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martedì 9 giugno 2015

PARCHI STORICI: IL GIARDINO DI BOBOLI

Firenze è una città che mi sorprende ogni volta che la osservo con occhi e cuore da turista, una meta che non è mai "la solita gita", una riscoperta continua, uno scorcio inatteso che non ricordo di aver mai visto, una meraviglia di cultura, arte e colori.

L'Arno visto da Ponte Vecchio

E' come rivedere un film che si conosce a memoria scoprendo ogni volta nuovi dettagli che sfuggono ad una visione affrettata, battute di cui si capisce in pieno l'intero significato solo dopo una nuova visione, mai stanchi o annoiati, in attesa che possa apparire una scena inedita sfuggita alle osservazioni precedenti.

L'aria di fine Maggio che si respira a Firenze è colma di musiche, colori caldi, voci straniere dei numerosi turisti con cui pazientemente rimango ore in fila per visitare i luoghi della nostra cultura, gioielli in un ricco scrigno senza fondo.

Firenze vista dal Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli è una delle tappe obbligate, sotto una lieve pioggerella che non ostacola la mia visita attraverso l'Arno e affronto la lieve salita che mi porta all'ingresso di Palazzo Pitti, dimora dei Medici, dei Granduchi di Toscana e dei Re d'Italia.

Il giardino è all'altezza dei nobili proprietari che per primi ne curarono la sistemazione, la famiglia Medici infatti creò in un'area acquistata dai precedenti proprietari, i Pitti, un vero museo all'aperto, perfetto esempio di giardino all'italiana modello da imitare nei secoli a venire.


Nel giardino è riflessa l'arte, la cultura e l'eleganza del tempo: zone geometriche suddivise in modo regolare in cui si respira il fascino rinascimentale tra statue antiche e barocche, tra percorsi ornati di grotte e fontane in cui l'atmosfera del tempo è ancora viva.

L'impostazione architettonico-paesaggistica del Giardino di Boboli è quella del Giardino all'italiana, uno dei maggiori esempi nel mondo ospitato in un'area di 45000 metri quadrati creati dal XV al XIX secolo a partire dai primi acquisti nel 1341 di un appezzamento di terreno situato Oltrarno proprietà della famiglia Borgolo, da cui probabilmente il nome "Boboli".


Nati come orti nel 1418, quarant'anni prima che la famiglia Pitti iniziasse la costruzione dell'imponente palazzo, i possedimenti si trasformano in sontuosi giardini rinascimentali ad opera dei Medici che affidano il progetto a personaggi di spicco del momento: l'architetto Nicolò Tribolo, il raffinato artista ed intellettuale del manierismo Bartolomeo Ammannati, l'architetto-scultore-pittore-scenografo Bernardo Buontalenti.

Fontana situata nel cortile di Palazzo Pitti

Alla fine del 1500 il Giardino, con ulteriori ampliamenti raggiunge un aspetto stupefacente, si arricchisce di statue, ninfei, grotte, edifici e laghetti che rappresentano lo splendore dell'epoca.
L'aria che si respira a corte, grazie ai Medici, è ricca di cultura, spiritualità, arte e scienza, per il loro mecenatismo grandi della storia prosperano e lasciano i grandi capolavori che oggi possiamo ammirare.

Il Giardino si sviluppa nella parte posteriore del palazzo

Il Giardino si sviluppa alle spalle di Palazzo Pitti in una forma lievemente triangolare, su forti pendenze e terrazzamenti, viali principali e viottoli, sentieri, radure, angoli scenografici e prospettici in cui la natura fa da cornice all'arte.
Il Giardino si arrampica fino a Forte Belvedere e si sviluppa su due assi principali che si congiungono all'altezza della Fontana del Nettuno.

Anfiteatro, obelisco egizio

L'asse principale sale sul colle di Boboli e si allarga in uno spettacolare anfiteatro artificiale creato dallo sbancamento del colle da cui si è prelevata la pietraforte utilizzata per la costruzione del palazzo.
Le statue che ornano le edicole delle gradinate dell'anfiteatro risalgono ad un abbellimento successivo ad opera di Giulio ed Alfonso Parigi, l'obelisco che svetta al centro è di origine egizia, frutto di un bottino dei Romani e collocato poi a Firenze dal Granduca Pietro Leopoldo con l'intento di radunare le antiche collezioni medicee.
L'obelisco risale al 1500 a.C., la vasca in granito grigio, scolpita in un unico pezzo che lo sorregge, proviene da antiche terme romane.

