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martedì 30 dicembre 2014

TRITURUS CARNIFEX, IL TRITONE CRESTATO ITALIANO

Una ricca flora sommersa, qualche pietra sulle sponde del laghetto, una fitta vegetazione ripariale ed ecco il perfetto habitat per Triturus carnifex, il Tritone crestato italiano.
Con poche piccole accortezze questo grande urodelo potrebbe diventare un ospite fisso del nostro giardino acquatico, un modo per aiutare la conservazione di una biodiversità in pericolo.


Quello che scarseggia per la sopravvivenza di Triturus carnifex è un ambiente umido non inquinato dove l'anfibio può compiere in tranquillità il naturale ciclo vitale e rifugiarsi dai predatori. 
L'areale di diffusione di Tritone crestato italiano è principalmente la parte continentale dell'Italia anche se la specie è suscettibile di graduale rarefazione;  Austria, Svizzera e penisola balcanica ospitano un numero minore di esemplari di questi urodeli (cioè anfibi dal corpo di lucertola) rispetto al territorio italiano.


Triturus carnifex necessita di acque non inquinate profonde almeno 30 cm di torbiere, stagni, grandi abbeveratoi, fontanili ricchi di copertura vegetale sia in ambiente pianeggiante che collinare in cui riprodursi e fermarsi per lungo tempo anche dopo il periodo riproduttivo.

Alcuni esemplari scelgono di compiere la loro lunga vita (anche 18 anni!) totalmente in acqua, non sono rari casi di neotenia, cioè la riproduzione a livello larvale senza il raggiungimento morfologico della fase adulta, una strategia di adattamento all'ambiente acquatico.


La fase terrestre di Triturus carnifex avviene nelle strette vicinanze degli specchi d'acqua in cui ha luogo la riproduzione, possiamo individuare l'anfibio sotto sassi, tronchi marcescenti, muretti e cavità naturali da cui esce solo di notte o in giornate piovose per andare a caccia.

Il Tritone crestato italiano è un vorace predatore di piccoli invertebrati come anellidi e artropodi ed di insetti che rimangono intrappolati sul pelo dell'acqua, non rifiuta giovani esemplari della sua stessa specie.


Triturus carnifex è il più grande tra i tritoni italiani (fino a 18 cm. di lunghezza), il corpo è gracile e allungato con quattro arti e una coda laminare appiattita adatta al nuoto.
La caratteristica distintiva principale è la presenza nel maschio di una cresta dorsale dentellata separata da quella della coda, dorso e fianchi bruni con macchie nere. Il ventre maculato è giallo-arancione, la gola è punteggiata di chiaro o verde.
La femmina (solitamente più grande del maschio) e gli esemplari non ancora adulti presentano sul dorso una striscia longitudinale giallastra.  


Nel periodo degli amori, da Aprile a Giugno, la cresta dorsale dei maschi appare particolarmente attraente, il corpo emana riflessi madreperlacei che attraggono la femmina in un complesso rituale di corteggiamento.
Le femmine depongono singolarmente fino a 400 uova fecondate attaccandole alle pietre e alla vegetazione acquatica sommersa, dopo 20 giorni nascono larve dall'aspetto molto simile ai genitori.


I nemici da cui Triturus carnifex e le sue larve devono guardarsi sono gli uccelli acquatici, i colubridi (serpenti) e pesci d'acqua dolce in particolare le specie alloctone.
Mantenere e gestire specchi d'acqua come i maceri, ripristinare habitat artificiali in disuso (vecchi abbeveratoi), evitare l'eutrofizzazione e l'introduzione di specie ittiche alloctone in zone non controllate possono diventare strategie determinanti per la conservazione di Tritone crestato italiano.

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