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giovedì 29 novembre 2012

FIORI INVERNALI TRA LE ROCCE

Se sulle sponde del laghetto sono stati collocati gruppi di roccette, massi, ciotoli o sassi decorativi non è necessario che durante l'inverno rimangano spogli e privi di colore.
Lo stesso vale per un piccolo spicchio di terreno o giardinetto roccioso, un vaso decorativo che in estate conteneva una pianta che ora è a riposo...un vecchio contenitore che arreda con semplicità ed eleganza anche durante la stagione fredda...

Scilla mischtschenkoana o tubergeniana

Per chi non vuole rinunciare ai fiori anche durante il lungo inverno esistono bulbacee rustiche di semplice coltivazione e grande effetto: Scilla mischtschenkoana o più semplicemente S.tubergeniana a fioritura precoce oppure erbacee come l'azzurra Hepatica nobilis accanto al candido Galanthus nivalis.


E' ancora pieno inverno e questi fiori sfidando neve e gelo si mostrano in tutta la loro magnificenza.


Questo genere di Scilla dal nome impronunciabile è arrivato in Europa nel 1936 portato dalla società olandese Van Tubergen (da qui il nome Tubergeniana).
In Iran e nel Sud della Russia questa bulbacea dalla fioritura precoce cresce spontaneamente come fiore di campo.
Le prime foglie basali, strette e dall'aspetto carnoso, non molto alte, compaiono già alla fine di Gennaio, in un numero che va da 3 a 5, subito seguite dai fiori.


I fiori sono a forma di stella o di piccola campana e si distribuiscono su racemi, il colore è bianco azzurrato con striature centrali. Si innalzano lievemente dal terreno raggiungendo al massimo 10-15 cm., più bassi nelle prime fioriture possono confondersi tra le macchie di neve.
Sono così precoci che a volte compaiono prima dei Bucaneve accanto ai Crocus, e il loro colore quasi di ghiaccio può avere variazioni tra il lilla e l'azzurro tenue.


Alla fine dell'autunno i bulbi devono essere interrati in ombra parziale a 8-10 cm di profondità in terreno morbido ricco di humus
Collocati sotto alberi a foglia caduca o ai piedi di Hydrangee rimarranno molti anni espandendosi gradualmente senza diventare troppo invasivi, possono essere utilizzati come bordura o a ridosso di una recinzione tra arbusti e rose.

Vista la crescita relativa, Scilla tubergeniana trova posto anche in un vaso che poi potremo sistemare sulle sponde del nostro laghetto o nei pressi di un gioco d'acqua.

Hepatica nobilis

Dopo poco tempo l'inizio di fioritura di Scilla, ecco che un piccolo e squisito bocciolo si dischiude nel freddo della Candelora di Febbraio, è Hepatica nobilis.
Questa erbacea perenne è conosciuta con diversi nomi: Erba Trinità, Anemone epatica, epatica triloba sino alla classificazione ufficiale di appartenenza alla famiglia delle Ranuncolacee.


Hepatica nobilis è stata usata in passato come cura per malattie del fegato senza però alcun fondamento scientifico, ma solo per la forma e il colore della foglia molto simile ad un fegato umano, da qui il nome Hepatica, dal greco Hépar=fegato.
La pianta ha avuto anche un valore simbolico religioso, infatti durante il Medioevo veniva rappresentata nei dipinti come simbolo della Trinità per i tre lobi che costituiscono la foglia.

Foglia trilobata

Quando la medicina più che una scienza era una specie di "stregoneria" fatta di teorie alquanto aleatorie, si tendeva ad associare forma e colore delle piante con le parti del corpo o organi con caratteristiche simili su cui la pianta avrebbe esercitato effetto medicamentoso (principio della Signatura, oggi usato in omeopatia).


H. nobilis vegeta nelle zone a clima freddo- temperato dell'emisfero boreale soprattutto su terreno umido e alcalino del sottobosco, in Italia si trova allo stato spontaneo.
E' una perenne di piccole dimensioni (10-15 cm) ma di grande valore ornamentale, ogni fine inverno sino a primavera inoltrata spuntano foglie carnose e lucenti a tre lobi, verde scuro con striature biancastre sulla pagina superiore e più rossastre di color quasi viola la pagine inferiore.
Le foglie sono basali e si corservano sulla pianta per tutto l'inverno, iniziano a deperire al termine della primavera, a volte appaiono dopo la fioritura.


Il fiore si innalza al massimo per 10 cm su un singolo gambo peloso privo di foglie con uno splendido blu-viola, rosa o bianco.
Esistono cultivar a fiore doppio come H. rubra plena, il fiore comune è simile a quello di un anemone con la parte centrale bianca.
Il frutto invece è un achenio (frutto secco che non si apre a maturazione) che per diffondersi si affida alle formiche che lo trasportano e ne permettono la germinazione.


Hepatica nobilis trova una giusta collocazione in zone semiombreggiate, quando la stagione è eccessivamente calda la parte aerea della pianta sparisce ma il rizoma sotterraneo sopravvive.

Hepatica rubra plena

La delicatezza del bellissimo color cielo di questa erbacea spiccherà tra il bianco di Scilla tubergeniana, Galanthus nivalis, crocus dai più svariati colori e i bulbi di Chionodoxa e saprà accendere con nuove luminosità il giardino roccioso in inverno o un laghetto in letargo.

fogliame

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