Lo stesso vale per un piccolo spicchio di terreno o giardinetto roccioso, un vaso decorativo che in estate conteneva una pianta che ora è a riposo...un vecchio contenitore che arreda con semplicità ed eleganza anche durante la stagione fredda...
Scilla mischtschenkoana o tubergeniana |
Per chi non vuole rinunciare ai fiori anche durante il lungo inverno esistono bulbacee rustiche di semplice coltivazione e grande effetto: Scilla mischtschenkoana o più semplicemente S.tubergeniana a fioritura precoce oppure erbacee come l'azzurra Hepatica nobilis accanto al candido Galanthus nivalis.
E' ancora pieno inverno e questi fiori sfidando neve e gelo si mostrano in tutta la loro magnificenza.
Questo genere di Scilla dal nome impronunciabile è arrivato in Europa nel 1936 portato dalla società olandese Van Tubergen (da qui il nome Tubergeniana).
In Iran e nel Sud della Russia questa bulbacea dalla fioritura precoce cresce spontaneamente come fiore di campo.
Le prime foglie basali, strette e dall'aspetto carnoso, non molto alte, compaiono già alla fine di Gennaio, in un numero che va da 3 a 5, subito seguite dai fiori.
I fiori sono a forma di stella o di piccola campana e si distribuiscono su racemi, il colore è bianco azzurrato con striature centrali. Si innalzano lievemente dal terreno raggiungendo al massimo 10-15 cm., più bassi nelle prime fioriture possono confondersi tra le macchie di neve.
Sono così precoci che a volte compaiono prima dei Bucaneve accanto ai Crocus, e il loro colore quasi di ghiaccio può avere variazioni tra il lilla e l'azzurro tenue.
Alla fine dell'autunno i bulbi devono essere interrati in ombra parziale a 8-10 cm di profondità in terreno morbido ricco di humus
Collocati sotto alberi a foglia caduca o ai piedi di Hydrangee rimarranno molti anni espandendosi gradualmente senza diventare troppo invasivi, possono essere utilizzati come bordura o a ridosso di una recinzione tra arbusti e rose.
Vista la crescita relativa, Scilla tubergeniana trova posto anche in un vaso che poi potremo sistemare sulle sponde del nostro laghetto o nei pressi di un gioco d'acqua.
Hepatica nobilis |
Dopo poco tempo l'inizio di fioritura di Scilla, ecco che un piccolo e squisito bocciolo si dischiude nel freddo della Candelora di Febbraio, è Hepatica nobilis.
Questa erbacea perenne è conosciuta con diversi nomi: Erba Trinità, Anemone epatica, epatica triloba sino alla classificazione ufficiale di appartenenza alla famiglia delle Ranuncolacee.
Hepatica nobilis è stata usata in passato come cura per malattie del fegato senza però alcun fondamento scientifico, ma solo per la forma e il colore della foglia molto simile ad un fegato umano, da qui il nome Hepatica, dal greco Hépar=fegato.
La pianta ha avuto anche un valore simbolico religioso, infatti durante il Medioevo veniva rappresentata nei dipinti come simbolo della Trinità per i tre lobi che costituiscono la foglia.
Foglia trilobata |
Quando la medicina più che una scienza era una specie di "stregoneria" fatta di teorie alquanto aleatorie, si tendeva ad associare forma e colore delle piante con le parti del corpo o organi con caratteristiche simili su cui la pianta avrebbe esercitato effetto medicamentoso (principio della Signatura, oggi usato in omeopatia).
H. nobilis vegeta nelle zone a clima freddo- temperato dell'emisfero boreale soprattutto su terreno umido e alcalino del sottobosco, in Italia si trova allo stato spontaneo.
E' una perenne di piccole dimensioni (10-15 cm) ma di grande valore ornamentale, ogni fine inverno sino a primavera inoltrata spuntano foglie carnose e lucenti a tre lobi, verde scuro con striature biancastre sulla pagina superiore e più rossastre di color quasi viola la pagine inferiore.
Le foglie sono basali e si corservano sulla pianta per tutto l'inverno, iniziano a deperire al termine della primavera, a volte appaiono dopo la fioritura.
Il fiore si innalza al massimo per 10 cm su un singolo gambo peloso privo di foglie con uno splendido blu-viola, rosa o bianco.
Esistono cultivar a fiore doppio come H. rubra plena, il fiore comune è simile a quello di un anemone con la parte centrale bianca.
Il frutto invece è un achenio (frutto secco che non si apre a maturazione) che per diffondersi si affida alle formiche che lo trasportano e ne permettono la germinazione.
Hepatica nobilis trova una giusta collocazione in zone semiombreggiate, quando la stagione è eccessivamente calda la parte aerea della pianta sparisce ma il rizoma sotterraneo sopravvive.
Hepatica rubra plena |
La delicatezza del bellissimo color cielo di questa erbacea spiccherà tra il bianco di Scilla tubergeniana, Galanthus nivalis, crocus dai più svariati colori e i bulbi di Chionodoxa e saprà accendere con nuove luminosità il giardino roccioso in inverno o un laghetto in letargo.
fogliame |
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