giovedì 25 settembre 2014

IPPOLITA, STORIA DI UNA STREGA DI PALUDE

La storia di Ippolita non è una favola o una fola, come si dice qui nella Bassa, ma un fatto reale che si è dipanato cinquecento anni fa a pochi metri dalla casa in cui abito.
Tutto è documentato, gli archivi storici di Modena raccolgono i verbali del processo che hanno portato una giovane ragazza sul rogo, solo perchè "diversa" in un'epoca in cui paura e maldicenza spadroneggiavano.

Concilio di Trento

Il periodo storico in cui Ippolita trascorre la sua breve vita è molto particolare: la Chiesa Cattolica in risposta alle numerose scissioni nate al suo interno attua la Controriforma. Tra i decenni che vanno dal 1500 al 1600 in Europa nascono diverse dottrine religiose (protestanti calvinisti , luterani, anglicani) a cui la Chiesa pone un freno con il Concilio di Trento (1545-1563).
Nasce l'ordine dei Gesuiti che, affiancati all'inquisizione spagnola già da tempo operante, difendono strenuamente la Chiesa opponendosi all'eresia.
La Chiesa Cattolica irrigidisce ulteriormente le sue posizioni con un atteggiamento di chiusura completa, Il tribunale del Sant'Uffizio dell'Inquisizione romana viene ripristinato.


Inquisizione

Ma il clima di paura e tensione che si respira nella seconda metà del '500 non è solo causato da motivi religiosi, l'Europa sta vivendo un momento fatto di guerre, carestie, epidemie, problemi economici che creano insicurezza nella popolazione.
La risposta dei politici e dei religiosi è quella di predicare austerità e moderazione con la repressione di chiunque possa mettere in discussione o minare l'autorità.

Le accuse di eresia diventano sempre più frequenti, le manifestazioni di odio e paura si aggravano verso il "diverso" considerato demoniaco e una minaccia per l'ordine sociale.
Nell'intera Europa tra il 1560 e il 1630 circa 20000 persone vengono bruciate sul rogo, soprattutto donne, in seguito ad una condanna per stregoneria.
Non si conosce il numero esatto di persone perseguitate e processate, si sa che la cifra è elevatissima, una sorta di ossessiva persecuzione che ha provocato una vera "caccia" alle streghe.


Rogo 

Quelle che si definivano pratiche magiche erano invocazioni di esseri sovrannaturali legati agli elementi naturali con riti e formule che si tramandavano da secoli e con la preparazione di pozioni o medicamenti con le erbe che la natura offriva.
Dal '400 la Chiesa inizia ad associare la "magia" come opera del demonio con il quale la strega o lo stregone stringevano un patto con il quale l'essere umano abbandonava la fede cristiana per seguire il diavolo.
Siccome nessuno veniva colto in flagranza di reato, dal '500 si iniziano a ricercare quei segni che marchiavano la strega a conferma del patto satanico.


Manuale sulla stregoneria, anno 1437

Bastava un colore particolare dei capelli (come il rosso), una parte del corpo insensibile al dolore, un neo dalla forma particolare, la denuncia di un vicino, parente o conoscente si finiva per essere arrestati, torturati e processati, fino alla condanna capitale.

La classe colta tramite prediche e pubbliche accuse convince la popolazione dell'esistenza delle streghe, suscita terrore che può essere combattuto solo col fervore religioso.


Dal film Disney "Brave"

Ippolita è una figlia illegittima di un ricco bolognese e di una dama di corte francese da cui eredita una massa fiammeggiante di capelli e un fisico longilineo ed elegante.
La nonna, la contessa Lanzirelli, che per il figlio ha in progetto un matrimonio di convenienza, fa allontanare la piccola dalla casa padronale abbandonandola al suo destino.
La mamma francese di Ippolita, malata e non più in grado di accudire la bambina di 2 anni, la affida ad una serva che in passato le era stata fedele e che ora vive con la famiglia nelle campagne bolognesi.



