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martedì 13 novembre 2012

ACQUA E MAGIA

In giornate come oggi, in cui la luce è scarsa sin dal mattino, dove nelle campagne la nebbia si muove sinuosa tra gli alberi e i corsi d'acqua, dove una simile atmosfera rende facile confondere il reale dall'irreale, capisco come sia stato inevitabile per gli antichi abitanti di queste terre "vedere" creature surreali.


Soprattutto vicino a fonti d'acqua.
Dove c'è uno specchio d'acqua, un pozzo, una voragine nel cui fondo ci sia acqua, lì abita una leggenda.
L'acqua evaporando si mescola con la nebbia, sale in volute che vorticano e "parlano" tra rocce, scorre su ciotoli canticchiando, cambia colore a seconda della variazione della luce.


Quella è proprio la casa delle Anguane.
Ho citato queste affascinanti creature della tradizione popolare del Nord- Est italiano una volta sola, senza mai dedicare loro una riga, un accenno, le ho immortalate nella presentazione per dimenticarle subito.
Forse si sono già offese...ed è meglio non far loro torti, sono capaci di terribili vendette....


Le Anguane sono figure femminili legate all'acqua, tutta quella che si trova negli stagni, ruscelli, fonti e fontane, pozzi.
Si possono associare alla Naiadi greche, anche se le Anguane sono figure più complesse, nella cultura prealpina sono influenzate da credenze celtiche, con ispirazioni dei popoli del Triveneto, uniche e diverse da zona a zona, temute a amate.

Le Anguane sono fate e streghe, guaritrici e profonde conoscitrici delle erbe medicamentose, Signore dell'acqua in cui abitano, protagoniste delle storie che si tramandano oralmente nel Nord-Est Padano e Pedemontano, donne bellissime e ammaliatrici oppure orribili streghe con sembianze umane e animali.


Vivono tra di loro, senza la presenza di uomini, sono l'archetipo del femminile prima dell'avvento del Cristianesimo. Si nascondono in grotte umide, legate all'acqua e alla natura di cui conoscono ogni segreto.
Il loro nome deriva proprio da "acqua"(aqua in latino) di cui detengono il sacro potere.

Non è semplice riconoscerle, il loro aspetto è mutevole e ingannatore, possono mostrare sembianze umane con tratti animali, cantano e danzano meravigliosamente tra le acque, incantano gli uomini che non resistono al loro potere.
Gentili con chi le rispetta, hanno regalato nei millenni i segreti più importanti alle popolazioni del Nord-Est: filare la lana, fare il formaggio, ottenere un bucato bianchissimo....
Le Anguane sono perfette donne di casa, le trovi di notte alle fonti mentre lavano i panni dei viandanti, che poi stendono su fili invisibili tra gli alberi.
Ogni zona ha una storia da raccontare, vi sono località del Cadore, nel Triveneto, in tutta la fascia dolomitica con toponimi riferiti alle Anguane.


Le donne comuni sono molto invidiose della perfezione delle Anguane che si divertono a far loro dispetti, a diffondere zizzania e pettegolezzi per farle litigare, seminano maldicenze solo tra donne e se le incontrano di notte sole le ingannano obbligandole a riempire cesti senza fondo.


Fino a poco tempo fa si pensava che queste storie fossero solo leggende popolari, racconti per le lunghe sere d'inverno attorno al fuoco, per tenere occupati i bambini e per evitare che si cacciassero nei guai. (non a caso le Anguane abitavano pozzi profondi, burroni, caverne, luoghi pericolosi ed impervi).

Gli storici invece hanno scoperto nel Mito delle Anguane significati più profondi, una vera e propria religione dei popoli dell'italia del Nord molto precedente l'avvento dei conquistatori Romani.
Nemmeno il Cristianesimo è riuscito a soffocare la venerazione per le Anguane come invece è stato fatto con numerosi culti pagani del mondo rurale.
Per le Anguane si è ricorsi ad una identificazione con figure negative come il Demonio che infatti assume sembianze simili (es. il piede caprino).

Lagole

A Lagole, località termale a Calalzo di Cadore, Belluno, un meraviglioso specchio d'acqua era utilizzato per il culto delle Anguane.
Della località ho un ricordo bellissimo, ci si immerge in una meravigliosa natura ma anche in un'atmosfera particolare che induce a fantasticare.
L'odore di zolfo è forte, l'acqua attrae e magnetizza il visitatore.

In realtà Lagole è un importante e antichissimo sito archeologico paleo-veneto dedicato alla fertilità e utilizzato per 2500 anni per le proprietà altamente curative delle acque sulfuree dai particolari poteri.
Sono stati rinvenuti numerosi oggetti votivi lasciati dai fedeli con iscrizioni in Venetico che ora sono custoditi dalla Magnifica Comunità di Pieve di Cadore.
Il sito è stato abbandonato durante il Medioevo perchè le Anguane sono state tramutate dalla Chiesa in figure negative.


Alcune grotte del Bellunese sono denominate "Bus de le Anguane", sono grotte profonde in cui si diceva abitassero le Anguane.
Da questi fori naturali fuoriesce aria gelida oppure riscaldata, luci notturne derivate dai gas di decomposizione delle carcasse di animali che vi venivano gettate.(fuochi fatui)
Ai bambini si raccomandava di non avvicinarsi, quelle luci erano i fuochi che accendevano le Anguane per cucinare gli incauti caduti nelle viscere della Terra.

