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venerdì 20 marzo 2015

ABITANTI DELLO STAGNO: LA RAGANELLA

Nelle umide serate primaverili, dopo un giorno pieno di pioggia, un canto svela la presenza di un piccolo anfibio: la raganella.
Nel mese di Marzo, il gracidare del maschio riempie di musica le aree in prossimità di stagni e maceri, fossati e risaie, paludi e prati umidi: è arrivato il momento della migrazione verso acque stagnanti per compiere il ciclo di riproduzione.


La raganella europea o Hyla, è l'unico anfibio europeo capace di arrampicarsi sugli alberi grazie a speciali cuscinetti adesivi posti sulla punta delle dita con cui terminano le lunghe zampe, caratteristica che gli permette di cibarsi di insetti che popolano le piante attratti dai loro frutti maturi.

La raganella è simile ad una piccola rana da cui si distingue per l'unico sacco vocale bruno posto al di sotto della gola e per le ventose che le danno la possibilità di aderire a cortecce molto lisce, muri, steli di piante acquatiche e foglie.
Lo sforzo muscolare induce la secrezione di un liquido colloso che favorisce una maggior adesione alle pareti lisce e fa di questo anfibio un ottimo scalatore.

Hyla è un anuro molto elegante dai colori brillanti, il dorso è verde e liscio, l'addome biancastro e granuloso demarcati da una linea grigio-marron che a seconda della specie si interrompe o prosegue a livello oculare.
Le zampe sono lunghe e sottili e permettono di compiere lunghi balzi.


Il corpo globoso ha piccole dimensioni (da 3 a 5 centimetri), la colorazione uniforme del dorso è verde brillante e in alcuni casi, come stati di eccitazione o tipo di ambiente può variare fino a colorazioni azzurrine, grige o giallo brune.
In genere dopo il risveglio dal letargo invernale le tonalità sono più scure per attrarre maggiormente la luce solare e favorire il riscaldamento veloce.

Questa capacità di cambiare colore a seconda delle variazioni climatiche ha alimentato fantasie popolari che hanno classificato raganella un perfetto barometro in grado di prevedere le future condizioni meterologiche.

Secondo una credenza contadina infatti, se queste piccole rane rinchiuse all'interno di vasi o scatole gracidavano ci sarebbe stata pioggia, se invece tendevano ad arrampicarsi sui bordi, era previsto sole.


La maggior parte dell'anno le raganelle vivono sulla terraferma sonnecchiando al sole aggrappate a foglie e rami di piante e cespugli su cui si mimetizzano, contrariamente alle altre rane non hanno bisogno di bagnarsi spesso grazie ad una speciale secrezione emessa dalla pelle.

Nei momenti particolarmente siccitosi, le raganelle vanno in estivazione, una particolare forma di adattamento all'ambiente sfavorevole, in cui le funzioni vitali rallentano ed entrano in uno stato d latenza.

Al crepuscolo e durante la notte le raganelle scendono dagli alberi per cibarsi e reidratarsi, attaccando esclusivamente prede vive e molto mobili come insetti, artropodi, lepidotteri e coleotteri che catturano grazie alla rapidità dei balzi permessi dalle lunghe zampe.


Le raganelle trascorrono l'inverno in nascondigli sotterranei, anfratti, cantine, crepe dei muri, sotto sassi, foglie e radici sia in piccoli gruppi che da sole.

Al risveglio dal letargo, i maschi raggiungono i corpi idrici necessari per la riproduzione con un coro udibile ad un chilometro di distanza, con il loro canto entrano in competizione tra loro per attrarre le femmine.
Durante il canto i maschi gonfiano il loro caratteristico sacco vocale dal colore bruno e dalle dimensioni di poco inferiori a quelle della testa.


I maschi in una sola stagione riproduttiva possono cambiare diversi stagni o paludi in cui le femmine invece trascorrono una sola notte.
Qui depongono da 200 a 2000 uova in piccole masse gelatinose delle dimensioni di una noce che si dischiudono dopo tre settimane.

Da Giugno a Settembre, a seconda della fascia climatica, avviene la metamorfosi dei piccoli girini che si nutrono di detriti vegetali e plancton, il loro accrescimento dipende dalla quantità di cibo disponibile.
Nel tempo di 1,5-3 mesi raggiungono lo stadio adulto.



Il termine "Hyla" deriva dal greco antico e significa "selva, bosco", le specie euroasiatiche e nordafricane presenti in Italia sono quattro e si differenziano per le dimensioni e alcune piccole caratteristiche morfologiche.
Le abitudini di vita e i comportamenti sono gli stessi.
  • Hyla arborea o Raganella comune è lunga 3-4 centimetri e vive solo in Friuli-Venezia Giulia. 
  • Hyla intermedia o Raganella italiana presente in tutte quasi tutte le regioni italiane, è molto simile alla comune.
  • Hyla meridionalis o Raganella mediterranea mostra dimensioni maggiori ed è diffusa solo in Liguria.
  • Hyla sarda o Raganella sarda è la specie di minori dimensioni, vive solo in Sardegna, isola d'Elba e Capraia.


Oggi il canto delle raganelle è sempre più raro anche se non sussiste un vero pericolo di estinzione è necessario preservare questa specie del patrimonio faunistico italiano.
Il sensibile calo che si registra è imputabile alla rarefazione e al degrado dei luoghi idonei alla riproduzione.
I fattori che possono rendere difficile la delicata fase della riproduzione sono l'inquinamento delle acque o l'improvviso calo del livello del corpo idrico, la forte concentrazione di predatori come pesci.

Le raganelle sono specie protette e non possono essere né catturate né uccise.
La forte antropizzazione e le monocolture rendono difficili gli scambi tra individui fra i vari stagni limitando fortemente la costituzione di nuovi nuclei.


Con un po' di attenzione è possibile aiutare le raganelle e tutte quelle specie la cui sopravvivenza è legata agli ambienti umidi.
Lo scavo di nuovi stagni e la realizzazione e il mantenimento di corridoi naturali come prati allagati, zone incolte con erba alta, siepi o boschetti che permettono gli spostamenti possono apportare un notevole contributo.


Le raganelle, oltre al simpatico aspetto, rappresentano un benefico contributo all'agricoltura e all'uomo siccome si nutrono di numerosi insetti dannosi o fastidiosi (mosche, zanzare, pappataci, afidi, formiche, lumache e limacce).


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