Ippolita cresce nella vecchia Pianura dove cielo, terra e acqua si confondono, all'interno di un'ambiente agreste in cui fin da piccola conduce la vita dei contadini: si cura del pollaio e dell'orto con la madre adottiva, nutre i preziosi bachi da seta, governa gli animali nella stalla, gioca con i coetanei lungo i fossati della palude in piena libertà immersa nella natura.

La piccola Ippolita non sa di essere stata adottata ma lo intuisce, non assomiglia assolutamente ai genitori e al fratello, dai capelli scuri e dal fisico tarchiato.
E' una bambina molto amata, ha la testa piena di sogni e fantastica spesso assorta.
Nel 1600 Ippolita compie 10 anni e durante una lite con una coetanea apprende in seguito ad un'offesa di essere una figlia illegittima, non solo: per la prima volta a causa di quell'aria sognante che spesso la caratterizza, quei capelli fulvi mai visti prima, quel suo girovagare sola per i boschi, viene chiamata strega



La madre adottiva svela ad Ippolita le sue vere origini, inizia per la piccola un periodo di isolamento totale in cui vaga tutto il giorno in quelle terre dove io stessa vivo. 
Conosce l'intreccio dei canali, le erbe che vi crescono sulle rive, i passaggi nascosti della palude, si specchia nell'acqua dei fossi sperando di diventare lei stessa una pianta palustre per scomparire da quella gente che la respinge, da quell'aura maligna che le ruota attorno.

Parla con gli animali selvatici, diventa un tutt'uno con la vecchia palude.

Partecipando ad una sagra paesana la notte di San Giovanni, sente raccontare di terre lontane in cui è possibile arricchirsi facilmente: sono le Americhe.
Ippolita in fondo è solo una bambina, organizza il viaggio con altri bambini del paese per recarsi a piedi nella terra sconosciuta.
Il gruppo, sulla strada per Bologna, viene riacciuffato e punito dai rispettivi genitori che accusano Ippolita di aver utilizzato una magia per convincere i loro figli a compiere questo assurdo viaggio.

Questo episodio aggrava notevolmente la posizione di Ippolita, in paese è sempre più mal vista, il suo modo di essere non viene compreso e mal interpretato. I bambini hanno il divieto di frequentarla.


Frate domenicano

Per colmare le vuote giornate di Ippolita, la madre affida la ragazzina ad un frate domenicano che le insegna a leggere e scrivere e scopre le doti canore di Ippolita. Adesso canta gli inni sacri come solista in chiesa, nascosta però da una tenda.
Il fatto alimenta l'invidia delle gente, rispolvera le vecchie chiacchiere e c'è chi afferma che la bambina abbia stregato anche i frati che tentavano di sottrarla al destino di strega.

Durante il suo girovagare con i piedi a mollo nella palude, Ippolita viene in contatto con una strana donna che vive come un eremita in una capanna nascosta dalla vegetazione palustre, si tratta di una guaritrice che conosce le erbe medicamentose che la natura offre, con esse prepara pomate e pozioni per far guarire persone e animali.


Digitale

Dalla "donna delle palude" Ippolita apprende l'arte della conoscenza delle piante e delle erbe medicinali, impara ad essiccarle e preparare unguenti e tisane curative, si appassiona e riempie la sua solitudine.

Durante l'undicesimo anno di Ippolita, nel paese scoppia un'epidemia di tifo che uccide molti abitanti. Il medico esperto chiamato dalla città, diagnostica come causa, un evento malefico che l'ignoranza della gente attribuisce alla "donna della palude".
Un gruppo inferocito si precipita alla capanna dove, oltre la "strega", viene trovata anche Ippolita e dal quel momento bollata come la sua apprendista. 

Consegnate alla giustizia del Sant'Uffizio, dopo un processo, la "donna della palude" viene bruciata sul rogo in Piazza Maggiore a Bologna, Ippolita restituita alla madre per la sua giovane età.


Capanna di palude



Tutti questi elementi e fatti accaduti, alcuni apparentemente insignificanti, contribuiranno dopo alcuni anni, alla condanna di Ippolita per stregoneria.

La madre adottiva, per proteggere la figlia, la conduce a Bologna per affidarla alla sua famiglia di origine che la accoglie a livello di serva.

