Secondo la tradizione giapponese, affidare i propri incubi ad una pianta di Nandina domestica protegge dalle loro conseguenze nefaste.
Ultimamente dovrei farlo quasi ogni mattina, brutti sogni mi angosciano durante la notte, magari raccontarli alla mia vecchia pianta di Nandina scaccerebbe quel senso di malessere che mi perseguita per il resto della mattinata.
In estremo Oriente Nandina è chiamata Bambù sacro o celeste perchè considerata una pianta portafortuna al pari dell'Agrifoglio, viene piantata accanto alle porte di casa o dei templi per scacciare la sfortuna, le sue bacche si utilizzano a scopo ornamentale sugli altari e donate a Capodanno per le strade.
Nandina domestica da secoli colora i giardini cinese e giapponesi, proviene dalle vallate montane dell'estremo Oriente dove viene chiamata con il termine di origine giapponese "nandin" latinizzato in "nandina" per l'apparente somiglianza col bambù.
Del bambù Nandina domestica ha solo il portamento flessuoso, la duttilità e la nodosità dei rami eleganti che si piegano al vento o al peso della neve, la forma delle eleganti foglie dalla forma allungata.
Nandina è un arbusto sempreverde dalla consistenza legnosa, unico esemplare della famiglia delle Berberidaceae , quindi parente del Berberis, (il bambù è una graminacea) che giunto in Europa nei primi dell'800 si è ben adattato ai nostri climi.
Ha portamento elegante e verticale che si apre a ventaglio con le numerose ramificazioni sottili che terminano con un fogliame pinnato leggero costituito da foglioline lucide e coriacee, crea nel tempo una forma compatta con un'altezza massima di 2,5 metri.
La pianta di Nandina domestica ha un aspetto fiero e arioso con i suoi rami con nodi e internodi e le foglioline che da giovani presentano una colorazione rosso-bruna, diventano verde brillante nel pieno della stagione vegetativa per ritornare rossastre col comparire dei primi freddi ( almeno -5° C.).
A tarda Primavera, per circa un mese, sbocciano piccoli fiori candidi a forma di stella riuniti in lunghe pannocchie che, in Autunno, si trasformano in bacche rosse e lucide.
Le bacche luminose sono una delle migliori caratteristiche di Nandina domestica, dalla fine dell'Autunno, durante tutto l'Inverno e sino alla Primavera successiva perdurano sull'arbusto e in un giardino invernale spiccano particolarmente.
Nei tramonti invernali, quando i raggi obliqui del sole colpiscono il mio grande esemplare di Nandina, fanno apparire "infuocata" la zona del giardino in cui è ospitata, sia per il rosso fogliame che per i numerosi grappoli di piccole bacche di cui la pianta è sovraccarica.
Nandina si è meritata l'appellativo "domestica" per la sua grande rusticità e adattabilità, per le scarse cure che richiede e per le sue esigenze pari a zero.
Se dovessi descrivere quale tipo di attenzioni rivolgo alla mia pianta, il post terminerebbe qui!
Eppure l'arbusto cresce vigoroso e bellissimo, nonostante estati afose dal sole impietoso, inverni in cui la neve inginocchia sino al terreno i rami carichi, orde di bambine (mia figlia compresa) che con le bacche e il fogliame preparano improbabili minestroni da propinare al primo che osa avvicinarsi.
Nandina è un arbusto che chiunque può ospitare in giardino o in un grande contenitore in terrazzo in posizione assolata o mezz'ombra.
Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, sopporta la siccità (solo i giovani esemplari richiedono un terriccio umido e drenato) si stringe e sopporta spazi angusti in vasi,
accetta la compagnia di altre piante in una siepe mista.
Ottima come quinta di sfondo per cespugli di crescita inferiore, in gruppi di alcuni esemplari o da sola accanto ad uno specchio d'acqua.
Addossata ad un muro ne interrompe la monotonia e dona colori accesi.
Ne esistono anche varietà nane perfette per aiuole o da utilizzare come tappezzanti, belle anche come divisori in terrazzi.
All'inizio della Primavera e a metà Estate utilizzo un concime granulare a lenta cessione che nutre gradualmente la pianta.
La potatura non è strettamente necessaria, si possono rimuovere durante l'Estate le bacche secche della precedente produzione o rimuovere i rami eccessivamente esuberanti.
Il grande nemico di Nandina è il freddo estremo (da -25 a -45° C.). In inverni particolarmente freddi la pianta può perdere parzialmente il fogliame senza che questo precluda il successivo sviluppo primaverile.
La pianta è considerata tossica in tutte le sue parti, per il contenuto di acido cianidrico nocivo per alcuni animali, per l'uomo la tossicità è molto bassa.
Gli uccelli traggono dalle bacche una notevole fonte di cibo invernale disperdendone in questo modo i semi .
Nandina si riproduce tramite talea legnosa, in alcune zone degli Stati Uniti è considerata invasiva.
Mi piace utilizzare rami e bacche di Nandina nelle composizioni natalizie a cui regala colore e vivacità e un tocco di informalità.
1 commento:
Buongiorno, ho pensato di posizionare una nandina ai bordi del mio laghetto e volevo sapere se è velenosa anche per i pesci in quanto bacche e foglie potrebbero caderci dentro. grazie, Alberto
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