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giovedì 25 aprile 2013

AGRUMI TRA STORIA E LEGGENDE

La mia passione per gli agrumi credo risieda del mio DNA, probabilmente le origini joniche, il jardino (giardino alla maniera araba) del nonno materno, il profumo estivo degli aranci, le bucce sulla stufa per profumare la casa,sono ricordi che si risvegliano ogni volta che ammiro gli agrumi in giardino.


Non ho preferenze, amo il legno profumato dell'arancio, la fragranza della foglia del limone o del bergamotto, la bellezza del citrus myrtifolia, i colori della fortunella o del mandarino.


Adesso è il momento delle zagare, il loro profumo inebriante entra in casa, stordisce e ubriaca, impossibile ignorarlo.
Ho sempre ammirato le orangerie delle antiche ville, le prime serre che ospitavano gli agrumi durante i lunghi inverni dal clima inclemente.
Sognavo di possedere un giardino d'inverno dove ricoverare aranci e limoni, pieni di colori e di ricordi estivi.



Oggi affondando il naso nei fiori degli aranci e dei limoni capisco perchè Gea, la Madre Terra, abbia donato a Zeus ed Era un dono così bello per le loro nozze.


Il famoso albero dai pomi d'oro custodito gelosamente dalle ninfe Esperidi in un meraviglioso giardino di una remota isola, non è altro che l'albero del cedro che gli Dei più importanti dell'Olimpo hanno ricevuto come dono di nozze.
Il mito parla di un'isola ai confini dell'occidente, dove cielo e terra si incontrano e le ninfe Esperidi dalla meravigliosa voce curano l'albero della fecondità e dell'amore, lì cresce l'albero dai pomi d'oro sotto lo sguardo del drago Ladon.
 Giunone ha posto il drago come sorvegliante del prezioso albero, ma Ercole, nella sua XI° fatica, viola il sacro giardino delle Esperidi e dopo aver ucciso Ladon ruba i pomi dorati.
Di tutto ciò rimane il nome greco "esperidio" dato agli agrumi e l'uso di donare alle spose i fiori dell'arancio come auspicio di amore e fertilità.

Cedro

Circa 2200 anni prima di Cristo troviamo le prime tracce documentate della presenza di agrumi in Cina, India, Thailandia e Malesia e la presenza in alltre zone tropicali e subtropicali dell'Asia.
In questi luoghi gli agrumi avevano un ruolo fondamentale e venivano utilizzati per il pagamento dei tributi, l'imperatore aveva creato figure istituzionali con il compito di controllare la coltura delle piante.
I primi Kumquat, pummeli, aranci Yuzu sono nati in Cina, da cui provengono anche i primi scritti sulla coltivazione, raccolta e tecniche di propagazione degli agrumi.
Il frutto degli aranci amari ad esempio, veniva conservato sotto miele, le bucce invece, ricche di oli essenziali, servivano per profumare la biancheria.

Bergamotto

In Oriente gli scambi economici e culturali tra Cina e penisola dell'Indocina permisero il diffondersi delle qualità di piante e semi. Dall'India le carovane portavano cedri e limoni in Mesopotamia, nei famosi giardini di Babilonia i meravigliosi alberi poterono attecchire grazie alle tecniche colturali avanzate dei Babilonesi.
In questi luoghi i Persiani entrano in contatto con gli agrumi durante le guerre di espansione.

Citrus Myrtifolia, Chinotto

Gli Ebrei durante la loro prigionia in Egitto o in Mesopotamia conobbero ed apprezzarono il cedro, ancora oggi rappresenta il frutto sacro per la festa dei Tabernacoli. Durante la loro diaspora, gli Ebrei contribuirono a diffondere il frutto nel bacino del Mediterraneo.

Sono proprio gli agrumi ad unire con il loro lungo viaggio Oriente ed Occidente,
i loro frutti saranno apprezzati per la loro bellezza e qualità, per le proprietà mediche

Mani di Buddha"

Alessandro Magno, nella sua opera di ellenizzazione del mondo allora conosciuto  (327 .C.) giunse in Persia e pare fino in India dove i suoi botanici fecero conoscenza con il cedro, ne appresero la coltivazione e le qualità organolettiche.
La conferma è data dagli studiosi dell'epoca come il botanico Teofrasto di Ereso che chiama i primi agrumi giunti in Europa (cedri e limoni) "Pomi della Persia o della Media", regione dell'attuale Iran.
Galeno invece chiama il cedro "Kitrion".


I Romani dalla cultura ellenistica imparano ad apprezzare il cedro , ad abbellire i loro giardini con queste piante profumate, come ci narra Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia".
Inoltre, dai mosaici delle case di Pompei ed Ercolano, si apprende che anche il limone e la lima erano entrati a far parte del patrimonio romano, nella famosa Scuola medica Salernitana si esaltavano le proprietà medicamentose delle foglie, fiori, semi e frutti del cedro.

limone rosso

Sono i latini a donarci il termine "agrume" da "acris" cioè acidulo, che si è evoluto nel tardo latino "acrumen" per giungere alla parola "agrume".

In Italia i Greci furono i primi a diffondere il cedro nella Magna Grecia, ma è grazie agli Arabi che arrivarono nell'Europa del Sud, poi in Italia, l'arancio amaro e il limone presi probabilmente dall'India.
I botanici, medici e studiosi Mussulmani furono abili nel moltiplicare queste piante e migliorare le tecniche irrigue e di coltivazione anche in luoghi aridi.

Limetta

Intorno all'anno 1000 grazie alle loro conquiste gli agrumi arrivarono nell'Italia del Sud dove vennero create splendide colture.
Gli Arabi seppero intuire sia il valore decorativo degli agrumi che quello nutritivo e terapeutico, il loro contributo per la diffusione di queste piante fu determinante.
Si racconta che inventarono i primi dissetanti sorbetti con la neve dell'Etna, miele e succo di agrumi.

Per l'arancio dolce dobbiamo essere grati ai Portoghesi e secondo alcune teorie anche ai Genovesi che conobbero questo frutto durante i loro contatti con le carovane dell'estremo Oriente (XIII sec. circa).


Anche le Crociate furono uno strumento per portare in Europa gli agrumi, pare siano stati i Crociati a copiare l'uso del mazzetto di zagara imitando gli orientali.
Alla fine del Medioevo gli agrumi diventano oggetto di commercio in tutta Europa e nel Rinascimento occuparono un posto d'onore nei giardini delle ville e negli allestimenti del verde.
Tra i nobili e i benestanti possedere piante di agrumi divenne uno status symbol, essi facevano a gara tra loro per ottenere le varietà più nuove e particolari.


Gli agrumi assunsero un ruolo importante nella preparazione dei cibi, dei profumi e cosmetici, in erboristeria, nell'arte.
L'Italia ebbe un ruolo predominante nell'estrazione degli oli essenziali, tecnica appresa dagli Arabi e migliorata.
"L'acqua di fiori d'arancio" è tipicamente italiana, usata soprattutto nella preparazione di dolci come la Pastiera.

Mandarini e clementini, ultimi agrumi giunti in Europa

2 commenti:

Krilù ha detto...

Mi è molto piaciuto questo post, così "profumato", ricco di interessanti notizie e di belle immagini. Forse non tutti sono al corrente di quali e quante varietà di agrumi esistono al mondo.
Buon 25 aprile.

Daniela Bazzani ha detto...

Da quando il mio giardino è pieno di zagare non resisto, ogni tanto le devo sniffare...
Inoltre il profumo è rilassante e dona buon umore, grazie Krilù e Buona Primavera!