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giovedì 3 settembre 2015

HEALING GARDEN, UN GIARDINO PER CURARSI

Nella cultura occidentale, la malattia è una condizione in cui una parte del corpo non lavora in modo corretto e, a prescindere dallo stato psico-fisico del soggetto, l'obbiettivo prefissato è di rimuovere il singolo sintomo senza verificare la vera origine del problema.

Diverso è l'approccio della medicina orientale in cui lo scopo da raggiungere è il benessere di tutta la persona, corpo- mente- spirito attraverso terapie alternative tra le quali l'Eco-therapy.

Ammirare un bel panorama è fonte di benessere

L'Eco-therapy ovvero l'Eco-terapia è un metodo di cura naturale che incoraggia un interazione positiva con l'elemento natura, sfruttando il principio del benessere che deriva dallo stare a contatto con l'ambiente esterno.

L'Eco-terapia può diventare una filosofia di vita con cui tutti possono entrare in contatto, basta capire che le esperienze di vita all'aria aperta, il soffermarsi ad osservare quei piccoli dettagli che la natura offre si possono trasformare in benefici per il corpo ma soprattutto per la mente.

Grazie agli studi e alle ricerche del professor Roger Ulrich, si è constatato che la visualizzazione di scene o elementi naturali favorisce la formazione di sentimenti positivi e senso di sicurezza con il conseguente blocco di pensieri stressanti (vi è anche una maggior secrezione di serotonina).
E' sulla base di questi principi che sono sorti gli Healing gardens, veri e propri giardini per curarsi.


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità si definisce Healing garden uno spazio esterno o un'area verde interna appositamente progettati per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, dove per salute si intende uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale, non solo assenza di malattia o infermità.

E' ormai scientificamente confermato che i pazienti che hanno contatto con la natura guariscono più velocemente rispetto a quelli confinati in una triste e spoglia camera di ospedale.
Sembra quasi una banalità, ma chi svolge attività fisica all'aria aperta, può godere del beneficio dei raggi solari, osservare e interagire con paesaggi naturali nelle diverse mutazioni stagionali, matura pensieri positivi, tende a diminuire gli stati ansiosi e si sente più rilassato e meno stressato.

Sulla base di questo principio anche in Italia, seguendo le orme americane e nord europee, sono sorte all'interno delle strutture ospedaliere, aree verdi progettate appositamente a scopo curativo, gli Ealing gardens.

Si tratta di un grosso cambiamento nel concetto di medicina e di salute, un modo di vedere l'uomo in modo olistico anche nel momento della malattia.


L'uso del giardino come elemento di guarigione ha incentivato lo sviluppo di un'architettura terapeutica capace di progettare spazi verdi appositamente creati per le specifiche patologie in cui non solo il paziente, ma anche i famigliari e il personale sanitario stesso, sono in grado di migliorare il loro stato psico-fisico. 

La progettazione di un healing garden deve essere impostata a partire dalla malattia con la creazione di spazi ad hoc e percorsi curativi specifici sia per un uso passivo (luogo di meditazione) o strumento terapeutico attivo come in caso di autismo, demenza senile o di alcune disabilità.

Nel progettare giardini di guarigione risulta importante la collaborazione di agronomi e medici esperti che dovranno integrare le loro specifiche competenze e tenere conto di alcuni criteri di base:

- funzionalità: ovvero saper accogliere le limitazioni nello spazio dei singoli utenti,
- compatibilità con l'ambiente : ogni giardino deve essere costruito a misura dell'utente affetto da una specifica patologia (ad esempio giardini per anziani affetti da Alzheimer, malattie psichiatriche, per non vedenti, situati in hospice, per bambini ecc.)
- mantenibilità nel tempo: la manutenzione deve essere semplice ai fini terapeutici e della sicurezza,
semplicità, fruibilità e bellezza visiva  rappresentano punti chiave nella progettazione.



Un esempio è il giardino per malati di Alzheimer.

Esso racchiude alcuni "percorsi della memoria" in cui i pazienti possono ritrovare luoghi famigliari e ricordi assopiti (orto, frutteto, lavatoio), piante conosciute, attrezzi da lavoro che appartengono al loro passato.
I vialetti non devono avere percorsi ciechi che spingerebbero il paziente alla fuga, meglio privilegiare percorsi circolari senza costrizioni in cui il paziente può muoversi in assoluta sicurezza.

Nella scelta dei colori sono preferibili il giallo e l'azzurro, meglio percepiti dai pazienti, da evitare il bianco che, non venendo identificato, crea frustrazione.

Per il recupero della motricità e dei movimenti fini, nella progettazione di un giardino per malati di Alzheimer è bene inserire orti rialzati, la lavorazione del terreno è più agevole, i risultati ci sono sempre.
Ogni piccola conquista è un successo con un conseguente aumento dell'autostima e ritrovo della motricità.

Healing garden a Milano

La costruzione di un Healing garden non è un'utopia, ne è esempio concreto quello inaugurato lo scorso Giugno all'Ospedale San Carlo Borromeo a Milano, all'interno di un'azienda ospedaliera pubblica.
Il giardino offre ai degenti, ai visitatori e al personale un punto d'incontro, di cura, scambio, accoglienza e condivisione.
Il progetto si sviluppa su due aree principali: l'orto sinergico e il giardino degli abbracci.
Nell'ambito dell'orticoltura sono previsti corsi, laboratori didattici, scambi di informazioni e saperi.


Gli abbracci invece sono rappresentati da aiuole formate da diverse varietà arbustive capaci di stimolare emozioni o richiamare specie animali come farfalle e uccelli, elementi sonori lungo il percorso evocano percezioni olfattive e uditive.

E' ormai appurato che un healing garden, affiancato al percorso terapeutico, accelera la guarigione, diminuisce l'uso dei farmaci (soprattutto antidolorifici) e dello stress. 

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