Vorrei poter spiare dalle alte mura che circondano l'Hortus Medioevale, dove i monaci custodivano gelosamente i misteri delle erbe...
Hortus Conclusus |
L'Hortus Conclusus, cioè il giardino o orto recintato era nel Medioevo posto all'interno di conventi o monasteri dove le mura tenevano lontani gli animali selvatici e gli sguardi indiscreti.
S.Sofia, Benevento dove lo schema tipico è evidente |
- il muro, protezione dal peccato
- la croce che forma i sentieri e i 4 quadrati
- un pozzo di acqua e una fontana come "fonte di vita" che soddisfa anche usi pratici
- il rosaio che rappresenta la Madonna
- l'ulivo e il cedro se il clima lo rendeva possibile
- un chiostro (porticato) come luogo di meditazione
La fonte è nascosta tra gli alberi, simboli di Resurrezione |
Le zone dell'Hortus erano ben differenziate e delimitate da tralicci di salice intrecciato o di castagno, il numero dei quadrati recintati doveva essere multiplo di 3, il numero della Trinità.
L'intero giardino medioevale doveva rappresentare l'Eden perso per sempre dall'uomo, esaltare la perfezione della Vergine che veniva omaggiata dai fiori coltivati appositamente per ornarne gli altari : la rosa, principale simbolo mariano del Medioevo, il giglio che rappresenta la purezza, la viola che significa umiltà.
Alberi da frutto come meli, peri ,pruni, ciliegi disposti a formare una Croce delimitavano la zona cimiteriale che ospitava i monaci deceduti, il tronco dell'albero che si innalza verso il cielo simboleggiava la Resurrezione futura.
Ben custodita era la zona dell'Herbularius, dove si coltivavano i semplici cioè semplici piante aromatiche e medicinali utilizzate per preparare medicamenti per alleviare le sofferenze degli ammalati di passaggio.
Nel tempo questa parte dell'Hortus Conclusus diventò un vero e proprio Orto Botanico, primo di tutti in Europa quello di Salerno dove era presente anche una rinomata Scuola di Medici.
Si iniziarono a scrivere trattati sulle erbe semplici, i loro poteri terapeutici, a studiare i trattati degli antichi Greci da trasmettere anche agli allievi della Scuola Medica.
Le mie semplici |
Anche qui ci sono erbe semplici sempre presenti: aquilegia la cui forma del fiore ricorda la colomba; fragolina di bosco spesso rappresentata accanto alla Madonna; aglio, timo, melissa, bardana, issopo, consolida, salvia ecc.
Purtoppo lo "studio" delle erbe era più legato alla magia e alla superstizione che alle vere proprietà, si attribuivano capacità terapeutiche legate al colore o alla forma della pianta (ad esempio la foglia di borraggine ricorda la forma di un polmone, quindi curerà malattie respiratorie; i semi di cumino simili a reni saranno utili per curare malattie delle vie urinarie).
I bisognosi di cure e i pellegrini diventarono nel tempo sempre più numerosi,
l'Herbularius da solo non poteva coprire le necessità di tutti gli infermi.
Tante furono le monache reclutate a raccogliere le erbe nei boschi vicini, venivano fatti scambi di erbe medicinali anche tra monasteri.
Vasca di ninfee a ridosso di un muro |
Giardini segreti erano nascosti da porte vegetali, erano luoghi di meditazione e invito alla contemplazione, veri e propri giardini sensoriali del passato ricchi anche di vasche con piante acquatiche.
Venivano toccati emotivamente tutti i 5 sensi :
- udito: stimolato dal rumore dell'acqua di fontane o canti di uccelli racchiusi in voliere
- tatto: erano presenti foglie lanuginose (ad es.Stachys Byzantina) o piante spinose da toccare
- odorato: fiori profumati guidavano i sensi con i loro aromi
- gusto : soddisfatto da verdure e legumi buoni da assaggiare e belli da vedere
- vista: l'intreccio dei colori dei fiori e la meraviglia del paesaggio sublimavano l'occhio del visitatore
Seduti su di una panchina si aveva un assaggio del futuro Paradiso che attendeva i meritevoli.......
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