questa passeggiata virtuale nei giardini della meravigliosa Villa d'Este.
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GRAZIE PER LA VISITA. A PRESTO.