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giovedì 27 settembre 2012

OSAGE ORANGE, MACLURA POMIFERA



Senza occhiali sono diventata un vero disastro, gli oggetti assumono contorni sfuocati, lettere e numeri si divertono a cambiare forma e posizione....(chi ha superato la quarantina come me capisce cosa intendo!)
Per questo, alcuni giorni fa, in un fosso della campagna Bolognese ho visto grandi palle da tennis senza però individuare il campo.....

Maclura in onore del geologo William Maclure

Il proprietario di quegli insoli frutti e della relativa pianta mi ha illuminata: stavo osservando un esemplare di Maclura Pomifera detto anche Osage orange (Arancio degli Osagi).
L'arancio non ha nessuna attinenza con questa insolita pianta, a parte una vaga somiglianza della foglia, in realtà la pianta appartiene alla famiglia delle Moraceae (quindi del gelso).




E' originaria del Nord America, in una zona dove erano stanziati gli Indiani Osage che ne facevano un largo utilizzo per la costruzioni di robusti archi e per la cura di congiuntiviti.


Il pigmento giallo ricavato dalla corteccia veniva utilizzato dagli Osage per dipingersi il corpo.
I pionieri che arrivarono nell'800 per colonizzare il Nord America scoprirono la pianta di Maclura pomifera come recinzione invalicabile per il bestiame, viste le robuste spine che possiedono i rami. L'uso continuò sino all'introduzione del filo spinato, i pali costruiti con legno di Maclura sono ancora utilizzati sia per la robustezza che per la resistenza all'attacco di parassiti.




In Europa fu importato a causa di una grave malattia che colpì i gelsi nei primi anni dell'800, si pensava di poter nutrire i bachi da seta con le foglie di Maclura, l'idea si rivelò un insuccesso.
I frutti venivano collocati sotto i letti a scopo insetticida, soppiantati dai nuovi insetticidi di sintesi, anche se studi recenti hanno rivelato in Maclura sostanze repellenti per insetti, zanzare comprese.

Maclura pomifera può crescere come cespuglio e utilizzato per formare siepi invalicabili (al posto del biancospino), oppure come albero deciduo che può raggiungere un'altezza massima di 15 metri.

La pianta è dioica (ha cioè fiori maschili e femminili), anche se un solo esemplare porta gli appariscenti frutti che però non conterranno i semi.
Le radici sono carnose con corteccia color arancione, i rami appaiono esili con foglie ovali opposte di un color verde chiaro.


Il legno di Maclura pomifera è molto resistente e coriaceo, carico di spine acuminatissime, si taglia con difficoltà e resiste alle intemperie (le piante venivano usate come barriere frangivento).
Accanto ad ogni foglia si sviluppa una spina sottile e molto tagliente, il fiore è poco appariscente.

La particolarità di questa pianta è il frutto: di dimensioni simili ad un'arancia, color giallo-verde e con la superficie corrugata.
Si tratta in realtà di un insieme di piccoli frutti (acheni) derivanti da un diverso ovario.



Il frutto di Maclura pomifera non è commestibile, se tagliato contiene un succo lattiginoso e acre, irritante per gli esseri umani ma amato dagli scoiattoli che ne estraggono i semi che invece sono commestibili.
Maclura pomifera viene utilizzato a scopo ornamentale per creare siepi impenetrabili, come riparo in zone ventose, ottimo per contenere un terreno franoso.


La bellezza è la particolarità dei suoi frutti insoliti fa di Maclura una pianta perfetta per un angolo ventoso del nostro giardino, inoltre tiene lontano ospiti indesiderati!

1 commento:

l'uomo dei boschi ha detto...

bellissimo aritcolo e informazioni molti utili :) come sempre !
grazie ciao
dario