E' la metropoli del mondo antico: Roma.
Scrive Plinio il Vecchio:"Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso."
Sorgente del Tevere |
Il territorio è naturalmente ricco di acque che sgorgano da polle e sorgenti naturali, pozzi e fiumi come il Tevere e l'Aniene ma le esigenze dell'Urbe aumentano con la continua espansione e con l'esplosione demografica: al tempo dell'Imperatore Traiano Roma conta un milione di persone.
A Roma affluisce una quantità tale di acqua potabile mai eguagliata da nessuna città dell'antichità ma anche di oggi, questo grazie all'alta conoscienza delle tecniche di costruzione degli acquedotti degli ingegneri idraulici romani.
L'acqua viene trasportata dalla sorgente sino alla Città tramite 11 acquedotti monumentali che, arricchiti da derivazioni e rami secondari diventeranno 19.
Acquedotto Claudio |
Il principio dei vasi comunicanti è già conosciuto, l'acqua scorre per gravità con flusso costante con pendenze anche minime che si adeguano ai dislivelli del terreno.
I percorsi sono preferibilmente sotterranei per evitare il surriscaldamento delle acque, le parti esterne di cui possiamo ammirare gli archi elegantemente perfetti sono minime.
Le valli e le zone di depressione vengono superate con il sistema del "sifone inverso", dove l'acqua viene costretta ad entrare in una torre (posta alla fine della valle da attraversare) in cui scende e risale in condotta forzata "costretta" ad aumentare la pressione.
Il flusso dell'acqua all'interno dell'acquedotto è in questo modo costantemente garantito.
Bacini di decantazione a monte dell'acquedotto e al suo termine purificano e rendono potabile l'acqua.
Segovia (Spagna) Acquedotto romano |
Il lavoro di ricerca delle sorgenti è molto accurato, le acque devono essere abbondanti e di qualità e rispettare il requisito dell'altezza per garantire la giusta pendenza indispensabile per il trasporto fino a Roma.
Pozzi e canali o dighe di sbarramento sono opere di alta ingegneria che i Romani sanno eseguire perfettamente, l'acqua dal sottosuolo o da un fiume viene intrappolata e incanalata e tramite un lungo e tortuoso viaggio che ne permette il trasporto, giunge in quantità copiosa sino all'Urbe.
La "cura aquarum" ovvero l'amministrazione delle acque è ritenuta dai Romani molto importante: un funzionario nominato direttamente dall'Imperatore controlla che gli acquedotti siano mantenuti efficenti, sempre funzionanti, curati e puliti.
Le acque devono essere sempre erogate e ripartite equamente.
Roma, Parco degli Acquedotti |
Per la manutenzione degli acquedotti i Romani si avvalgono di porte speciali per accedere alle arcate esterne o di pozzetti esplorativi dotati di scala.
Ogni 70 metri un cippo marmoreo numerato segna la precisa posizione del tratto che in caso di guasto può essere isolato o, se necessario, sarà possibile variare l'afflusso o la pressione dell'acqua.
Francia Pont du Gard |
Dopo la caduta dell'Impero romano dovranno trascorrere almeno altri mille anni per rivedere un sistema di così alto livello (per non parlare delle condizioni dell'attuale sistema di approvvigionamento e smaltimento delle acque!).
Terme di Bath |
Gli imponenti complessi termali sia pubblici che privati necessitano di notevoli approvvigionamento di acqua per le piscine e le vasche.
La perizia ingegneristica dei Romani nella costruzione delle terme raggiunge livelli altissimi: l'acqua è continuamente disponibile, calda o fredda e garantisce igiene, cura e punto di aggregazione sociale.
Il riscaldamento delle acque contenute nelle grandi vasche è affidato a sofisticate caldaie alimentate a legna e poste al di sotto delle vasche.
Cistrna a Istanbul |
Le terme di Roma sono alla portata di tutti: il costo è talmente irrisorio che le si può definire gratuite, gli impianti sono sempre più imponenti e dotati di sale come biblioteche, spogliatoi, zone in cui acclimatare il corpo ai repentini cambiamenti di temperatura.
Calidarium maschile, Pompei |
La passione per le acque pubbliche viene esternata dai Romani anche nelle fontane monumentali, nelle fontane pubbliche e private, all'interno di ville e giardini.
Impossibile contarne il numero esatto: sono elemento caratteristico dell'arredo urbano, presenti nelle ricche domus e nei giardini privati in vie e piazze.
Fontanella "per bere" |
Tempio dedicato a Giuturna, divinità delle fonti |
L'acqua per i romani è un dono degli Dei, quindi sacra, le fonti naturali che il territorio offre numerose sono protette dal Dio Fons, ogni singola fontana o sorgente è presidiata da una particola ninfa delle acque.
Compluvium |
La domus romana è una vera macchina per la raccolta dell'acqua: viene concepita per captare e immagazzinare la maggior quantità di acqua possibile.
Dal compluvium (apertura sul tetto per la raccolta delle acque piovane), l'acqua cade nell'impluvium, un bacino rettangolare piatto posto nell'atrio della casa e convogliata tramite tubazioni in una cisterna dopo aver subito una decantazione in una vaschetta.
Il "troppo pieno" si riversa nella cloaca o nelle strade che così si mantengono pulite, tutte le acque piovane cadute sui tetti vengono convogliate nel compluvium.
Impluvium |
All'interno delle ricche domus esistono anche bellissime fontane e vasche ornamentali in cui si allevano pesci e spiccano giochi d'acqua, fontane e ninfei riccamente decorati sono collocati anche nei bellissimi giardini.
Pagando una tassa si viene allacciati all'acquedotto, le ricche domus possiedono concessioni particolari.
Tramite gli acquedotti si possono irrigare campi e giardini, nelle povere case in cui l'acqua non giunge ci si avvale di aquarii cioè portatori d'acqua indispensabili negli edifici.
Con lo smaltimento delle acque si conclude questo viaggio antico di 2000 anni nelle acque di Roma.
Cloaca Massima |
Le cloache sono condotti sotterranei che trasportano le acque scure e quelle che eccedono dagli acquedotti, le varie diramazioni giungono tutte nella Cloaca Maxima, la più grande, un'opera monumentale vecchia di 2400 anni perfettamente funzionante.
La Cloaca Massima sbocca infine nel Tevere (se ne ammira ancora lo sbocco) e dal tempo del Re Tarquinio Prisco mantiene pulita la Città.
Le fognature di Roma antica sono monumenti sotterranei altrettanto belli se paragonati ai monumenti che si trovano alla luce del Sole.
Piscina |
Tali opere immense vengono edificate anche nelle lontane province per dare ai popoli sottomessi un assaggio della potenza di Roma, l'unica Regina aquarum.
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