Anfiteatro, gradinate con edicole

L'anfiteatro ha ospitato nei secoli spettacoli pirotecnici, concerti, rappresentazioni musicali e teatrali per deliziare la corte che ha attraversato le diverse epoche storiche.
Dall'anfiteatro si gode una bella vista del retro di Palazzo Pitti che si affaccia nel cortile dell'Ammanati che contiene la Fontana del Carciofo

Cortile dell'Ammanati e Fontana del Carciofo

Percorrendo la salita attraverso una scalinata doppia, oltrepassate le tre statue romane, si giunge al cinquecentesco bacino del Nettuno detto affettuosamente dai fiorentini "Fontana del Forcone".
In origine nel luogo vi era un vivaio in cui confluivano le acque di irrigazione dell'intero giardino, dalla fine del '700 si possono ammirare il dio del mare circondato da naiadi e tritoni che affiorano da una roccia.

Bacino del Nettuno

Sullo sfondo appare la Statua dell'Abbondanza progettata dal Giambologna in onore della sfortunata consorte di Francesco I de' Medici morta precocemente in un incidente.

Statua dell'Abbondanza

Il delizioso "Giardino del Cavaliere" (cioè "a cavallo" delle mura cittadine fortificate progettate da Michelangelo), rappresenta un'area sopraelevata e recitata a cui si accede da una scala "a tenaglia" sormontata da un terrazzino circolare.
Il giardino geometrico il cui perimetro è sottolineato da siepi di bosso, è profumato da rose e peonie, al centro la "Fontana delle scimmie" del Giambologna, con un putto da cui zampilla l'acqua rallegrato da tre scimmiette in bronzo poste alla base della fontana. 
Fontana delle scimmie

Giardino e Casino del Cavaliere

Da qui si può ammirare una pittoresca vista della città.

Un lato dell'area è caratterizzato dalla costruzione detta "Casino del Cavaliere", oggi sede del Museo delle Porcellane ma in origine luogo di meditazione adibito a conversazioni artistico-letterarie dal Cardinale Leopoldo de' Medici, risistemato in seguito dai Lorena e adibito a sede di festeggiamenti estivi.
L'elegante e sobria decorazione della facciata ornata sulla sommità da terrecotte è dell'architetto Zanobi del Rosso a cui si deve la Kaffeehous, unica costruzione rococò presente a Boboli.

Kaffeehous

La Kaffeehous è una costruzione di fine 1700 ideata per la corte come luogo dove bere caffè e cioccolato in tazza secondo la moda dell'epoca.
L'architettura in stile rococò, con le sue cupolette, richiama le fattezze turche che tanto erano in voga a quel tempo alla corte di Vienna.
Al tempo dei Medici, la zona era semplicemente un luogo di verzura in cui erano presenti zone agricole a vigneto e frutteto.
Davanti alla Kaffeehous, digrada il prato di Ganimede così denominato per l'omonima fontana.  

Grotta delle Capre, interno


Oltrepassato il "Prato di Madama" con la relativa grotta  (detta anche "delle Capre" per la decorazione ricca di stalattiti e spugne e una vasca sormontata da capre), dopo l'Orto di Giove che comprende statue romane del II° secolo, si giunge alla Grotta del Buontalenti, una delle parti più interessanti dell'intero parco.


Grotta del Buontalenti

La grotta realizzata alla fine del '500, su incarico di Francesco I de' Medici e ad opera del Vasari e del Buontalenti, è un mirabile esempio manierista, una perfetta unione di pittura, scultura ed architettura.
La visione esterna preannuncia l'interno singolare e stravagante: stalagmiti e stalattiti colano e si arrampicano sulle pareti in cui sono presenti alcune nicchie che ospitano statue, altri personaggi sembrano prendere vita dalle pareti delle stanze di cui è costituita la grotta.

Grotta del Buontalenti, interno

L'apparente caos che regna sulle pareti è in realtà una celebrazione dell'alchimia, l'iniziale materia informe prende vita e si organizza in figure umane e animali che sembrano incamminarsi nella grotta adiacente.

Qui la scultura si trasforma in pittura, in un gioco di luci che i giochi d'acqua presenti all'epoca della costruzione esaltavano e moltiplicavano.
Le intere pareti e la roccia centrale simile ad una spugna trasudavano gocce d'acqua che moltiplicavano infiniti riflessi di colori e frazioni di luce provenienti da un'apertura nel soffitto.

