Una pianta particolarmente interessante da aggiungere ad una zona
ombreggiata e umida del proprio giardino è Arum italicum.
Le foglie gradevolmente variegate persistenti durante l'Inverno e i rossi frutti dall'aspetto invitante regalano una nota di colore al bordo di un laghetto ornamentale sia di tipo formale che di aspetto naturale.
Spesso Arum viene associato con Hosta, un'altra pianta amante dell'ombra, perché in Autunno inoltrato, quando le foglie di Hosta appassiscono, quelle di Arum spuntano ed occupano lo spazio rimasto libero.
In natura Arum italicum vive nel sottobosco ombroso e umido, lungo le rive di corsi d'acqua, nei fossi, spesso nei pressi dei centri abitati.
Da alcuni anni sta interessando i garden designer come pianta ornamentale.
Arum italicum è un'erbacea perenne dalle insolite peculiarità la cui attrattiva non comune è quella di emanare calore dallo spadice a forma di clava protetto da un vessillo verde pallido (come nella Calla) da cui è costituita l'infiorescenza.
Tra i fiori che formano lo spadice si trovano delle estroflessioni ricche di sostanze zuccherine che catturano gli insetti pronubi e li trattengono fino a quando l'impollinazione non è avvenuta.
Gli insetti sono allettati dall'odore nauseabondo di putrefazione emesso dai fiori e dalle sostanze zuccherine presenti sulle estroflessioni, avvertiti soprattutto dalle mosche.
L'intensa attività catabolica dello spatice (emissione di calore) può superare la temperatura ambientale anche di 10-14° C., studi compiuti hanno attribuito la produzione di calore alla forte traspirazione dello spadice.
Si è notato poi che la spata si apre sempre verso Sud e la forma particolare è in grado di catalizzare i raggi solari.
Il nome Arum, detto anche Gigaro Chiaro, deriva probabilmente dal greco antico e significa "calore", per il termine Italicum cioè "italiano" si intende genericamente la fascia mediterranea di appartenenza della pianta.
In antichità, i frutti maturi di Arum italicum si credeva erroneamente fossero il cibo del biacco (Hierophis viridiflavus) un serpente carnivoro che vive nelle campagne, da qui l'appellativo "Pan di serpe".
Alla pianta sono state attribuite numerose proprietà curative associate ad un uso alimentare del rizoma essiccato, abitudine ancora presente in alcune zone italiane. Ad Arum venivano riconosciuti poteri magici, parti essiccate si portavano appese al collo all'interno di un sacchetto per sconfiggere il malocchio.
In realtà, Arum italicum, oltre a non contenere alcuna capacità farmacologica, è una pianta velenosa in tutte le sue parti sia per contatto che per ingestione.
Il rizoma, dopo la cottura o l'essiccamento, perde la maggior parte delle tossine presenti, ma sconsiglio ugualmente di utilizzarlo!!
L'aspetto allettante delle bacche è molto attraente, il gusto sgradevole e la sensazione quasi immediata di irritazione alle mucose, pizzicore e gonfiore fortunatamente non ne favoriscono l'ingestione.
La principale componente tossica di Arum italicum è l'ossalato di calcio (soprattutto i cristalli), sono presenti saponine e un glicoside dell'acido cianidrico. A contatto con la pelle i cristalli provocano dermatiti, se ingeriti infiammano tutto il tratto gastrico con vomito e dolori addominali.
Meglio quindi un uso ornamentale in un giardino all'ombra, lungo le sponde di laghetti, cascatelle o la collocazione in un giardino palustre.
Arum italicum nasce da un rizoma sotterraneo e raggiunge un'altezza massima di 100 cm, dal fusto in Autunno si dipartono ampie foglie a forma di freccia verde lucido sfumate di bianco disposte a spirale.
Da Marzo compare l'infiorescenza a spadice, giallognola o verde chiaro avvolta da una brattea, i frutti sono bacche ovoidi, seguono in Estate l'appassimento della spata e permangono dopo la scomparsa del fogliame.
Questa erbacea richiede terreno umido, in zone all'ombra lo sviluppo del fogliame è maggiore, al sole la fioritura è incentivata.
E' interessante l'uso di Arum come fitorimedio, la pianta infatti è in grado di assorbire una grande quantità di sostanze inquinanti.
In realtà, Arum italicum, oltre a non contenere alcuna capacità farmacologica, è una pianta velenosa in tutte le sue parti sia per contatto che per ingestione.
Il rizoma, dopo la cottura o l'essiccamento, perde la maggior parte delle tossine presenti, ma sconsiglio ugualmente di utilizzarlo!!
L'aspetto allettante delle bacche è molto attraente, il gusto sgradevole e la sensazione quasi immediata di irritazione alle mucose, pizzicore e gonfiore fortunatamente non ne favoriscono l'ingestione.
Arum italicum "Gold rush" |
La principale componente tossica di Arum italicum è l'ossalato di calcio (soprattutto i cristalli), sono presenti saponine e un glicoside dell'acido cianidrico. A contatto con la pelle i cristalli provocano dermatiti, se ingeriti infiammano tutto il tratto gastrico con vomito e dolori addominali.
Meglio quindi un uso ornamentale in un giardino all'ombra, lungo le sponde di laghetti, cascatelle o la collocazione in un giardino palustre.
Arum italicum nasce da un rizoma sotterraneo e raggiunge un'altezza massima di 100 cm, dal fusto in Autunno si dipartono ampie foglie a forma di freccia verde lucido sfumate di bianco disposte a spirale.
Da Marzo compare l'infiorescenza a spadice, giallognola o verde chiaro avvolta da una brattea, i frutti sono bacche ovoidi, seguono in Estate l'appassimento della spata e permangono dopo la scomparsa del fogliame.
Questa erbacea richiede terreno umido, in zone all'ombra lo sviluppo del fogliame è maggiore, al sole la fioritura è incentivata.
E' interessante l'uso di Arum come fitorimedio, la pianta infatti è in grado di assorbire una grande quantità di sostanze inquinanti.
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