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martedì 18 giugno 2013

SALICE TRA MITO E LEGGENDE parte seconda

Il termine salice ha origini celtiche, significa "vicino all'acqua".
Per molti popoli antichi i fiumi presso cui i salici crescevano non erano altro che le lacrime emesse da questi alberi dalle lunghe e argentate foglie.

Il salice è un albero sia simbolicamente che naturalmente in stretta correlazione con l'elemento acquatico, in particolare con la magia delle acque.


Da sempre il salice è considerato una divinità femminile, legato alla fecondità e ai cicli lunari e muliebri, secondo le leggende evocatore di pioggia e nebbie.


Nella tradizione celtica il culto del salice era molto sentito, nel calendario veniva considerato il quinto albero dell'anno ( periodo che andava dal 12 aprile al 15 Maggio cioè le Calendimaggio).
I druidi celebravano i sacri riti ponendo le offerte in ceste di salice, gli strumenti musicali che utilizzavano per incantare il popolo con suadenti melodie erano costruiti con il flessuoso legno di salice, capace di far risuonare la voce del vento e della natura tra le sue fronde.


In Lituania il culto del salice come simbolo di fecondità è perdurato sino ad un centinaio di anni fa.
Secondo la leggenda la dea Blinda ( Ecate poi Atena per i Greci) era così feconda da poter partorire da ogni parte del corpo. La Madre Terra, invidiosa della sua capacità, mentre Blinda camminava in un prato paludoso le imprigionò i piedi e la trasformò in un salice.
Per questo le contadine lituane usavano fare offerte floreali alla Dea Madre per richiedere il dono della maternità cingendo di corone i grandi salici, tradizione pagana che è continuata sino ai primi anni del XIX secolo.


Nel mondo greco, il salice era legato a Zeus tramite le sue nutrici Elice e Amaltea che lo allevarono sul monte Ida dove la madre Rea lo aveva nascosto affinchè il padre Cronos non lo divorasse.
La culla di Zeus era appesa ad un salice, Amaltea allattava il piccolo sottoforma di capra  (da qui Salix caprea).
Per gli antichi Greci il salice era un'albero collegato al mondo dei morti e all'aldilà per la capacità di rigenerarsi facilmente dai rami spezzati.


Infatti Ulisse per trovare la porta degli inferi viene mandato da Circe nel boschetto di pioppi e salici di Persefone, inoltre essendo Ecate legata al salice, collega indissolubilmente la pianta al regno dei morti.
Orfeo infine, tenta di condurre Euridice dal regno dei morti alla vita tenendo in mano un ramo di salice.


Per gli Ebrei invece il salice era albero propiziatore di pioggia, venerato dal popolo del deserto come tutto ciò che è legato all'acqua. Per ricordare la traversata del deserto dei loro padri, gli Ebrei scelsero il salice piangente come simbolo (da qui il nome Salix babylonica, anche se la pianta in realtà ha origine cinese) e ricordato nella festa dei Tabernacoli o delle Capanne.

Già 1000 anni prima di Cristo, gli antichi popoli della Mesopotamia usavano curare le malattie reumatiche e la febbre con il salice, visto che la pianta viveva con i piedi nell'acqua senza trarne danni.
La biochimica ha confermato l'antichissima teoria: è noto come il salice contenga la salicina, base per gli antireumatici, antipirettici, antinfiammatori.


Per il popolo di Roma, il salice è il "vimen", cioè il vimini.
Plinio nei suoi scritti raccomandava il salice per calmare "bollenti spiriti" soprattutto femminili, principio confermato dal potere sedativo della pianta.
Tale ipotesi derivava dall'osservazione dei frutti che cadevano prima della completa maturazione, quindi si pensava che la pianta "uccidesse" i propri figli, al salice si attribuiva una duplice natura : fecondità e castità.


Per i Britanni il salice è tradizionalmente legato alle streghe, la radice inglese del termine salice (willow) e strega (witch) è la stessa. Alcune streghe affermavano di volare su setacci per cereali intrecciati col salice e di giungere nel mare per praticare i loro riti malefici navigando su cesti di vimini .
La famosa scopa delle streghe inglesi era legata col salice.
Secondo i Britanni con due rami di salice intrecciato a forma di croce si poteva predire la propria morte: se la croce posta su una fonte sacra galleggiava la morte era vicina, se affondava il tempo era ancora lontano.


Per il Cristianesimo il Salice piangente è simbolo di purezza e castità, il giusto atteggiamento da tenere, prostrato e riverente.
Secondo la leggenda quando Gesù cadde a terra durante la Via Crucis, colpito dalle frustate di un soldato romano, non riuscì più ad alzarsi per il peso della Croce. Fu grazie alla pietà di un salice, che abbassando i rami, Gesù potè rialzarsi aggrappandosi ai rami.
Salix babylonica, ovvero il Salice piangente, rappresentò da quel momento simbolo di dolore e lacrime per il mondo cristiano.

Durante il Medioevo, per alcuni il salice aveva natura malefica perchè legato alle divinità femminili e alla procreazione, venerato dalle streghe come ogni cosa legata al mondo misterioso delle donne.


In oriente invece il salice ricopre simbologie positive, rappresenta l'immortalità, la spiritualità e l'eternità tanto che il suo legno viene utilizzato per l'architettura sacra.
E' proprio osservando i suoi rami flessibili che vennero ideati i primi fondamenti del Ju jitsu.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Salice, ovvero l'albero delle dee lunari: http://www.cavernacosmica.com/il-salice-ovvero-lalbero-delle-dee-lunari/

Anonimo ha detto...

Bellissimo, grazie. Mi è stato molto utile per una ricerca di scuola