Ne troviamo anche nel Carso, diventate tristemente note durante la Seconda Guerra Mondiale legate alle vicende delle foibe.

Anche sui Monti Lessini nella zona veronese sono tantissime le "fole"(storie) raccontate, così nel Vicentino, un rincorrersi di misteri e leggende senza tempo dove l'acqua è sempre un elemento centrale.
Nel lago del Mis, basta guardare con pazienza oltre le Cascate del Soffia e aspettare... dietro al muro d'acqua, nella roccia, c'è una porticina, per tradizione l'entrata della casa delle Anguane.



Le Anguane hanno cercato di mischiarsi con gli umani, anche sposandoli, ma le storie raccontano che siano dovute tornare nei boschi perchè i mariti non sapevano stare alle regole per poterle trattenere in una vita da normali "umani" .
Poi, con il Concilio di Trento, sono dovute sparire, relegate a ruoli di demoni cattivi, proprio loro che avevano insegnato agli umani come vivere in armonia con la Natura....


Oggi, dove tutto è accessibile a tutti, dove Internet ti porta in tempi brevissimi nel mondo ed oltre, rimane un po' di spazio per le Anguane?

Delle Anguane sono rimasti modi di dire dialettali in Friuli e Veneto come ad esempio "urlare come un'Anguana", "lavare i panni di notte" nel senso di disturbare, oppure tradizioni come lasciare cesti davanti casa (Friuli) affinchè le Anguane perdano tempo a riempirli lasciando in pace gli abitanti della casa.
Ci sono località che ancora portano riferimenti al culto precristiano delle Anguane, riti ancora ripetuti dove non manca la loro figura, racconti degli ultimi anziani che ricordano le storie ascoltate nei filò.

Io credo che proprio per questa mancanza di misteri da svelare, di cose inarrivabili si senta la necessità di qualcosa di intangibile, strano e inspiegabile. (vedi il successo di alcune saghe di vampiri o l'attesa di profezie ridicole).

Quando osservo il mio laghetto, controllo il fondale naturale, lo pulisco o lo guardo crescere pieno di vita, mi sento un po' Anguana anch'io.
A volte mi piace immergere mani (e anche piedi) in questo angolo naturale, rilassarmi e sognare quello che accadeva in questa palude tanti, tanti anni fa..... 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Una parola desueta al giorno
Siringa era una ninfa amadriade dell'Arcadia.

Della ninfa, seguace di Artemide, si innamorò il dio Pan. Siringa, per sfuggire al dio, scappò fino alle rive del fiume Ladone. Qui invocò le Naiadi, che la trasformarono in un fascio di canne palustri che al soffio del vento emettevano un suono delicato. Unendo alcune di esse, Pan costruì un nuovo strumento musicale al quale diede il nome di siringa in ricordo della ninfa.

Mi piace · ciao Katiuscia tutto sempre bello!!!

Anonimo ha detto...


Secondo il mito di Ovidio, Ermafrodito era stato allattato dalle Naiadi nelle grotte del Monte Ida, una montagna sacra in Frigia (attuale Turchia). All'età di quindici anni, annoiato dall'ambiente in cui viveva, viaggiò verso le città della Licia e Caria. È stato nel bosco di Caria, nei pressi di Alicarnasso (l'attuale Bodrum, in Turchia), che ha incontrato la ninfa Salmace nella sua piscina. Salmace si accese di passione per il ragazzo e cercò di sedurlo, ma fu respinta. Quando pensò che Salmace fosse andata, Ermafrodito si spogliò ed entrò nelle acque della piscina vuota, ma Salmace saltò fuori da dietro un albero e si gettò in piscina. Si avvolse intorno al ragazzo, con la forza lo baciò e gli toccò il petto. Mentre Ermafrodito si dibatteva, lei gridò agli dèi che non si sarebbe mai separata da lui. Il suo desiderio venne accolto, e i loro corpi furono mescolati in una creatura di entrambi i sessi.

Queste Naiadi!!!!
sempre io,come state? Katiuscia

Daniela Bazzani ha detto...

Bravissima!
I miti sono storie meravigliose, le ho sempre raccontate alle mie bambine che ne sono rimaste affascinate. Credo che in ogni donna sia presente una naiade, una ninfa o un'anguana. Tu che ne dici?
Racconta queste storie ai tuoi piccoli, sono meglio dei cartoni animati. un bacio

Anonimo ha detto...

Ciao Daniela! E' vero sono storie bellissime,sai consigliarmi qualche testo? E poi vi aspetto!!! Se potete prima del 15 dicembre che Claudio sarà fisso al mercatino di Rimini se tutto va bene,perchè ha iniziato chemio per bocca:-( il tumore è ripartito. Baci poi ti dirò! Katiuscia

Daniela Bazzani ha detto...

Ammiro la tua forza che trasmetti anche alla tua bella famiglia!
Non c'è niente di più intrigante dell'Iliade e dell'Odissea, esistono versioni adattate per bambini, io a Sofia racconto le storie adattate da me perchè finiamo per raccontare sempre i suoi episodi preferiti...
Ulisse non manca mai, gli dei dell'Olimpo con tutti i loro vizi da umani...
Sono molto belle anche le leggende nordiche tedesche o bretoni.
Un caro saluto a tutti
Daniela

Daniela Bazzani ha detto...

Grazie!!!
Hai visto quanti bei fiori anche in inverno? Insisto sulla magia dei laghetti, raccontalo a qualche mamma come te,la natura è una perfetta maestra per tutti...
Baci
Daniela