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lunedì 3 marzo 2014

PELOBATE FOSCO, UN AMICO DA AIUTARE

Lo sospettavo dalla scorsa Estate, ne sentivo i richiami, qualche "segno" avvistato sul pavimento del giardino, il mio gatto sospettoso come un segugio seguiva una traccia visibile solo a lui....
Adesso ci incontriamo ogni sera al crepuscolo, ormai ha preso residenza stabile nel mio laghetto: si tratta di un rospo comune, Bufo Bufo per l'esattezza.

Il "mio" Bufo Bufo

A volte lo vedo nuotare nel suo stile impeccabile tra i pesci, di sera cacciare o osservare il "suo" territorio.
Ho dovuto vincere un ribrezzo atavico per fare amicizia con il nuovo inquilino che speravo fosse un Pelobates fuscus insubricus, raro esemplare di piccolo rospo padano.

Pelobates fuscus insubricus

Detto anche "Rospo della vanga" per la sua particolarità di scavare abilmente con gli arti anteriori, è diventato un anfibio veramente raro in Italia,
i pochi esemplari rimasti vivono in alcune zone della Pianura Padana.
Si diversifica dal cugino europeo (Pelobates fuscus) che abita le pianure sino agli Urali per alcune peculiarità, la specie italiana è considerata endemica del bacino Padano-veneto, Piemonte fino alle foci del Po nel ravennate.
Il nome "Pelobate" deriva dal greco antico e significa "fango che cammina"

Il Pelobate fosco è un anfibio anuro (senza coda) di piccole dimensioni simile ad un rospo, il maschio non supera una lunghezza di 6 cm, la femmina arriva ad 8.
La pelle è caratterizzata da macchie grigio-verdastre su sfondo grigio perlaceo  o grigio-giallastro, liscia rispetto agli altri rospi.
Il ventre è bianco-giallastro, sui fianchi a volte sono presenti macchie rossastre.


Gli arti non sono molto sviluppati, quelli anteriori sono caratterizzati da speroni semilunari e taglienti molto evoluti detti "vanghe" che gli permettono di scavare nel terreno.
Una caratteristica morfologica tipica di Pelobate fosco è la forma a fessura verticale della pupilla oltre la presenza delle vanghe.

Il "Rospo dalla vanga" ha abitudini notturne, lo si può incontrare nelle notti di pioggia mentre si sposta timidamente, di giorno ha abitudini fossoriali infatti preferisce trascorrere la maggior parte del suo tempo in gallerie anche molto profonde (fino a 1 metro) da cui emerge solo per nutrirsi o riprodursi.


Il corpo globulare, il cranio corazzato e le poderose vanghe favoriscono un interramento agevole nei terreni sabbiosi che il piccolo rospo predilige, anche se lo si può trovare nei boschi di conifere, risaie e zone sottoposte ad agricoltura intensiva.
A differenza di altri anfibi, per Pelobate fosco la presenza di umidità non è indispensabile, lo si può osservare in piccoli laghetti di recente formazione o in zone temporaneamente allagate, mentre in acquitrini permanenti tende ad essere soppiantato.


Durante la stagione riproduttiva, tra Marzo e Maggio, dopo le piogge primaverili, gli adulti escono in massa dai loro rifugi invernali per recarsi nei luoghi di riproduzione (piccoli laghetti, stagni, risaie).
L'accoppiamento avviene in acqua, accompagnato dal canto dei piccoli rospi che, dopo pochi giorni, torneranno a nascondersi nelle loro tane sotterranee.
La femmina emette corti cordoni gelatinosi che contengono le uova in fila, questi vengono ancorati a piante acquatiche o a oggetti sommersi.
Alla nascita le larve misurano pochi millimetri, l'accrescimento rapido le trasformerà in girini lunghi fino a 10-12 cm., dimensioni insolite per un anuro.

uova di Pelobate

La metamorfosi avviene in 2-3 mesi, i girini si nutrono cospicuamente di alghe, detriti, protozoi e plancton; i piccoli rospi lasceranno l'acqua per rintanarsi ed uscire solo nelle notti di pioggia.

Gli adulti hanno una dieta molto specializzata: si nutrono prevalentemente di coleotteri e altri piccoli invertebrati come Lombrichi, Gasteropodi, Lepidotteri ecc..
Animali legati all'acqua come Testuggine palustri, pesci, Aironi, Anatre, natrici (bisce acquatiche), rapaci notturni sono i predatori di uova, girini ed adulti di Pelobate fosco.

girino

Il repertorio acustico di Pelobate fosco è molto particolare, i suoni di rane e rospi sono totalmente assenti, l'emissione di suoni a bassa frequenza che il "Rospo dalla vanga" diffonde è frutto di un adattamento all'ambiente acquatico dove le alte frequenze si espandono con difficoltà.

Il "Rospo dalla vanga" è uno degli anfibi più a rischio di estinzione in Europa, oggi in tutta la Pianura padana esistono meno di 20 località dove questo anfibio riesce a vivere (soprattutto nel novarese), le segnalazioni di avvistamento sono in netto calo in questi anni.
Le cause del suo declino in Italia sono le stesse che spesso cito per i problemi legati alle piante acquatiche sempre più rare allo stato naturale.


La scarsità e la continua diminuzione degli ambienti acquatici soppiantati da centri abitati e insediamenti industriali ha influito conseguentemente sui luoghi di riproduzione di Pelobate fosco (la lontananza tra un sito e l'altro impedisce le migrazioni, i gruppi residui sono isolati tra loro).
Le variazioni di coltivazione in pianura e la modernizzazione dei metodi hanno eliminato i microambienti di un tempo costituiti da fossati, siepi, zone palustri, boschetti umidi; inoltre scavi profondi del terreno prodotti da aratri  provocano la distruzione delle tane profonde del rospo.

L'uso di pesticidi, l'intenso traffico stradale che spesso uccide gli individui adulti in migrazione, le continue bonifiche ed uso delle acque di canali a scopo irriguo ha portato Pelobate fosco verso l'estinzione.
La scarsità e la concentrazione di luoghi umidi naturali ha sovraffollato i territori residui di predatori di anfibi , l'immissione di specie ittiche aliene rappresenta il conseguente aumento della predazione.


La legge promuove la conservazione e la protezione di quelle specie ritenute di interesse comunitario tra cui il "Rospo dalla vanga".
Per la salvaguardia di questo anfibio sono in corso diverse iniziative in collaborazione col WWF, un modo per conservare le biodiversità a rischio è allestire nella propria area verde una zona d'acqua in cui ospitare flora e fauna per favorirne la sopravvivenza .

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