E' al centro di questa terra, creata dalla difficoltà dei principali fiumi romagnoli a raggiungere la costa adriatica o il Po di Primaro che sorge Bagnacavallo, Ravenna.
Sulla riva sinistra del fiume Lamone, in un complesso sistema territoriale di corsi d'acqua e zone umide nasceva anticamente un piccolo agglomerato lineare di capanne e una chiesa, dal toponimo di Villa Nuova, oggi Villanova di Bagnacavallo, il paese delle cinque erbe.
L'ambito vallivo, lontano dal potere, terra di confine tra lo Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia, favoriva la presenza di gruppi nomadi e banditi fuggiaschi che in quelle terre inospitali cercavano riparo dalla legge dello Stato Pontificio.
Ricostruzione di una tipica capanna di valle |
Interno |
Le uniche modeste risorse che poterono sfruttare furono quelle che l'ambiente offriva loro: le erbe palustri che utilizzarono per costruire capanne e realizzare strumenti per la pesca di valle.
Venne avviata la raccolta e la lavorazione di erbe spontanee con le quali realizzare varie tipologie di manufatti e nel corso degli anni, questa originale forma di artigianato si è sviluppata fino a diventare la principale impresa economica della zona.
Dalle rustiche produzioni iniziali di gabbie, graticci, sedie e scope le creazioni si raffinarono sempre più, incontrando i gusti di mercanti e commercianti.
Lavorazione delle scope |
Tra '800 e '900 intere famiglie, bambini compresi, trasformarono le loro cucine in luoghi di lavoro in cui le erbe di valle si tramutavano in bellissime borse, cappelli, scarpe e accessori molto apprezzati negli anni '60 anche dal mondo della moda esportati dapprima nella vicina Venezia, poi anche all'estero.
Le donne in particolar modo, grazie al loro gusto e creatività, riuscirono ad ottenere con questo impiego redditi integrativi creando oggetti altamente eleganti e decorativi.
Con l'avvento della plastica, la lavorazione delle erbe palustri cadde in declino.
Gli abitanti per conservare la memoria storica della passata stagione produttiva ha fortemente voluto la nascita dell'Ecomuseo delle Erbe Palustri.
La gestione dell'area museale è affidata all'Associazione Culturale Civiltà delle Erbe Palustri.
Le cinque erbe utilizzate per la produzione di manufatti artigianali sono:
- Stiancia, ovvero Typha latifolia
- Carice, Carex ss.pp
- Canna
- Giunco, Juncus effusus
- Giunco pungente, Juncus acutus
Mappa interattiva |
I racconti delle protagoniste appaiono sulle pareti |
Il museo si è rivelato una sorpresa: numerose sezioni espositive disposte in quattro piani, supporti multimediali interattivi, una ricca raccolta di manufatti, una sala immersiva in cui viene proiettato l'ambiente vallivo del Delta del Po con immagini e suoni così reali che ci si sente parte integrante del luogo.
I cicli produttivi sono ampiamente documentati con molta cura, senza però annoiare il visitatore che può interagire con mappe che una volta sfiorate proiettano sulle pareti le immagini di donne che testimoniano le loro esperienze personali passate.
In una stanza del museo è stata riprodotta una cucina-stanza da lavoro in cui veniva compiuto l'intero ciclo lavorativo delle erbe di palude, una finestra multimediale si apre su un cortile virtuale dove si racconta lo svolgimento di una giornata-tipo della vita dell'epoca.
Ad ogni singola "erba di valle" è dedicata una sezione specifica, si possono ammirare bellissimi oggetti realizzati con questo materiale povero ma ricco di risorse e qualità.
Interessanti gli oggetti della vita comune, giocattoli, utensili, abbigliamento da lavoro della comunità villanovese.
All'aperto, all'esterno dell'area museale si può visitare il ricco "Etnoparco delle Capanne", che mostra la ricostruzione di alcune tipologie di capanni romagnoli, lo stagno con cavana (ricovero per le imbarcazioni di laguna) e battana (piccola imbarcazione a fondo piatto manovrabile con un solo remo).
Nell'intero museo e nel parco esterno traspaiono la cura e la passione dedicata da volontari che non si risparmiano e dedicano molto del loro tempo al mantenimento delle tradizioni.
Passato e futuro si intersecano con armonia nell'Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo senza prevaricare uno sull'altro, un mirabile esempio di come la sostenibilità ambientale e il rispetto di ciò che ci circonda sia possibile senza distruggere il paesaggio naturale.
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