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martedì 11 febbraio 2014

PIANTE ED ERBE TRA STREGONERIA E SANTITA'

L'intreccio tra piante e divinità fin dall'antichità ha sviluppato nell'uomo credenze che hanno attribuito poteri magici alle erbe, collegamenti con il cosmo  donatore di influssi benefici e qualità.


Le piante erano apprezzate per i loro scopi benefici, magici e terapeutici, spesso la raccolta e l'utilizzo era legato a riti magici o religiosi a cui solo alcuni eletti potevano accedere.
Figure rilevanti come sacerdoti, maghi, streghe le cui conoscenze derivavano da una tradizione orale, avevano il potere di preparare e somministrare i preparati erboristici che curavano anima e corpo.


L'uso delle sostanze vegetali nella stregoneria era una primitiva farmacia in cui le conoscenze non erano sempre prive di fondamento scientifico, la fitoterapia moderna infatti prende spunto dalla tradizione popolare evitando però quelle piante che risultano nocive per l'uomo.

Con le piante, nell'antichità, non solo venivano curate le malattie fisiche, ma si ricavavano rimedi che avevano il potere di dominare la psicologia delle persone e scacciare i demoni causa dei loro mali.
L'uso magico delle piante consisteva nel collegarle con energie e forze superiori capaci attraverso le sostanze vegetali, di rimediare ai mali dell'uomo.

Già presso i Romani, Plinio aveva descritto una lista di erbe di cui annotava i riti magici per renderle efficaci.

Verbena

La Verbena ad esempio aveva un largo utilizzo: con le sue fronde si purificava la casa e si spazzava l'ara di Giove, si appendeva negli atri delle case e sui letti per prevenire le malattie e fugare gli incantesimi.
La pianta doveva essere colta in un punto sacro del Campidoglio per poter cingere il capo del Pater verbenarium, un sacerdote consacrato che compiva riti propiziatori e guidava processioni.

I Galli impiegavano la Verbena per predire il futuro, i maghi prima di compiere le cerimonie magiche ne strofinavano le foglie per veder materializzare ciò che avevano invocato.


In Britannia i Druidi la veneravano allo stesso modo del Vischio, la coglievano sole nel momento in cui Sole e Luna non sono visibili all'orizzonte (nell'attimo in cui sorge la stella Sirio) e nel punto in cui veniva sradicata si doveva versare miele per compensare la perdita.

Molti sono i popoli che hanno attribuito un'importanza magica alla Verbena, essa era considerata una potente divinità dispensatrice di felicità e fortuna soprattutto alle donne, i Greci avevano consacrato la pianta a Venere.

Nel mondo antico spesso le piante coincidevano con esseri semidivini di cui la specie portava il nome, il più delle volte era una ninfa ad averle dato vita
(i racconti della mitologia greca ne sono pieni).


Ma è durante il Medioevo che la conoscenza e lo studio delle piante a fini terapeutici si approfondisce, la cosiddetta "alchimia verde" prende inizio soprattutto nella tradizione monastica.
Il giardino diventa il luogo della coltivazione segreta e dell'applicazione dei misteri delle piante, gli aspetti più nascosti e segreti diventano la culla dei saperi della magia nera in un intreccio di medicina e magia difficile da separare.

L'appannaggio è tutto femminile: dee, maghe, streghe sono le signore delle piante e della natura.
Nasce nel Medioevo la figura di donna esperta manipolatrice di magiche pozioni, capace conoscitrice delle virtù segrete delle erbe, "erbaria" guaritrice, profetessa e strega in grado di ristabilire l'armonia tra corpo e spirito.

Ildegarda di Bingen

Una delle figure più importanti vissute nell'XI secolo è Santa Ildegarda di Bingen, di nascita aristocratica, poi monaca benedettina dalle molteplici virtù, anticonformista e controcorrente spesso in contrasto con la Chiesa Cattolica.

Ildegarda è una donna straordinaria: guaritrice, veggente, artista, mistica in un epoca storica difficile, compone musica e canti, scrive libri di filosofia, narra le sue profezie e visioni, scrive testi scientifici che raccolgono tutto il sapere medico e botanico dell'epoca.
Mentre le sue musiche risuonano per le navate delle chiese di tutta Europa, imperatori, abati e vescovi si inchinano ai piedi di Ildegarda per un consiglio, lei stessa non ha timore di viaggiare per incontrarli.


Senza paura sfida fino a inimicarsi Federico Barbarossa, tiene rapporti epistolari con Bernardo di Chiaravalle, ispiratore della regola dei Cavalieri Templari.

Il sapere medico di Ildegarda è racchiuso nei testi "Physica" ("Storia naturale o libro delle medicine semplici") in cui descrive il potere delle pietre e dei cristalli e "Causae et curae" ("Libro delle cause e dei rimedi " o "Libro delle medicine composte").
Nei suoi testi ci svela le virtù curatrici di piante, erbe e alberi, rivela un mondo segreto e insospettato dove vivere in armonia con l'universo e la natura.
I suoi trattati di medicina contemplano l'uomo nella sua totalità: corpo, mente, emozioni e anima, non solo parti malate da curare, secondo Ildegarda l'uomo fa parte della natura, preziosa alleata per la cura delle malattie.


La conoscenza delle erbe fa parte anche di quel sapere che formava il misterioso bagaglio della cultura stregonesca, la strega è la detentrice di quelle formule e segreti naturali capaci di attrarre il bene e il male attraverso la sapiente manipolazione di piante ed erbe.
Conoscere, manipolare e trasformare erbe conferisce loro un potere che la Chiesa e lo Stato contrastavano, i successi ottenuti dalle streghe, dove la Medicina ufficiale falliva, significavano contatti col sovrannaturale e quindi eresia.
Guarire al di fuori e contro la volontà laica e religiosa era condanna certa, molti sono i resoconti di processi che lo documentano.


Le streghe sono inoltre in grado di manipolare quelle erbe in grado di alterare la psiche e creare allucinazioni, paralisi e avvelenamenti, nei loro preparati (unguenti, tisane, sacchetti da appendere al collo) utilizzavano formule rituali e parti animali con tempi di raccolta particolari.
Famosa era la raccolta delle erbe nella notte di San Giovanni (tra il 23 e il 24 Giugno) in cui le erbe assumevano un potere maggiore grazie alla rugiada che le bagnava durante la magica notte.

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