Costo zero.
Nulla di fantascientifico, si tratta di una comunissima erbacea, la prima pianta che da bambina ho imparato a riconoscere: l'Ortica.
I contatti accidentali con l'Ortica rimangono indelebili nei miei ricordi visto il forte effetto urticante provocato dal liquido irritante che la pianta rilascia, la sensazione di prurito e bruciore sulla pelle è un vero deterrente.
Il genere Ortica o meglio Urtica, comprende un numero elevato di piante erbacee da fiore perenni o annuali di origine Euroasiatica, Nordafricana e Nord americana.
La più diffusa è Urtica dioica o Ortica comune che comprende 6 sottospecie, 5 delle quali contengono peli urticanti cavi detti tricomi posti su foglie e steli che agiscono come aghi ipodermici, al contatto iniettano un liquido irritante composto da istamina, acido formico, acetilcolina, serotonina, leucotrieni (non sono ancora note tutte le componenti).
Ortica è un'erbacea perenne stolonifera che si diffonde rapidamente sul terreno in Primavera-Estate e morente nella stagione invernale, in particolar modo in luoghi umidi o ad alta piovosità.
Cresce spesso in zone di campagna o su ruderi e rivela una passata presenza umana.
Le radici sono di colore giallo, da esse si erigono fusti scuri e nerboruti che portano foglie verdi opposte seghettate dalla punta acuminata, alcune di dimensioni maggiori rispetto alle adiacenti.
Foglie e steli sono ricoperti di peli che nelle sottospecie non sono urticanti, in Urtica dioica si staccano al contatto e causano fitte dolorose o parestesie.
I fiori ascellari sono riuniti in grappoli e appaiono di colore giallastro o verde o violetto.
Nonostante la reazione fortemente irritante, l'Ortica ha una lunga storia nella medicina popolare, dall'età del Bronzo l'uomo ha apprezzato i principi terapeutici della pianta utilizzandola anche come fonte alimentare, di fibre e come colorante.
Come per altre piante medicinali, anche per l'Ortica la conoscenza degli effetti benefici è avvenuta in modo casuale: tentativi di alleviare la fame hanno rivelato scoperte che si sono tramandate di madre in figlia, un universo femminile che ha per secoli valorizzato i poteri terapeutici delle piante selvatiche.
Con l'Ortica le donne preparavano decotti che rendevano più digeribili i cibi.
I medici e naturopati Greci usavano la "forza bruciante" della pianta come afrodisiaco, Ippocrate, il padre della medicina, elogiava le virtù terapeutiche dell'Ortica citandone spesso i semi.
Dioscoride (circa 40-80 d.C.) medico militare ai tempi degli imperatori Claudio e Nerone, ha descritto più di 600 piante officinali conosciute e utilizzate nel mondo antico specificandone i principi terapeutici, applicazioni e istruzioni sulle preparazioni e i dosaggi.
A Roma l'Ortica era un afrodisiaco molto in voga, i suoi semi non mancacano mai nei filtri d'amore.
Gli scritti sulle erbe di Dioscoride sono stati tra i libri più importanti fino al Medioevo, un'autorità assoluta in campo medico-erboristico.
Semi |
Solo Ildegarda di Bingen, figura di cui ho ampiamente parlato in un precedente post, non segue alla lettera i dettami di Dioscoride ma attinge il proprio sapere dall'osservazione e dall'esperienza.
Dell'Ortica Ildegarda consiglia di utilizzare le foglie fresche come contorno delle carni o cuocerla e servirla sottoforma di gnocchi "poichè purifica lo stomaco e ne elimina il muco".
Secondo Ildegarda l'olio derivato dal succo d'Ortica aiuta contro la debolezza di memoria:
"Chi si trova ad essere smemorato contro la propria volontà prenda delle ortiche, ne sprema il succo e gli aggiunga un po' d'olio d'oliva, e quando va a dormire lo usi per ungersi il petto e le tempie, lo faccia ripetutamente e vedrà che la smemoratezza si ridurrà".
Negli erbari rinascimentali l'Ortica viene considerata il rimedio principale tra le erbe officinali, per la cura dell'idropisia e per depurare il sangue si descrive la preparazione di un decotto di radici.
La fustigazione del corpo con un mazzo di ortiche era considerata un rimedio ai reumatismi.
Ortiche schiacciate e amalgamate con il sale venivano impiegate per la pulizia delle grandi ulcere, lesioni e tumefazioni, mischiate con il loro succo risolvevano problemi di epistassi, aggiunte al miele venivano utilizzate per la risoluzione di problemi respiratori.
Semi di ortica associati all'idromele potevano indurre il vomito e contrastare l'ingestione di cibi velenosi.
Si utilizzavano tutte le parti della pianta: fiori, foglie, semi, radici ognuna per una specifica patologia o per usi topici a scopi estetici (ad es. per ridurre la forfora e lucidare i capelli).
Peli urticanti |
Oggi i vantaggi dell'ortica vengono studiati con approccio scientifico.
Le sorprese sono tante, i principi attivi benefici che la pianta possiede sono moltissimi e non ancora tutti approfonditi.
Quelle che potrebbero apparire come superstizioni medioevali sono in realtà supportate da dati concreti per la cura delle più diverse affezioni come le più comuni allergie (l'Ortica è un antistaminico privo di effetti collaterali), malattie della prostata, reumatismi, infiammazioni delle vie urinarie.
Sono stati compiuti studi promettenti riguardo gli effetti dell'Ortica sul Morbo di Alzheimer, trattamento delle anemie, emorragie, sindrome premestruale, sono stati riscontrati effetti antinfiammatori.
Viene ampiamente consigliata per lenire flussi mestruali abbondanti e per aumentare la produzione di latte materno, aiuta la digestione, la depurazione del corpo ed è un ottimo ricostituente e diuretico.
Risotto alle ortiche |
In cucina l'utilizzo dell'ortica non è certo una novità, già conosciuto da Greci e Romani è continuato soprattutto nelle zone di campagna dove il prodotto abbondava.
Personalmente mi sono cimentata in un "risotto alle ortiche" e in una preparazione di "tortelloni alla ricotta e ortiche", un sapore molto simile a quello degli spinaci.
Naturalmente l'ammollo in acqua e la cottura annullano l'effetto urticante.
Fibra di ortica |
L'ortica può essere consumata anche sottoforma di bevanda, per scopi tessili in sostituzione di lino o cotone, come colorante e fertilizzante naturale nell'orto.
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