Anche nel ricco palazzo invidia e maldicenza sono contro Ippolita che viene allontanata per essere rinchiusa nel Conservatorio di Santa Maria del Baraccano, luogo in cui le giovano ragazze imparano l'arte del ricamo e del cucito in attesa di raggiungere il momento del matrimonio.


Santa Maria del Baraccano


Il Conservatorip del Baraccano esiste ancora a Bologna, ora è un edificio storico del Comune ma dalla metà del '400 fino al XX secolo ha ospitato ragazze orfane o bisognose di assistenza procurando loro la dote al momento del matrimonio.
Si trattava di un'istituzione religiosa con lo scopo di educare e istruire ragazze in difficoltà economiche e di buona famiglia per salvarle da attività "disonorevoli", diversificando i livelli sociali di provenienza.

Le ragazze vivevano in una sorta di clausura ricamando sete e pizzi finissimi per le nobili della città, conducevano vita quasi monastica racchiuse da mura che le isolavano dal resto del mondo.
La vita per queste ragazze era molto dura e priva di qualunque comfort o svago.

Ippolita vive all'interno del Conservatorio del Baraccano fino a 19 anni, soffocando il suo spirito indomito e il suo desiderio di libertà. Quando le condizioni di vita si inaspriscono maggiormente, Ippolita fugge dal Baraccano per tornare nella sua amata palude.


Capanna di palude, interno


In sette anni il paese non è molto cambiato, per il momento il ritorno appare tranquillo, i campi i canali e la palude sembrano attendere il ritorno di Ippolita.
La ragazza, durante il suo quotidiano peregrinare, torna alla capanna della "donna della palude", ritrova i vasi per le erbe e il materiale per preparare i medicamenti, in segreto ripristina l'antico laboratorio.

Inizia così la sua attività di guaritrice, la gente le porta piccoli animali o chiede di curare malanni e acciacchi regalandole qualche monetina. 
Quando, grazie ai medicamenti somministrati, sottrae alla morte un bambino a cui un frate domenicano aveva già impartito l'Estrema Unzione, la situazione precipita: secondo la Chiesa Ippolita ha rubato un'anima già consacrata a Dio per donarla al demonio. 



La ragazza viene arrestata  e condotta in carcere a Bologna, con l'accusa infamante di stregoneria.
I testimoni sono tutti a suo sfavore: la fuga per raggiungere le Americhe, la frequentazione della "donna della palude", la pratica di arti magiche e innumerevoli aneddoti di pura fantasia, tutto depone contro Ippolita.
La ragazza nega ogni accusa e si dichiara innocente, la tortura però spezza la sua resistenza, conferma e accetta le accuse.

Ormai l'isteria degli abitanti del paese è alle stelle: chi dichiara di averla vista volare e trasformarsi in civetta, chi praticare sortilegi con l'aiuto del demonio con il quale aveva stretto un patto, chi l'aveva vista sacrificare animali nella palude in onore di Satana.
Il tribunale non ha bisogno di altre conferme, anche se Ippolita ritratta la confessione strappata sotto tortura, viene condannata al rogo perchè riconosciuta una strega.



Il giorno della sua esecuzione la Piazza Maggiore di Bologna è gremita, ci sono tutti quelli che l'hanno accusata, indossano gli abiti migliori e si sono portati le provviste come in un giorno di festa.
Ippolita ha 20 anni, deve morire per l'ignoranza e la cattiveria tra la folla vociferante che l'accusa e la schernisce.
Dopo impiccagione, il suo corpo viene arso sul rogo davanti alla Basilica di San Petronio tra il vociferare e l'allegria della popolazione esultante.

La storia di Ippolita appartiene al passato ma la caccia alle streghe continua a tutt'oggi, le idee ritenute pericolose in alcuni Paesi vengono soppresse, in molti luoghi dove non esiste la libertà di pensiero si viene sospettati e accusati senza possibilità di difesa.
Ippolita è solo una giovane strega di Pianura, vissuta negli stessi luoghi dove adesso io posso camminare in libertà.



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