Niente di nuovo,anzi è tutto antichissimo.
L'orto idroponico era utilizzato dagli antichi Egizi sulle sponde del Nilo, dai Cinesi e nei giardini pensili di Babilonia.
Antiche chinampas |
Le famose Chinampas erano isole galleggianti utilizzate dai popoli mesoamericani per la coltivazione di mais, pomodori, fagioli, peperoncino, zucche e fiori.
A Tenochtitlan, antica capitale azteca, le chinampas (isole galleggianti) erano molto estese ed erano costituite da graticci di canne ancorati al fondale basso del lago con pali, ricoperte da terriccio, sedimenti e materiale vegetale in decomposizione.
Tra una chinampa e l'altra veniva lasciato un passaggio abbastanza largo per il passaggio di una canoa per il trasporto del raccolto.
I conquistadores alla vista di questa tecnica colturale rimasero stupiti, l'abbondanza dei raccolti soddisfava le esigenze di una popolazione numerosa che risiedeva su poco terreno.
I sedimenti del fiume concimavano le acque in cui fluttuavano le radici, in un anno i raccolti erano fino a quattro.
Anche durante la Seconda Guerra Mondiale si è ricorsi all'agricoltura idroponica affinchè i soldati stanziati nel Pacifico potessero usufruire sempre di ortaggi freschi.
In America Latina le esigenze non sono cambiate: poche ricchezze per poche persone, per questo si sta tentando di creare nelle periferie delle città orti idroponici a conduzione famigliare, attuati con poca spesa per persone prive di conoscenze agronomiche.
Con questa tecnica si realizza una coltura ecosostenibile riciclando materiale di scarto in luoghi dove sarebbe impossibile coltivare per mancanza di spazi adeguati.
La NASA sta compiendo studi per inserire le colture idroponiche nei programmi areospaziali, se dovessimo casomai trasferirci nello spazio.....
Orto idroponico su un terrazzo condominiale a Bologna |
Analoghe esperienze si stanno replicando in Italia, Bologna è una di queste città dove è stato creato un orto condominiale sul terrazzo di un palazzo di periferia.
I vantaggi con questo tipo di agricoltura avanzata sono innumerevoli, soprattutto nelle città dove il problema della scarsità di spazi e dell'inquinamento sono notevoli.
Esistono numerosi progetti in cui si attua la coltura idroponica con un impatto ambientale pari a zero: viene sfruttata l'energia solare ed eolica o biocarburanti, l'acqua piovana o di fiume purificata per produrre frutta e verdura sui tetti delle metropoli.
Queste fattorie urbane sono altamente ecosostenibili, non vi è emissione di CO2 e rifiuti nell'ambiente, non si utilizzano pesticidi e il quantitativo di acqua utilizzato si riduce a un quarto rispetto ai sistemi tradizionali.
Anche il trasporto urbano per rifornire le grandi città di frutta e ortaggi cala drasticamente con un conseguente abbassamento di CO2 nell'ambiente.
I prodotti ottenuti con l'agricoltura idroponica sono di alto livello qualitativo, i tempi di sviluppo dei vegetali si accorciano, il rendimento è elevato con un piccolo ingombro (esiste un idoponia verticale attuata sulle pareti degli edifici).
La tecnica di coltivazione idroponica consiste nell'utilizzo di un substrato inerte al posto della terra rappresentato da argilla espansa, fibra di cocco, zeolite, perlite, vermiculite ecc..il quale protegge le radici dagli agenti atmosferici e permette la circolazione della sostanza nutritiva posta al di sotto.
La pianta non ha necessità di sviluppare l'apparato radicale perchè nella coltura idroponica, le radici non hanno funzione di ancoraggio ma si espandono quel tanto necessario per usufruire dei minerali disciolti nell'acqua sottostante. Le radici sono immerse nell'acqua ma devono trovarsi in prossimità dell'atmosfera per evitare asfissia radicale.
L'utilizzo di un substrato inerte evita il contatto della pianta con gli agenti patogeni terricoli come funghi o parassiti, non saranno quindi necessari antiparassitari nocivi alla salute e all'ambiente.
Se qualche piccola chiocciola dovesse insidiare l'orto idroponico la si potrà rimuovere manualmente.
La tecnica di idroponia con le radici immerse in acqua in assenza di substrato inerte è detta "a radice flottante".
In questo caso si utilizza la soluzione nutritiva sia statica che a flusso continuo contenuta in contenitori areati (a livello casalingo si possono sfruttare secchi in plastica, contenitori per alimenti dismessi).
Quando la soluzione è a flusso continuo verrà impiegato un serbatoio contenente acqua che si distribuirà tramite piccola pompa a basso voltaggio sia con riciclaggio della soluzione (circuito chiuso) che con dispersione nell'ambiente (circuito aperto).
Sistema a radice flottante |
In grandi serre si impiegano tecniche sofisticate in impianti idroponici altamente specializzati, ma esistono modelli "casalinghi" di facile manutenzione.
I nutrienti disciolti nell'acqua che costituiscono la soluzione per la fertilizzazione dei vegetali sono ioni positivi di calcio, magnesio, potassio con aggiunte di ferro, cloro, nichel, manganese.
Fortunatamente in commercio si trovano facilmente soluzioni già pronte da diluire secondo le istruzioni.
Chiunque può mettere in atto la tecnica idroponica sul terrazzo, in giardino o addirittura in casa usufruendo di kit di pronto utilizzo in vendita in qualunque centro di giardinaggio o hobbistica, non mancano innumerevoli siti che offrono questi prodotti.
Con poca spesa e un po' di inventiva, si può ideare un orto idroponico in casa con soddisfazione e poco impiego di tempo.
.....Continua.......
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