Venere che esce dal bagno

La terza stanza richiama la forma di una grotta in cui appare in tutta la sua bellezza una Venere nuda che esce dal bagno insidiata da quattro satiri del Giambologna.
Il gruppo mitologico nasconde erotismo in modo non troppo velato e appare come la conclusione di un percorso onirico che il visitatore compie all'interno delle tre grotte.

Il Viottolone

L'asse prospettico principale del Giardino di Boboli è il Viottolone, un ampio e ripido viale in discesa affiancato da alti cipressi ornato da statue antiche e di età settecentesca, impreziosito da due suggestivi passaggi rettilinei che appaiono come gallerie vegetali.
Ai lati del Viottolone, spiccano il "Prato dell'Uccellare" e il "Prato di Pegaso".

Il "Prato dell'Uccellare" è un'ampia radura circondata da antichi alberi di Leccio e Cipresso adibito un tempo alla caccia di piccoli volatili, al centro si nota una colonna spezzata e su un lato una testa monumentale di fattura moderna (Mitoraj 2002).

Il "Prato di Pegaso" è un declivio che ricorda il gusto del giardino all'inglese, con statue ed una vasca in granito.


I viali trasversali che tagliano il Viottolone sono ricchi e decorati, per nulla in secondo piano rispetto al viale principale, in un gioco di complicati e suggestivi intrecci.
La ricchezza delle statue e delle fontane, la vegetazione secolare, i mascheroni dall'espressione grottesca scandiscono lo spazio in maniera perfetta, continui doni e sorprese senza tempo.
In alcuni punti sono presenti residui dei labirinti cinquecenteschi e vasche per attirare gli uccelli che venivano catturati per le battute di caccia.

Vaca dell'Isola

Alla Vasca dell'Isola le forme si ammorbidiscono: tra statue mitologiche e immagini di popolani, colonne, capricorni (simbolo del Granducato), arpie maschili che versano acqua in enormi conchiglie si apre un grande piazzale in cui alti lecci fanno da quinta ad una grande vasca circondata da una balaustra esterna.


Le fontane che ornano la circonferenza sono intrecci fantasiosi e grotteschi di putti, delfini, animali marini e fantastici, mascheroni antropomorfi e statue simboliche che fanno da cornice ai suggestivi gruppi marmorei del Perseo a cavallo e di Andromeda con le caviglie incatenate (scuola del Giambologna) che sembrano voler fuggire dall'acqua.

Oggi gli zampilli presenti un tempo non sono funzionanti ma non è difficile immaginare la magnificenza dell'intero complesso e l'ammirazione che doveva suscitare nella corte e negli ospiti.


Al centro della vasca, raggiungibile da due passerelle, sorge l'Isola, circondata da una ringhiera di pietra che ospita orci di terracotta con gli agrumi tanto amati dai Medici.


Dalla parte centrale dell'isola emerge la "Fontana dell'Oceano" del Giambologna un tempo al centro dell'Anfiteatro, il cui basamento ornato da bassorilievi illustra Il "Bagno di Diana", il "Trionfo di Nettuno e il "Ratto di Europa" sormontato da un vascone in granito in cui spicca il gruppo scultoreo del Nettuno attorniato da divinità fluviali (Nilo, Eufrate, Gange) che riversano le loro acque nell'Oceano, rappresentato dalla vasca grande.

Il complesso scultoreo (l'originale è custodito al Bargello) rappresenta un tema simbolico che sarà riprodotto spesso nelle fontane monumentali.
Rispetto alla struttura che lo ospita, il gruppo scultoreo è più antico.

Prato delle colonne

L'Emiciclo o "Prato delle Colonne" per le due colonne in granito rosso egiziano presenti, è circondato da platani che ad intervalli irregolari ospitano dodici nicchie verdi che contengono busti e statue, nel lato rettilineo, angoli di verzura alloggiano quattro notevoli antichi busti.

La limonaia

Di pregevole gusto è la limonaia, edificio che celebra l'enorme interesse che la famiglia Medici ha mostrato per queste piante considerate esotiche, i vasi stessi che le ospitano sono bellissime creazioni artigianali in terracotta.

Numerosi angoli suggestivi, grotte, angoli segreti e piccoli giardini recintati sono preziosi gioielli all'interno di un magico scrigno, angoli suggestivi e curiosi da scoprire al termine di un viale o a ridosso di un'antica costruzione.
Affreschi, bassorilievi, colonne e cancellate, ciascuno unico e indimenticabile.


Da due anni il Giardino di Boboli è diventato Patrimonio dell'Unesco.


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