Il nome non ha nulla di fantasioso, deriva dai vegetali che ne costituiscono la componente principale: la coca e la cola.
Fu inventata dal farmacista americano John Pemberton nel 1886 che inizialmente creò la segretissima ricetta come rimedio per il mal di testa e la stanchezza.
Pemberton non riuscì ad intuire il vero potenziale della bevanda, indebitato vendette per 2300 dollari la formula e i diritti ad un uomo di affari che capì la forza della bibita gassata.
Un prodotto globale con una storia globale, fortemente connotato geograficamente (gli Stati Uniti) in realtà frutto di migrazioni culturali e biologiche del passato.
"Nomina sunt consequentia rerum" (Giustiniano, Institutiones, libro II, 7, 3) cioè "I nomi sono conseguenti alle cose a cui appartengono", nulla incarna meglio il nome dato a questa bevanda i cui componenti principali sono la Coca (Erythroxylum coca) le noci del genere Cola, originarie dell'Africa tropicale.
Cola acuminata |
Le foglie alterne ovali sono sorrette da un lungo picciolo, i fiori gialli a grappolo precedono frutti oblunghi coriacei che contengono 5 semi verdi che assumono una colorazione gialla a maturazione avvenuta.
Noci di cola |
Le noci di Cola, ingrediente aromatizzante fondamentale nella preparazione della famosa bibita ricca di bollicine, racchiudono in sé numerose proprietà: stimolano il Sistema nervoso (azione energetica, stimolazione della mente sia in periodi di stress o di convalescenza), aumentano la secrezione dei succhi gastrici con conseguente aiuto nella digestione, favoriscono il dimagrimento (la caffeina presente allontana la sensazione di fame), efficaci nel trattamento delle emicranie grazie al maggior afflusso di sangue favorito da caffeina e teobromina, presentano moderate proprietà diuretiche, agiscono sul Sistema respiratorio (per broncodilatazione).
La pianta di Cola viene consumata in alcune regioni dell'Africa all'interno di cerimonie e riti, le noci vengono offerte agli ospiti come benvenuto e simbolo di amicizia, per consolidare un patto o una riconciliazione avvenuti.
Il seme masticato ha un sapore amaro ma viene ugualmente consumato dalle tribù indigene per l'alto valore simbolico, per combattere sonno e fatica, allontanare fame e sete e macinato come cicatrizzante delle ferite.
Erythroxylum coca |
Erythroxylum coca, più semplicemente Coca, è un piccolo arbusto Sudamericano dalle cui foglie si estrae un alcaloide considerato uno stupefacente: la cocaina.
Inizialmente, nella ricetta segretissima della bevanda gassata erano presenti tutte le componenti della pianta, in seguito venne eliminato l'alcaloide stupefacente.
L'uso tradizionale della pianta, sottoforma di masticazione della foglia, risale a due millenni prima di Cristo .
Non era diffuso presso tutta la popolazione ma era ad esclusivo appannaggio della classe sacerdotale.
L'effetto provocato dall'utilizzo della foglia fresca (assunzione attraverso la masticazione o infuso di foglie essiccate) non è assolutamente da paragonare a quello della cocaina, gli effetti psicoattivi sono meno intensi e le conseguenze su mente e fisico sono nulle.
L'uso tradizionale delle foglie di Coca presso le popolazioni andine aveva lo scopo di alleviare il dolore (le foglie masticate venivano anche applicate esternamente su ferite e fratture), per intensificare le funzioni sensoriali e intellettive, per elevare ed espandere la coscienza (uso nelle cerimonie religiose, sepolture).
Furono i conquistadores spagnoli ad incoraggiare la diffusione ed aumentare la produzione della pianta di Coca per favorire lo sfruttamento della popolazione autoctona impiegata nei lavori pesanti in condizioni di schiavitù.
L'utilizzo delle foglie di Coca verso gli schiavi aumentava la produzione per gli effetti dell'alcaloide che facilitava maggior resistenza alla fatica, sonno, fame e sete.
Spesso la misera paga consisteva in foglie di Coca.
Testina in terracotta che evidenzia sulla guancia il bolo della coca (2000 a. C. circa) |
Per i popoli Quechua, discendenti degli antichi Incas e residenti nei distretti andini di Perù, Bolivia ed Ecuador, masticare fogli di Coca ha una valenza che trascende gli effetti psicotropi della cocaina.
Il rituale ha un ruolo essenziale nel mantenimento dei principi culturali condivisi: la Coca è una parte integrante della vita di queste genti e un potente simbolo d'identità culturale; masticarne le foglie riconosce un membro come appartenente alla comunità.
Per i Quechua, la Coca è un balsamo per lenire il dolore di vivere.
Attenzione a non confondere questa pratica con l'uso della cocaina, bisogna invece associare l'uso tradizione delle foglie di Coca come un adattamento alla vita ad alta quota sulle alture andine.
Quechua |
La ricerca dell'alterazione mentale è stata una costante nella storia dell'umanità: ovunque sul Pianeta le popolazioni umane hanno trovato il modo di assumere sostanze psicoattive (quasi sempre dalle piante) che dessero euforia, alleviassero dalla fatica, permettessero esperienze mistiche.
I nostri antenati hanno assaggiato, bollito, fumato, inalato, distillato di tutto.
Il mondo vegetale, il più grande laboratorio chimico del mondo, è stato il principale fornitore di sostanze psicotrope, normalmente prodotte dalle piante per assolvere funzioni completamente diverse (ad esempio difesa contro i predatori).
Alcune di queste sono note fin dalla preistoria (cannabis, oppio, tabacco, vite) e hanno sfruttato questo bisogno umano per farsi coltivare e trasportare in tutto il Pianeta.
Nonostante la consapevolezza dei danni fisici che il consumo di sostanze stupefacenti provoca e la lotta contro la loro produzione illegale, il successo della loro "domesticazione dell'uomo" continua indisturbato.
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